Il Venezia fc è appena stato promosso in Lega Pro, dopo aver primeggiato nel girone C della Serie D. Gli arancioneroverdi, neoretrocessi, a seguito dell’ennesimo fallimento in una manciata di anni, si sono ritrovati di nuovo ad affrontare la quarta serie italiana a carattere interregionale. Stavolta, però, ‘il progetto’ per salire il Lega Pro c’era: Joe Tacopina, già noto per l’acquisizione del Bologna negli anni passati, ha sposato la causa della laguna costruendo una squadra forte fin da subito, con elementi extra-categoria come Serafini, Carbonaro, Maccan, Soligo, Barreto, Modolo (già conoscenza veneziana nella prima retrocessione d’ufficio nel 2009) e così via. Il nocciolo della questione, però, per ogni facoltoso acquirente che approda in laguna, è la questione del profitto: lo stadio.
«You know, il Penzo è fantastico, ma è you see, è uno stadio vecchio», ha più volte ripetuto Tacopina mescolando italiano e slang statunitense, che avrebbe fatto rabbrividire la rigorosa pronuncia ‘british’.
Il Penzo sarà anche uno stadio vecchio, quasi coevo del ‘Ferraris’ di Genova, ma ha un fascino tutto suo. Lo ‘stadio sulla terraferma’ (si parla continuamente dell’ormai mitico ‘quadrante di Tessera’ da più di un decennio) non avrebbe lo stesso significato per il Venezia e per la città.
Questione stadio a parte, il Venezia fc (sorto dalle ceneri dell’FBC Unione Venezia, che a sua volta era nato dal fallimento dell’SSC Venezia) torna ad animare il professionismo. Tuttavia, di ‘Venezia’ ce ne sono due.
Esiste, infatti, da quest’anno calcistico appena conclusosi, l’ASD Venezia 1907 che ha assunto il simbolo dell’SSC Venezia, acquistato all’asta da Gianalberto Scarpa Basteri, vice presidente dell’associazione Cuore NeroVerde e dallo scorso anno console onorario del Bangladesh per il Veneto.
I neroverdi si sono iscritti al campionato della Terza Categoria di Venezia nel settembre 2015, ad un pugno di settimane dall’inizio del campionato, e hanno calcato – a proposito di campi da gioco – il terreno del campo di un isolotto della laguna di Venezia, quello di Saccafisola, neanche regolamentare e per il quale la federazione ‘ha chiuso un occhio’ concedendo una deroga. La squadra dell’ASD Venezia, come già prima detto, è stata iscritta in Terza Categoria grazie all’iniziativa dell’associazione Cuore Neroverde e del Basteri prima menzionato il quale, nell’estate scorsa, ha messo mano al portafoglio tirando fuori più di trentamila euro per comprare il marchio del precedentemente fallito SSC Venezia. Al momento dell’acquisizione, nonostante il logo fosse arancioneroverde, il vicepresidente di CNV ha dichiarato che l’acquisto è stato fortemente voluto dato che «in quel nome è confluito, nel 2009, quello storico dell’AC Venezia 1907 […] Abbiamo il massimo rispetto per i sacrifici che sta facendo il club (il Venezia FC nda) e per i tifosi che da anni la seguono. Semplicemente, siamo due realtà diverse: va da sé che non abbiamo preso il marchio SSC Venezia per lasciarlo nel cassetto e valuteremo le possibilità di tornare ad utilizzare lo storico AC Venezia 1907», come riportato in quei giorni dal Gazzettino. Due realtà diverse nella sostanza, dato che una porzione della tifoseria e dei sostenitori lagunari non ha mai riconosciuto l’Unione tra Ac Venezia e Mestre e, di conseguenza, la tricolorazione arancioneroverde.
Due Venezie, dunque, due matricole Figc, per cui nei primi mesi di maggio s’è iniziata una polemica attorno al nome per cui ci sono state vicendevoli accuse (e mosse legali) per tentare l’inibizione del simbolo dell’uno e dell’altro e accreditarsi come ‘Venezia’ uno ed unico, a pochi giorni dall’affiliazione tra Pro Venezia e Venezia fc.
Fatto sta, in ogni caso, che ora le due ‘venezie’ sono ormai realtà e dovranno imparare a convivere, nonostante al momento appaia impossibile dati i comunicati incrociati al vetriolo che sono stati rilasciati (qui il comunicato del Venezia FC, qui il controcomunicato dell’ASD Venezia 1907): da una parte il Venezia di Terza Categoria vorrebbe accreditarsi come unica squadra della Laguna in quanto in possesso del simbolo dell’SSC Venezia, dall’altra il Venezia fc appena tornata nel mondo del professionismo.
In tutto questo, mentre la squadra di Tacopina da quest’anno ha abbandonato la terminologia Unione caratteristica del connubio tra laguna e città di Mestre, ecco approdare nello stesso girone C in cui militava la squadra (pur sempre) arancioneroverde, il team del Mestre. La diaspora mestrina, a seguito dell’unione Venezia-Mestre, è stata interrotta dall’iniziativa dell’FBC Union Pro (unione di società Pro Mogliano e Preganziol) che nel giugno dello scorso ha spostato la propria sede a Mestre e ha cambiato denominazione in SSD AC Mestre mentre la precedente squadra arancionera, salita in Promozione, si era trasferita a Spinea diventando l’FBC Spinea 1966.
Ecco il comunicato dell’Union Pro Mogliano al riguardo “L’AC MESTRE, società nata dalla fusione tra Mestre e Mestrina, giocherà il campionato di serie D 2015/16 presso lo stadio Comunale di Mogliano in attesa del ripristino dello Stadio Baracca di Mestre. I campi di allenamento della prima squadra saranno quelli di Zelarino e di Mestre. Il Settore Giovanile della AC Mestre giocherà invece nei campi di Zelarino, Giacomello e Bacci. L’FC UNION PRO disputerà le partite di campionato di Eccellenza 2015/16 presso l’impianto sportivo di Mogliano o di Preganziol, in base alla compilazione dei calendari. Le partite del Settore Giovanile si giocheranno presso lo Stadio Comunale di Via Ferretto, il Campo Secondario di Mogliano e presso lo Stadio di Preganziol”
Volendo chiudere con un sorriso, utilizzando un’espressione celebre di Oronzo Canà, mentre tentava di spiegare la famigerata ‘bi-zona’ ai suoi basiti giocatori della Longobarda, «in tutto questo casino generèle» sembra appena iniziata una lotta senza fine. A metà fra Laguna e Terra ferma.