Una stagione ricca di emozioni appena conclusa ed un’estate che, comunque, non lascerà delusi i tanti appassionati di calcio visto l’imminente inizio di Europei e Copa America. Di questo e molto altro abbiamo parlato con Riccardo Cucchi, storica voce di Tutto il Calcio Minuto per Minuto, radiocronista Rai dal 1979, gentilmente concessosi ai microfoni di Io Gioco Pulito.
Qual è stata la partita più emozionante raccontata?
In questo caso si tratta di una risposta semplice perché capita a pochi nella vita di gridare ‘Campioni del Mondo’ commentando una partita di calcio della nostra Nazionale. Ho avuto l’enorme fortuna di raccontare Italia-Francia quella sera a Berlino e se penso che prima di me soltanto due mostri sacri come Carosio, per due volte, ed Ameri ce l’avevano fatta mi viene ancora oggi la pelle d’oca; mi viene anche da pensare ad un’istituzione come Sandro Ciotti, che non ebbe la mia stessa fortuna raccontando quell’Italia-Brasile del 1994 a Pasadena, che sappiamo tutti come andò a finire, e mi ritengo davvero un privilegiato. E’ stato il momento più bello della mia lunga carriera, sicuramente, ma anche uno dei migliori della mia vita. Ricordo bene di aver passato la notte successiva a vagare insonne per le vie della capitale tedesca a mangiare ciò che trovavo per strada nei piccoli negozi di cibo turco poiché proprio non riuscivo a prendere sonno a causa dell’adrenalina. Una nottata insonne prima di tornare, al mattino seguente, di nuovo in diretta radiofonica per rivivere tutte le emozioni della serata appena trascorsa.
Il calciatore più impressionante ammirato dal vivo?
Anche in questa circostanza, non ho alcun dubbio: Diego Armando Maradona. Ho ancora negli occhi le sue giocate e sono convinto che non mi capiterà più di rivedere un talento simile calcare i campi da gioco. Vederlo giocare allo stadio, dal vivo, era semplicemente incredibile. Ho un aneddoto, in particolare, che non dimenticherò mai. Ero allo stadio Giuseppe Sinigaglia di Como per raccontare un Como-Napoli di fine anni Ottanta. L’impianto della cittadina lombarda permette di assistere, in postazione, molto da vicino alle partite rispetto a grandi stadi come il San Paolo o l’Olimpico; la partita non fu esaltante dal punto di vista tecnico tra le due formazioni ma avere a pochi metri dai miei occhi Maradona fu uno spettacolo eccezionale. Non era un grande atleta, come sappiamo, ma in campo aveva una capacità di trasformarsi a dir poco memorabile. Soltanto ammirare i solchi che scavava sull’erba quando controllava la sfera oppure aspettare con ansia la prossima mossa una volta che aveva il pallone tra i piedi era emozione pura. Quando Maradona prendeva palla, era come se arrivasse dall’alto un soffio sul suo sinistro da parte di un ente divino superiore. A mio parere è stato il più grande di tutti i tempi; purtroppo non ho avuto la fortuna di ammirare dal vivo anche Pelé, tuttavia ciò che ho visto fare a Maradona penso che difficilmente potrò raccontarlo di nuovo. In 37 anni di carriera, mai visto uno pari al suo livello né prima né dopo di lui. Piovevano emozioni grandi anche solo quando correva o controllava il pallone.
Tempo di bilanci per il massimo campionato italiano. Quale squadra di Serie A l’ha colpita maggiormente? Si aspettava il ritorno così prepotente della Juventus dopo il brutto avvio?
