Rio 2016: il regno senza fine di Bolt, l’inizio dell’era van Niekerk?

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Doveva essere la notte (in Italia) di Usain Bolt alle Olimpiadi di Rio 2016. L’appuntamento, fissato alle 3,25 per il fuso orario romano, doveva confermare il numero uno al mondo nei 100 metri. E così è stato: scatto non brillante, progressione da manuale a superare il rivale di sempre Justin Gatlin, cronometro sui 9”80 e medaglia d’oro.

Eppure a prendere la scena non è del fulmine jamaicano prossimo ai trent’anni, bensì del giovane sudafricano Wayde van Niekerk, capace poco prima di abbattere dopo diciassette anni il record di Michael Johnson sui 400 metri. Il classe 1992, con una progressione straordinaria, ferma il cronometro sui 43”03, spazzando quel muro di 43”18 fissato dall’americano nel 1999 a Sydney.

Per questa impresa gioisce anche Gemona del Friuli, in provincia di Udine, paese d’origine della mamma di Wayde, che dal 2012 trascorre proprio lì buona parte dell’estate. Dunque scorre sangue italiano nel nuovo record mondiale sui 400 metri.

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