Qualche anno fa, John Ssentamu lesse il primo volume dell’opera di J.K. Rowling: Harry Potter e la Pietra Filosofale. Ottenne il libro in prestito da una persona che aveva visto leggere mentre viaggiava in un matatu, piccolo bus che può trasportare fino a 14 persone, uno dei mezzi di trasporto più comuni in Uganda.
John Ssentamu mentre regge in una mano un “bolide” e nell’altra una scopa
Dopo aver finito il romanzo, trascinato dalla sua curiosità, cominciò a cercare su internet più informazioni su questo gioco di maghi, vivamente descritto nel libro: Il Quidditch.
Un giocatore di Quidditch cerca di segnare lanciando una “pluffa” dentro l’anello
A sua enorme sorpresa, questo gioco magico non era solo una finzione, ma uno sport serio nel mondo dei Babbani. Persone di tanti nazionalità e paesi saltavano, correvano e reggevano scope fra le gambe mentre giocavano con palloni diversi in campi da calcio. John scoprì che l’organizzazione del Quidditch era talmente avanzata che esisteva persino un torneo mondiale, organizzato ogni due anni.
Giocatrici e le loro scope improvvisate
Proprio in quel periodo, John aveva avviato la ricerca di un modo per promuovere lo sviluppo della sua regione nel distretto di Masaka, a due ore dalla città capitale di Kampala.
Un portiere in mezzo agli anelli
“Mi chiedevo quali metodi potevamo usare per attirare più attenzione verso la nostra regione. Giocare uno sport poteva di sicuro aiutare, ma calcio, pallacanestro o rugby…figuriamoci! Non saremmo mai diventati bravi abbastanza da competere con i professionisti di altre città ugandesi, dove questi sport sono abbastanza rinomati. Ma, allora, perché non il Quidditch?”.
Una bimba del villaggio, spettatrice e giocatrice
E cosi, nel 2013 John cominciò la sua magica ed insolita avventura coinvolgendo molte persone della sua comunità. Tutti insieme impararono le regole dello sport grazie alla rete: guardando dei video, leggendo svariati articoli e postando dei quesiti alla comunità del Quidditch, tramite la pagina Facebook della squadra che John stesso aprì e cominciò a promuovere.
John assieme ad alcuni membri della squadra ugandese di Quidditch
Inizialmente, mobilitarono sul posto lo stretto indispensabile per iniziare ad allenarsi. Più tardi, ricevettero l’attrezzatura necessaria da donatori, gli “Amici del Quidditch” come John li definisce.
Giocatori nella posizione iniziale del Quidditch
Nel 2014, la loro storia raggiunse persino la comunità professionale del Quidditch in diverse parti del mondo. Nello stesso anno e per la prima volta dalla sua fondazione, la squadra accolse un giocatore inglese, in visita a Masaka. Quest’ultimo aiutò i componenti della squadra a perfezionare le loro abilità. La loro perseveranza e il duro lavoro resero legittimo aspirare al massimo traguardo di tutti gli sport: la partecipazione alla Coppa del Mondo 2016 in Germania.
L’aspirazione principale della squadra è partecipare ad una Coppa del Mondo di Quidditch
Fu così che la squadra iniziò ad affrontare (e superare) una quantità impressionante di ostacoli: domanda ed approvazione dell’Associazione Internazionale di Quidditch per partecipare al campionato; data la mancanza di risorse sufficienti, “crowdfunding” per poter coprire i costi legati al viaggio in Germania; domanda e ottenimento dei passaporti per tutti i membri (compito particolarmente arduo in Uganda). Dopo un iter che può sembrare infinito, rimaneva soltanto un ultimo step burocratico: ottenere i visti necessari per entrare in Europa.
Ma proprio alla fine, la magia non funzionò: i giocatori non riuscirono ad ottenere le approvazioni necessarie per tempo, in quanto non tutti i membri della squadra avevano a un conto in banca, pre-requisito essenziale per entrare in Germania – non c’è da sorprendersi però, poiché i conti bancari in Uganda non sono ancora un metodo di risparmio sviluppato, soprattutto perché il risparmio tramite il cosiddetto “mobile money” è ancora il sistema più economico ed efficace, soprattutto nelle zone rurali.
John non demorde ovviamente. Mi disse infatti che era stato solo un primo tentativo. Da questo momento, non rimane che prepararsi per la prossima Coppa del Mondo. Allo stesso tempo, John continua a spingere sia a livello nazionale che a livello internazionale per promuovere il Quidditch in Africa, soprattutto per la sua natura: è uno sport che non discrimina in base al genere, dal momento che tutti, uomini e donne, possono giocare insieme.
Quidditch è uno sport misto: donne e uomini giocano insieme
“Questa è un’altra cosa splendida di questo gioco: è qualcosa che si può fare insieme, che tu sia una ragazza o un ragazzo“. L’entusiasmo di John era contagioso, mentre guardavamo diversi bambini giocare assieme.
Dopo qualche anno, gli sforzi di John stanno finalmente dando i loro visibili frutti. Al giorno d’oggi, il team è composto da 53 giocatori: 36 bambini e 17 adulti, in 4 distretti a sud di Kampala: Masaka, Kalangala, Wakiso e Sembabule.
Guardando verso il futuro del team
“John, un’ultima domanda: qual è la priorità per rendere questo gioco più popolare nel tuo paese?“
“Prima di tutto abbiamo bisogno di trovare fonti affidabili e sostenibili di finanziamento in modo che si realizzino tutti i nostri piani. Abbiamo già avviato delle attività generatrici di reddito e siamo alla ricerca di sponsor locali e internazionali che ci permettano di realizzare queste attività “.
Il Quidditch è un’attività comunitaria
“Vogliamo vedere il Quidditch esteso ad altre scuole e comunità, ed organizzare tornei regionali e nazionali. Inoltre, siamo alla ricerca di una squadra internazionale che possa farci visita ed allenarsi assieme a noi come parte dei preparativi alla Coppa del Mondo 2018.“
Un’aula dove studiano alcuni bambini del villaggio
John sta sfidando il mondo. Chi lo sa, forse in futuro, la Coppa del Mondo di Quidditch potrebbe risplendere sotto il cielo ugandese.