La squadra che più mi ha colpito è stata il Sassuolo. Devo dire che personalmente ero tutt’altro che convinto che il progetto tecnico dei neroverdi potesse arrivare a un risultato così importante, pur essendo nelle prospettive del Presidente Squinzi e della società intera visto lo sforzo economico operato dai vertici del club. Ero dubbioso sul percorso della squadra di Di Francesco a certi livelli anche in considerazione del bacino di utenza, che purtroppo nel calcio odierno conta tantissimo, del Sassuolo. Si tratta di una realtà di provincia ma nonostante ciò è riuscita a raggiungere un risultato incredibile approfittando anche dei fallimenti stagionali di varie altre squadre. Avendolo visto all’opera più volte, posso ora affermare che si tratta di un progetto realistico e sono fermamente convinto che possa addirittura migliorare, magari raggiungendo quella Top 5 del calcio italiano tanto desiderata dal patron Squinzi. Riguardo alla Juve, sinceramente credo di essere stato tra i pochi a pensare che le difficoltà iniziali dei bianconeri fossero assolutamente normali. Ritenevo la squadra bianconera molto forte e ben dotata tecnicamente anche dopo il -11 dalla vetta arrivato ad Ottobre dello scorso anno. A mio parere, infatti, l’inizio disastroso era soltanto una conseguenza dei grandi cambiamenti dovuti all’uscita di giocatori come Pirlo, Tevez e Vidal. Tutto ciò, infatti, ha imposto alla squadra ed al tecnico Allegri tempi più lunghi per rimettere tutto a posto. C’era bisogno di conoscersi tra compagni di squadra nuovi e di amalgamare al meglio gli elementi posseduti da parte dell’allenatore livornese. Ero però veramente convinto che ce l’avrebbero fatta a rientrare almeno in corsa. Quello che non mi aspettavo, magari, è il distacco così largo con cui la Juventus è poi arrivata a trionfare in campionato. Pensavo ad un testa a testa con il Napoli. Decisivo oltre misura, evidentemente, è stato il big match contro i biancazzurri allo Juventus Stadium; lì la squadra di Allegri ha mostrato nel momento decisivo, per l’ennesima volta, un dna vincente che nessun altro ha nelle proprie corde.
La pagina di storia scritta dal Leicester è davvero la più bella di sempre?
Penso che non ci sia nulla di lontanamente paragonabile, almeno per la mia memoria storica, a ciò che è avvenuto quest’anno in Premier League. Non ricordo alcun’impresa che possa essere accostata a quella compiuta da mister Ranieri e dai suoi ragazzi. Stiamo parlando, infatti, della Premier, del campionato più ricco e, secondo me, più spettacolare e competitivo del mondo. La differenza tecnica con gli altri club era spaventosa ma il Leicester è riuscito a fare qualcosa di impensabile. Dovevano lottare per non retrocedere, erano dati tra i favoriti per farlo, ed invece hanno scritto la storia. Senza nulla togliere a Ranieri e al suo straordinario lavoro, però, va detto anche che il Leicester è stato ampiamente aiutato dal calo delle grandi del calcio inglese. Va messo in conto il fatto che sono mancate le storiche formazioni inglesi, come Liverpool, Chelsea, Manchester United, Manchester City, tutti club, infatti, che hanno cambiato a stagione in corso oppure già per la prossima le proprie guide tecniche visto che qualcosa è andato storto. Ribadisco, comunque, chapeau a Ranieri: stiamo parlando di un’impresa impensabile.
