A proposito dei rapporti non facili tra Silvio Berlusconi e l’ultimo Milan, Antonio Padellaro nel libro “Il Fatto Personale” (PaperFirst edizioni), da pochi giorni in edicola e in libreria, racconta cosa gli disse, nella primavera 2014 nel corso di una cena, il presidente rossonero.
Quando gli domando del suo Milan si esibisce in uno show da applausi. Si rianima: “Quell’Allegri lì mi spaccava lo spogliatoio, l’ho dovuto cacciare e Seedorf faceva lo stesso, litigava con tutti ma ora abbiamo questo ragazzo qui, Inzaghi, un grande campione rossonero a vita, che anche come allenatore mi dicono un gran bene e vedrà torneremo grandi anche senza quel Balotelli lì”. Chissà come il presidente viva oggi i successi bianconeri di Allegri e dopo aver cacciato anche Inzaghi e poi Mihajlovic.
“Ora la faccio ridere”, riprende Berlusconi parlando di Super Mario, e comincia a sceneggiare, come se fosse una lunga barzelletta, di quando lo ha convocato per dirgli che gli è costato un occhio della testa e che segna troppo poco. Il Caimano si alza in piedi per rendere più efficace la scena che mima. “Dunque, un giorno lo chiamo e gli dico: ‘Dimmi Balotelli qual è lo scopo del gioco del calcio? Dunque te o dico io, lo scopo del gioco del calcio è quello di buttare la palla in rete, vero? E per buttare la palla in rete occorre superare la difesa avversaria e poi tirare con forza all’angolino come tu sai fare benissimo, giusto? Ma non puoi tirare all’angolino stando a centrocampo, giusto? E allora Balotelli mi spieghi per quale cazzo di motivo giochi sempre così lontano dalla porta avversaria?”.