Quella sera al Gallia di Milano la «prima» dello Snooker in Italia (sesta ed ultima parte): l’era di Steve Davis
La finale del Gallia parte all’insegna dell’equilibrio. Davis e Griffiths si marcano stretti e mentre l’inglese opera l’allungo decisivo nel primo frame, il gallese va in replica vincendo, di forza, il secondo con il contributo di una serie di 63. Ancora Griffiths in evidenza, adesso, con un eccellente break da 80, che chiude qualsiasi discorso nella terza partita. Ora tocca al campione del mondo esibire le medaglie e la reazione arriva puntuale con due frame vinti nettamente, di cui il secondo con una brillante serie di 87. E’ un Davis che sta andando a pieno regime, quando sul 3-2, a conclusione della seconda ora di gioco, ecco arrivare la NOTIZIA BOMBA che ferma immediatamente il match. In DIRETTA dagli studi londinesi della BBC, la rete di stato britannica, viene annunciato che Steve Davis, già elevato al rango di MBE (n.d.a.: una specie di cavalierato britannico) dalla REGINA, a Buckingham Palace all’inizio dell’anno, adesso, alla fine dell’88, viene eletto anche SPORTIVO DELL’ANNO dalla più importante emittente nazionale. Un altro riconoscimento prestigioso che lo rende, di fatto, il NUMERO UNO dello sport nel Regno Unito. Un risultato già sfiorato da Alex «Uragano» Higgins, secondo solo al decathleta Dailey Thompson nell’82, e proprio da Davis, nel 1981 e 1987. Ma ora arriva, finalmente, il momento della consacrazione a testimonianza della straordinaria popolarità di Davis nel Regno Unito, in un momento d’oro in cui sul piccolo schermo lo snooker sta avendo indici di ascolto e di gradimento persino superiori al calcio. Che poi questa notizia sia arrivata nella NOTTE DELLE STELLE, al Gallia di Milano, è un incentivo ad addentrarci ulteriormente in questa RIEVOCAZIONE destinata, mi auguro, a coinvolgere ancor di più il lettore.
Si può capire l’eccitazione del momento e l’emozione di Davis impegnato a rispondere alle domande rivoltegli dagli studi della BBC. E allora come non giustificare che, dopo quella pausa imprevista di una decina di minuti, anche L’ALGIDO fuoriclasse londinese abbia faticato alquanto a ritrovarsi, alla ripresa del gioco. Il gallese coglie al volo IL SEGNALE e realizza subito un bel break da 60, che gli consente di livellare il match sul 3-3. Si vede che il campione stenta a rimettersi in carreggiata, ma è comprensibile perchè lui è un giocatore ALLA BORG, ovvero un soggetto che ha bisogno di uno stato di concentrazione profonda per rendere al meglio. Magari essere come Mc ENROE in una situazione del genere, dove l’ideale è proprio riuscire a STACCARE E RIATTACCARE la spina, senza risentirne più di tanto. Però Davis supplisce con un alfieriano VOLLI, VOLLI, FORTISSIMAMENTE VOLLI che nel tratto breve può anche dargli qualche buon risultato e in effetti, senza brillare, ritorna avanti 4-3. E’ intuibile, però, che in un angolo della mente possa essersi insinuato il dubbio di chiudere un’annata irripetibile con una SCONFITTA BEFFARDA, magari al DECIDER e sull’ultima NERA. Non sarebbe la prima volta in carriera e neppure con Griffiths, tra l’altro. Adesso Davis VEDE NERO.
Con l’avversario nuovamente avanti nel punteggio e ormai ad un passo dal titolo, ecco che il gallese si trova con le spalle al muro e deve assolutamente reagire. La tradizione con l’inglese gli è decisamente sfavorevole, però è risaputo che la memoria tende ad essere selettiva e a richiamare più facilmente i ricordi positivi che quelli negativi. E’ possibile che il GRIFF, questo il suo soprannome, si sia fatto qualche bel gioco mentale per riassaporare le sensazioni magiche di quella finale valida per il ranking – il LADA CLASSIC ’82 – quando gli è riuscito di rimontare un Davis in forma smagliante, per bruciarlo proprio in FOTOFINISH. Se l’impresa riesce una volta, è possibile che possa ripetersi, anche perchè il tradizionale rivale sta accusando un PASSAGGIO A VUOTO ed incamera solo una manciata di punti nell’ottavo frame. Era destino che la «PRIMA» dello snooker, in Italia, dovesse concludersi con due campioni del mondo impegnati a darsi battaglia in una finale all’ultimo respiro. Si va al DECIDER, dunque, e dopo una feroce lotta colpo su colpo, eccoci al più classico dei LATE NIGHT DRAMA, proprio in vista della MEZZANOTTE, con un finale THRILLER sui colori. La palla chiave è la verde su cui entrambi vanno a vuoto, ripetutamente. Poi è Griffiths, giocatore dalla steccata impeccabile, ad inchiodarla a tutto biliardo con uno STOP SHOT di rara precisione. Ora è il turno della marrone, praticamente decisiva, che risulta ancora più impegnativa perchè va imbucata a distanza sulla diagonale del rettangolo. Altra steccata IMPERIALE con relativa imbucata e piazzamento ottimale sulla blu, per chiudere poi ufficialmente il conto per 67-46, su una comoda ROSA. E’ il colpo che manda i titoli di coda su un match di straordinaria intensità, dopo tre ore e mezza di orologio.
