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Puskás Ferenc Stadion: la casa leggendaria della Squadra d’Oro
Nel pantheon delle divinità del calcio vi è sicuramente un nome, quello di Ferenc Puskás. Campione dal talento purissimo e autentica icona sportiva ungherese che si spense il 17 Novembre 2006 a Budapest. Proprio nella capitale magiara è in costruzione un nuovo stadio in suo onore, nel solco della tradizione.
Antefatto
I primi progetti di uno stadio nazionale nella capitale magiara risalgono al 1896. Il piano sembra concretizzarsi nel 1911, con Budapest seriamente intenzionata ad ospitare le Olimpiadi del 1920; ma la prima guerra mondiale e le conseguenze politiche del conflitto, tra cui l’esclusione dell’Ungheria dai Giochi, fanno arenare tutto.
Solo dopo la seconda guerra mondiale si approva in modo definitivo il progetto. Lo stadio viene edificato a partire dall’estate del 1947 e i lavori si protraggono fino alla metà del 1953. Oltre ai soldati, migliaia di persone partecipano alla costruzione su base volontaria, tra i quali, secondo la leggenda, anche Puskás e gli altri campioni dell’Aranycsapat, la “Squadra d’Oro”.
Apre nel 1953 con il nome di Népstadion, “Stadio del Popolo”. Il 20 agosto si tiene il match inaugurale, Honvéd – Spartak Mosca 3-2. Meno di un anno dopo, il 23 maggio 1954, la nazionale ungherese annienta la selezione inglese con un roboante 7-1 e doppietta di Puskás. Nel 1956, il 4 agosto, nel match di spareggio per l’assegnazione della Mitropa Cup gli ungheresi del Vasas Budapest annichiliscono con un 9-2 gli austriaci del Rapid Vienna davanti a 104.000 spettatori. Stralci dell’egemonia ungherese di quegli anni, su di un campo dove i tacchetti di giocatori memorabili hanno scritto la storia del calcio.
Primi tentativi di ricostruzione
Nel tempo l’architettura dello stadio non cambia di molto. La diminuzione dell’affluenza va in parallelo con la caduta del movimento calcistico magiaro. La conversione delle gradinate in posti a sedere negli anni ’90 e gli ulteriori adeguamenti per migliorare la sicurezza ne riducono poi drasticamente la capienza. Nel 2002 lo stadio viene ribattezzato Puskás Ferenc Stadion e a metà degli anni 2000 si propongono i primi progetti di ricostruzione, come parte dell’offerta dell’Ungheria per ospitare gli Europei. Dopo tre mancate assegnazioni consecutive, finalmente nel 2014 Budapest viene selezionata come una delle città ospitanti di Euro 2020. Il nuovo stadio può diventare realtà; in sostituzione del glorioso stadio nazionale, ormai fatiscente, nel totale degrado e con una capacità ridotta a 38.652 posti. Ombra dello splendore che fu, viene chiuso nel 2016 e demolito nel 2017.
La rinascita e il nuovo progetto
Il nuovo Puskás Ferenc Stadion, che è stato inaugurato lo scorso anno con la partita tra i magiari e l’Uruguay, ha una capienza di 67.889 posti, tra i quali 392 postazioni VIP e 178 per la stampa. E’ stato costruito dal consorzio ungherese di ZÁÉV e Magyar Építő per un costo fissato a 183 miliardi di fiorini ungheresi. E’ stato ribattezzato Puskas Arena.
Progetto avveniristico, sostenibile e rispettoso della tradizione al contempo che, riprendendo il modello dell’antico stadio, lo amplia. L’identità della vecchia arena continuerà a vivere nel successore: quasi il 90% delle macerie è stato riutilizzato nella nuova struttura in cemento. Inoltre, lo stadio conserverà le storiche torri delle scale ad ovest e strutture simili verranno erette anche ad est, dove l’edificio principale sarà mantenuto, diventando un moderno museo dello sport. La disposizione delle gradinate sarà su tre livelli e un involucro esterno, utilizzabile come un gigantesco schermo multimediale, rivestirà l’intero complesso.
Pur essendo un impianto incentrato sul calcio, non saranno trascurati gli altri sport. Strutture aggiuntive e 15 spazi all’interno permetteranno di ospitare altre 20 discipline. Futuristica e innovativa l’idea della pista da corsa di 800 metri posizionata sopra le tribune, con vista panoramica su Budapest. Ospiterà poi un hotel da 150 camere, uffici e un centro congressi, oltre a un parcheggio sotterraneo.
Uno stadio forse sproporzionato rispetto alla domanda attuale ma sulla carta semplicemente meraviglioso; in grado di far rivivere al calcio ungherese i fasti di un tempo e di onorare al meglio il nome di Ferenc Puskás.