Quagliarella, la storia dietro un numero
Compie oggi 40 anni Fabio Quagliarella, il bomber della Sampdoria che ha scelto la maglia numero 27 per un motivo che vale davvero la pena di essere raccontato.
Nel 2018 contro il Napoli a Marassi, segnò un gol che fece strabuzzare gli occhi a chiunque ami il calcio. Da un cross in area ha tirato fuori un colpo di tacco al volo che profuma tra i gol più belli di sempre. Fabio Quagliarella non ha nemmeno esultato. Il girovago era stato anche a Napoli e per Napoli ha sempre avuto amore incondizionato e da signore dopo una rete per cui avrebbe gioito chiunque si è contenuto. Ma ha mandato in visibilio la parte doriana di Genova ferita e dolorante dopo il dramma del Ponte Morandi. “Una lucida follia” l’ha definita, aggiungendo: “dopo la tragedia del ponte siamo sotto i riflettori, dobbiamo dare un piccolo sorriso alle famiglie delle vittime che stanno soffrendo. Faremo iniziative insieme alla società. Domenica ci tenevo a regalare una vittoria ai tifosi e alla gente di Genova”.
Ma il cuore grande del bomber di Castellammare lo conosciamo bene, sintetizzabile in una scelta che fece tanti anni fa ma che ancora ci emoziona. Fabio indossa il numero 27 di maglia da una vita. E questo lo deve ad un motivo. Ogni numero ha una storia, chi lo sceglie come data di nascita del figlio, chi ha il suo numero fortunato. Da quando in serie A ogni giocatore ha il suo numero, è così. Fabio ha sempre voluto quello. In quel numero c’è un ricordo, una storia, un pensiero che non va via. Quel pensiero si chiama Niccolò Galli. Era un giocatore, Niccolò. Anche bravo. Ha giocato da giovanissimo nell’Arsenal, a Londra, solo che in un momento per lui negativo, preferì tornare in Italia anche per finire il liceo.
Nel 2000 lo prende il Bologna. Alla prima di campionato Niccolò Galli esordisce e anche bene. Quattro mesi dopo, a soli 17 anni, mentre sta rientrando con il motorino a casa, prende male una curva e finisce su un palo che non doveva essere così sporgente e così trasversale. Se non ci fosse stato, il ragazzo avrebbe avuto solo qualche escoriazione. Invece no. Una vita tranciata. Da un palo.
Niccolò Galli era il figlio di Giovanni Galli, un portiere che ha vinto tutto, che ha perso un figlio e che ha sempre avuto una dolorosa espressione del viso da quel momento. Ma è qui che le vite di Fabio e Niccolò si incrociano. Quagliarella infatti, era suo compagno nelle varie selezioni azzurre ed erano molto amici. Quel giorno, l’unico di serie A per lui, Galli aveva la 27. Da quel giorno, Fabio, la vorrà, per giocare per due, per lui, per Niccolò, suo amico che gli guarda le spalle, proprio il caso di dirlo.
E magari lo aiuta a tirar fuori gol così belli che per un attimo si sorride anche delle ferite. Bravo Fabio.