Per il 41enne gallese una bella soddisfazione in una finale che rappresenta, in qualche modo, la rivincita dell’ultimo Mondiale, ma gli vale concretamente anche la possibilità di andare a disputare il torneo conclusivo del CIRCUITO, assieme allo stesso Davis, a White e Taylor, in un lussuoso hotel di Montecarlo, nella primavera del 1989. Intanto il pubblico del Gallia si stringe in un caloroso abbraccio attorno ai protagonisti di una giornata di SNOOKER all’insegna di un BILIARDO STELLARE, come mai lo si era visto prima nel Bel Paese. Griffiths, nel ricevere la coppa del vincitore, promette che tornerà l’anno prossimo per la seconda edizione del torneo di Milano. Nessuno poteva immaginare che la PRIMA sarebbe stata anche l’ULTIMA. La favola dello SNOOKER SPETTACOLO in Italia, purtroppo finisce qui.
Adesso è arrivato il momento di scoprire gli altarini. Potrà sembrare strano ora, nel 2020, ma il commentatore senior dello snooker su EUROSPORT – praticamente il sottoscritto – non ha potuto prendere parte, del tutto, all’evento. Ricordo, in proposito, che il giornalista fiorentino Giuseppe Baglivi, che ha fatto da ANELLO DI CONGIUNZIONE tra i due mondi del biliardo – snooker e 5 birilli – mi telefonò per tempo invitandomi al GALLIA, dove mi aveva riservato un paio di posti per assistere dal vivo a quello che si annunciava come un evento davvero FUORI QUOTA per l’epoca. Baglivi era il nostro giornalista di punta per il biliardo sulla carta stampata e con lui avevo avuto varie collaborazioni anche per scrivere di snooker, già 10 anni prima del Gallia, sulla rivista federale Biliardo Match. Lui ne era stato il primo direttore, ma poi una grossa grana con l’editore, nonchè presidente della federazione, il Comm. Rossetti, finì col provocare un’insanabile rottura tra i due, culminata, tra l’altro, con una causa in tribunale. Da quel momento, la chiusura tra le parti è stata totale, per cui si può ben capire come la federazione non abbia avuto nessun tipo di coinvolgimento nella vicenda. «Per quanto mi riguarda – sostiene Baglivi – sono stato scelto da un’agenzia milanese in contatto con il mondo dello snooker, per le mie credenziali in campo giornalistico e credo di aver assolto al meglio il mio compito». Questo è poco ma sicuro, anche per i validi articoli pubblicati sulla NAZIONE di Firenze, che hanno contribuito a far conoscere in Italia una specialità emergente, destinata ad avere nel tempo sempre più seguito, soprattutto in tivù.
Stavo quasi dimenticando di completare la storia della telefonata con Baglivi. Non ho potuto fare a meno di ringraziarlo per il riguardo che mi aveva usato, ma ho dovuto declinare l’invito perchè ero in fase di conclusione del libro «Scuola di Biliardo illustrata» e l’editore mi stava riservando quello che si dice un autentico MARCAMENTO PRESSING. Non c’era proprio verso di poter staccare la spina e chi ha provato a scrivere un libro di tecnica di biliardo sa bene cosa voglio dire. Alla fine ho pensato che il GRANDE SNOOKER, in fondo, l’avevo già visto più di qualche volta nel Regno Unito, a partire dall’83, con la famosa Arma Di Re, e che, seppur a malincuore, per questa volta potevo anche rinunciare. Tanto l’occasione si sarebbe ripresentata presto, almeno così pensavo. La realtà è che sono passati oltre trent’anni da quel giorno di domenica, 4 dicembre 1988, e un GALLIA 2 deve ancora arrivare. Chissà che la prossima volta, se mai ci sarà una prossima volta, non possa essere trasmesso proprio da EUROSPORT, magari con un certo Ronnie a fare l’oriundo di turno e, perché no, con il telecronista SENIOR, un po’ fanatico, che ben conoscete, a raccontarvene la FAVOLA.
