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Ricchi, bianchi e corrotti: lo scandalo ammissioni sportive nei College americani

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Ricchi, bianchi e corrotti: lo scandalo ammissioni sportive nei College americani

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Persone ricche fanno cose da ricchi, che nella sua degenerazione significa comprare tutto ciò che desiderano, anche le persone e soprattutto le ammissioni nei college di prestigio.
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In America lo hanno definito un vero e proprio terremoto non solo perchè gli americani hanno l’abitudine hollywoodiana di mettersi sempre dalla parte dei buoni, dei giusti e degli incorruttibili, ma anche perchè colpisce il settore più prestigioso e ligio ovvero quello delle università.
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Dopo lo scandalo che aveva colpito la NCAA per i giocatori più promettenti che venivano indirizzati verso determinate università decise dagli sponsor e dietro pagamento degli stessi agli atleti (pratica vietata), ora arriva un’altra bomba a minare la credibilità del sistema scolastico/sportivo americano.
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Non è un segreto infatti che le università privilegino gli atleti quando devono ammettere uno studente e anche quelle più prestigiose non fanno eccezione. Per anni le ingenti donazioni da parte dei genitori ai programmi sportivi scolastici sono stati il lasciapassare per entrare nei college esclusivi. Si tratta, di fatto, di una sorta di corruzione legale” e alla luce del sole.
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I college della Ivy League, le otto università americane più prestigiose, ammettono studenti non atleti con un rapporto 1000 volte inferiore rispetto agli studenti atleti con stesso punteggio al test di ammissione. In queste università il 20% degli studenti ammessi ogni anno sono atleti.
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Il passo dalla legalità all’illegalità è molto breve ed è l’epicentro di questo scandalo. I genitori invece di fare donazioni alle scuole hanno cominciato a farle, sotto forma di mazzetta, ai coach delle squadre che hanno carta bianca nel reclutare gli aspiranti studenti che ritengono più idonei per allestire le squadre. E’ così che con la somma che varia da 100.000 a 950.000 dollari uno studente che non aveva mai praticato un determinato sport veniva scelto dal coach e quindi entrava nell’università più prestigiosa.
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Secondo i testimoni della vicenda chiamati a rilasciare dichiarazioni, negli anni si sono visti veri e propri lavori di Photoshop artigianale da parte dei genitori per giustificare la richiesta di ammissione in una determinata università attraverso la pratica di un determinato sport.
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In una foto simbolo dello scandalo, un aspirante atleta di pallanuoto aveva inviato una sua foto in acqua, ma la stessa gli arrivava sotto i fianchi. Una foto giustificabile e veritiera solo se l’atleta in questione fosse stato alto tre metri e mezzo.
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Altri ancora fabbricavano false statistiche di campionati precedenti o test fisici alterati della propria prole per renderli idonei all’ammissione.
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A tutto questo ci si aggiunge la componente razziale, presente ma comunque in secondo piano in questo scandalo: numeri alla mano se il 20% degli studenti ammessi ogni anno dalle università della Ivy League sono atleti, come è possibile che queste università siano da sempre e ancora oggi a maggioranza bianca considerando la diversa e maggiore prestanza fisica degli atleti afro-americani?
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Oltre il danno anche la beffa, perchè secondo quello che si evince dai conti delle Università gli sport più popolari ovvero Football e Basket, praticati per lo più da atleti neri, sono quelli che economicamente sorreggono gli altri sport, diciamo minori, praticati da una maggiore incidenza di bianchi.
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Difficile non pensare a un qualcosa di scientifico, schematico e vagamente razziale, anche perchè  nel Basket e nel Football le università delle Ivy League hanno risultati scarsissimi a fronte di un’immane ricchezza e prestigio. Eppure il dubbio, al di là della corruzione degli allenatori, visti gli scarsi risultati che ci sia qualcosa da rivedere sul reclutamento proprio non viene perchè in fondo l’importante è che gli atleti-studenti siano bianchi e soprattutto ricchi…
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Nato a Roma nel 1990, anno delle notti magiche. Ex giocatore di basket, nonostante gli studi in legge, dopo una lunga parentesi personale negli States, decide di seguire la sua passione per lo sport e per il giornalismo.
Giornalista iscritto all'albo, da quattro anni vice caporedattore di GiocoPulito.it, speaker radiofonico a Tele Radio Stereo e co-conduttore a TeleRoma 56.

1 Comment

  1. esattamente quello che succede nelle grandi radio nazionali….. trasmettono a loro dire la grande musica(hahaha). danno la colpa a internet perchè la qualità è sotto zero, purtroppo avrebbero la possibilità di trasmettere vera musica…. ma se gli inserzionisti dicono che sfera e basta o la roba sanremese è la vera musica, devono trasmettere quello altrimenti niente soldi. 105, rtl, deejay etc etc hanno l’identica programmazione musicale, perchè?

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