A poco più di dieci giorni all’inizio dei Giochi Olimpici 2016 in Brasile, a Rio de Janeiro, la città sudamericana è in ritardo sui lavori di completamento delle strutture che ospiteranno gli atleti della manifestazione a 5 cerchi.
Lo sa bene la delegazione australiana, giunta per prima a Rio. Per gli australiani il villaggio olimpico che ospiterà gli atleti per un mese è stato considerato “inabitabile” evidenziando come le condizioni siano “pessime”. A difesa, si fa per dire, di questi ritardi, il fatto che l’Australia sia giunta in Brasile con tre giorni di anticipo rispetto all’apertura ufficiale del Villaggio e 2 settimane prima dell’inizio delle Olimpiadi. Rincarano la dose gli Aussie quando sottolineano come le stanze del villaggio siano dotate di docce e sanitari non funzionanti, si verificano allagamenti e continui black out, vero problema della grande città brasiliana. Per questo, nel Parco Olimpico, sede degli impianti di gara, sono stati portati dei mega generatori per ovviare alla criticità.
Ma il problema non riguarda solo l’Australia, costretta a soggiornare in albergo in attesa della conclusione dei lavori: l’Italia, infatti, ha dovuto appaltare i lavori in proprio per finire la palazzina 20, sede degli azzurri, e così hanno fatto anche l’Olanda e gli Stati Uniti.
Oltre a questo, si aggiunge anche il problema sicurezza che non riguarda solo la minaccia terroristica ma anche i furti agli atleti (alcuni velisti sono stati assaliti da uomini armati) e al villaggio stesso con un via vai di gente preoccupante all’interno della zona dedicata ai partecipanti. In questo clima da ultimo minuto, il comitato organizzatore ha diramato una nota di scuse per i ritardi e ha garantito che gli operai lavoreranno 24 ore su 24 per rendere pronto il tutto entro l’inizio ufficiale della manifestazione e che tutto funzionerà per il meglio come accaduto ai Mondiali del 2014, anch’essi in Brasile.