Una valutazione generale sul tasso tecnico degli Europei e la possibile stella in campo
Il livello mi sembra abbastanza alto anche se non paragonabile a quello di altre competizioni europee probabilmente. Vedo segnali di crisi in alcuni ambiti, ad esempio la Spagna, non dal punto di vista dei club ovviamente ma della Nazionale, con un ciclo che a mio parere dopo aver vinto tanto si avvia alla chiusura. Ci sono, inoltre, grandi forze come Inghilterra e Francia, ben equipaggiate a livello tecnico ma che credo debbano ancora lavorare molto per ritrovare i grandi livelli del passato. Assistiamo a tante realtà nuove, su tutte il Belgio. Su di loro c’è alla base un progetto iniziato anni fa di cui non in molti parlarono. Sono avvenuti diversi decentramenti di centri sportivi federali e altre iniziative molto proficue evidentemente, che hanno portato a risultati veramente ottimi. Ritengo che possiamo considerare il Belgio tra le favorite senza alcun problema. Sono poi assolutamente convinto che la Germania di Loew sia ancora fortissima, forse addirittura la migliore dell’intero Europeo. Il Portogallo, invece, ha poco da offrire, a parte Cristiano Ronaldo. E poi c’è l’Italia. Nonostante tante difficoltà e una qualità che non possiamo definire di alto profilo, secondo me la squadra di Conte potrebbe sorprenderci. Il mio pronostico vede gli azzurri, se non ci saranno ulteriori infortuni clamorosi, addirittura poter arrivare tra le prime quattro. C’è un rendimento di alcune compagini storiche non elevato quindi noi potremmo approfittarne
Non credo ci sia un giocatore di riferimento che possa colpirci oltre misura durante gli Europei. Io amo Zlatan Ibrahimovic ma è letteralmente da solo nella sua Svezia poiché gli altri 10 elementi non sono minimamente avvicinabili al suo livello. Cosa potrà fare, quindi, Ibra da solo? Lo stesso discorso vale per Cristiano Ronaldo. Il Portogallo è una squadra che gioca bene, con buone attitudini di palleggio e discreta qualità ma secondo me senza grosse prospettive. Credo che sarà l’Europeo delle squadre più che dei singoli ed in tal senso dico: occhio ad Albania ed Islanda.
Un parere sulla possibile nomina di Ventura come nuovo CT? Secondo lei è il miglior candidato?
Ho grossa stima nei confronti di Giampiero Ventura ma possiedo un grande dubbio. E’ stato il vero problema di Conte, l’elemento che lo ha spinto poi a rimettersi praticamente subito in gioco con il Chelsea: allenare la Nazionale non vuol dire essere un allenatore ma un selezionatore. L’ex Torino sarà in grado di farlo? Ventura è un grande uomo di campo, bisognerà vedere se ce la farà a non vivere e respirare il profumo dell’erba sempre, ogni settimana. Il mister dovrà trasformare se stesso ed il proprio modo di concepire il calcio per fare bene. Di sicuro, lui sa dare molto perché ha temperamento e carattere, proprio come Antonio Conte. In panchina, avendolo conosciuto di persona e avendo visto per molti anni il suo modo di allenare, devo dire che personalmente avrei visto con piacere Gianni De Biasi. Ho avuto modo di apprezzarlo come uomo e come allenatore. Si tratta di uno di quei casi come Claudio Ranieri, tipici del calcio nostrano, incapace di vedere qualità in alcuni tecnici o calciatori, che puntualmente ci facciamo sfuggire da sotto il naso. De Biasi è una personalità dall’enorme valore etico e tecnico, proprio come l’allenatore del Leicester, ma non è stato fortunato in Italia. Da noi, infatti conta solo il risultato; è quello a dare il giudizio e non il modo di allenare o gestire una squadra. Si tratta di un nostro grande problema culturale, che non credo sconfiggeremo mai. De Biasi, poi, ha già affrontato e con successo, visti i risultati dell’Albania, il processo di trasformazione da allenatore a selezionatore e questo poteva essere un vantaggio non indifferente.
Una battuta finale sulla Copa America. Quale squadra la intriga di più e quale può essere il protagonista in campo della manifestazione?
Dico Argentina. Sono sinceramente ed enormemente ammirato dal bacino pazzesco sul quale può contare la nazionale albiceleste. Attualmente nel mondo detengono un parterre di calciatori, peraltro sparsi per ogni continente e campionato, di qualità straordinaria. E’ semplicemente incredibile come il calcio argentino sia capace di sfornare calciatori di enorme talento per ogni ruolo ed età, dal Pipita Higuain a Paulo Dybala, da vecchi a giovani, senza alcuna difficoltà. I miei favoriti per il successo finale sono loro, più di qualunque altra squadra; più, ad esempio, del povero Brasile, che vedo ancora debole e non completamente ristabilitosi dopo la nottataccia mondiale del Maracanazo. Per quanto concerne la possibile stella, penso a Dybala. Se utilizzato con Higuain può essere l’uomo della Copa America. La Joya è cresciuta molto grazie alla gestione intelligente di Allegri nel corso della stagione. Il ragazzo ha un potenziale incredibile e penso veramente che possa essere il fuoriclasse del futuro.