Se Griffiths è uscito vittorioso da Milano, altrettanto può dirsi di Davis proprio per tutto l’interesse che la sua presenza ha potuto generare sul posto e nel mondo dello snooker. Il passo falso, in finale, è presto dimenticato e il campione del mondo riprende la sua marcia trionfale, che lo porterà alla conquista del sesto e ultimo titolo iridato. Però c’è ancora un conto da saldare, quello del GRAND FINAL di Montecarlo, per il Norwich Union Grand Prix, stagione 88/89. Nell’occasione Davis si sbarazza facilmente di Taylor in semifinale, mentre White, l’allora numero 2 del ranking, ha buon gioco con Griffiths. Finale, dunque, tra i più forti giocatori del mondo che si contendono il titolo e un RICCO PREMIO di 100.000 sterline, pari a qualcosa come 330 milioni di lire. Su TMC Benedetti e Maggio hanno la soddisfazione di commentare finalmente il match sul posto, nell’ambito di un evento speciale sotto tutti i punti di vista: «Eravamo in primavera inoltrata, ricorda il giornalista romano e lo SNOOKER figurava tra le manifestazioni di contorno della settimana che aveva il suo MOMENTO CLOU nel Grand Prix di FORMULA UNO. All’epoca Telemontecarlo stava ancora con i brasiliani di REDE GLOBO (sic) e i nostri colleghi sudamericani facevano un gran tifo al microfono, perchè da loro lo snooker era già molto popolare e Davis veniva considerato una specie di PELE’ del panno verde». Un tifo che sarebbe diventato da stadio calcistico quando l’indimenticato Ayrton Senna andò a vincere la gara di FORMULA UNO, ottenendo il suo secondo successo nella prova più difficile del Mondiale, nonchè la prima vittoria di una STRISCIA di 5 consecutive, sempre a MONTECARLO. Una serie di risultati che avrebbero consacrato lo sfortunato pilota brasiliano (1960-1994), vincitore di 3 Mondiali e ben 41 Grand Prix, come uno dei più grandi di sempre in campo automobilistico.
Commentatore eclettico come pochi, Benedetti era sul posto soprattutto per lo SNOOKER, che stava diventando uno dei suoi sport preferiti assieme all’equitazione e al pattinaggio su ghiaccio. «Il GRAND FINAL si è disputato in un albergo da sogno, con una cornice di pubblico da JET SET internazionale e il PRINCIPE Alberto di Monaco a consegnare la coppa e il MAXI ASSEGNO al vincitore. Davis era reduce dal Mondiale vinto pochi giorni prima in Inghilterra e, come prevedibile, ha finito col mettere il suo sigillo anche in Costa Azzurra, tra l’altro con UN’AUTENTICA MAGIA, in finale, ai danni di uno sfortunato Jimmy White». Se a Sheffield aveva letteralmente passeggiato, battendo il «povero» John Parrott per 18-3 nella finale più a senso unico dell’intera storia del Mondiale, a Montecarlo è stata tutta un’altra musica. Qui il 6 volte campione del mondo ha dovuto far ricorso a tutta la sua arte per imporsi in FOTOFINISH su un White dominante al tavolo, almeno fino a quando il mancino londinese non si è fatto prendere dalla classica paura di vincere. Sono bastate un paio di incertezze sul 4-1 in suo favore, proprio in vista del traguardo, per scatenare la reazione di Davis, autore tra l’altro di una magistrale serie di 136, che si è lanciato in un’entusiasmante progressione per imporsi al brivido, proprio sul filo di lana, col punteggio di 5-4. E’ davvero il MAGIC MOMENT in carriera per un Davis praticamente intoccabile, o almeno così si poteva pensare, perchè di colpo ecco apparire in cielo, minacciosa, LA COMETA HENDRY e tutto è destinato a mutare drammaticamente, nel volgere di appena una stagione. Il 20enne scozzese, numero 3 del ranking, è già pronto a dare un tremendo scossone al mondo dello snooker con la sua spavalderia e tutto il suo incredibile talento. Per «l’invincibile» Davis la stagione della grande CUCCAGNA sarà presto solo un ricordo.