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Quando Berlusconi insegnò a Balo come fare Goal

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A proposito dei rapporti non facili tra Silvio Berlusconi e l’ultimo Milan, Antonio Padellaro nel libro “Il Fatto Personale” (PaperFirst edizioni), da pochi giorni in edicola e in libreria, racconta cosa gli disse, nella primavera 2014 nel corso di una cena, il presidente rossonero.

Quando gli domando del suo Milan si esibisce in uno show da applausi. Si rianima: “Quell’Allegri lì mi spaccava lo spogliatoio, l’ho dovuto cacciare e Seedorf faceva lo stesso, litigava con tutti ma ora abbiamo questo ragazzo qui, Inzaghi, un grande campione rossonero a vita, che anche come allenatore mi dicono un gran bene e vedrà torneremo grandi anche senza quel Balotelli lì”. Chissà come il presidente viva oggi i successi bianconeri di Allegri e dopo aver cacciato anche Inzaghi e poi Mihajlovic.

Ora la faccio ridere”, riprende Berlusconi parlando di Super Mario, e comincia a sceneggiare, come se fosse una lunga barzelletta, di quando lo ha convocato per dirgli che gli è costato un occhio della testa e che segna troppo poco. Il Caimano si alza in piedi per rendere più efficace la scena che mima. “Dunque, un giorno lo chiamo e gli dico: ‘Dimmi Balotelli qual è lo scopo del gioco del calcio? Dunque te o dico io, lo scopo del gioco del calcio è quello di buttare la palla in rete, vero? E per buttare la palla in rete occorre superare la difesa avversaria e poi tirare con forza all’angolino come tu sai fare benissimo, giusto? Ma non puoi tirare all’angolino stando a centrocampo, giusto? E allora Balotelli mi spieghi per quale cazzo di motivo giochi sempre così lontano dalla porta avversaria?”.

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Giornalista professionista dal 1968, sono stato responsabile della redazione romana del Corriere della sera, vicedirettore de L’Espresso, direttore de L’Unità e, nel 2009 fondatore e direttore de Il Fatto Quotidiano e dal 2015 presidente di Editoriale Il Fatto spa. Ho scritto libri (Non aprite agli assassini, Senza cuore e, di recente, Io gioco pulito), ho sempre tifato Roma, mi sono sempre battuto per la libertà di stampa. E continuerò a farlo.

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