Il problema doping per il rinvio di Tokyo 2020
Il rinvio delle olimpiadi di Tokyo posticipate al 2021 per l’emergenza coronavirus è un’opportunità per tutti gli atleti positivi al doping che avrebbero saltato l’evento perchè squalificati ma che ora, scontata la pena, sono di nuovo eleggibili. Tantissime già le proteste arrivate dagli atleti e dalle federazioni verso il Comitato Olimpico Internazionale. In arrivo una decretazione d’urgenza?
Il rinvio di un anno delle Olimpiadi di Tokyo del 2020 potrebbe aprire le porte ai dopati condannati nel competere per le medaglie, un problema che dovrà essere affrontato, ha detto il capo dell’Agenzia anti-doping degli Stati Uniti (USADA) Travis Tygart.
Ad oggi già 21 federazioni si sono mosse chiamando il CIO e sollevando il problema. È uno dei tanti temi complessi che dovranno essere risolti ora che i Giochi sono stati rinviati al 2021.
Attualmente, non vi è alcuna eccezione per l’estensione di una sanzione antidoping per eventi posticipati se l’atleta ha scontato il divieto al momento della competizione.
Coloro che sono stati sanzionati, come il recidivo Justin Gatlin, campione del mondo dei 100 metri, hanno rispettato le regole e oggi sono idonei a competere.
Se un atleta ha scontato il suo divieto e gli viene negata la possibilità di qualificarsi per le Olimpiadi, è certo che una tale sentenza possa essere contestata in tribunale.
Senza precedenti, il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) o l’Agenzia mondiale antidoping (WADA) potrebbero dover prendere in considerazione una decretazione ad hoc ricalcando la struttura utilizzata dalla Major League Baseball, dove un giocatore sospeso durante la stagione per doping non è idoneo per il post-season di quell’anno.