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Plogging: come fare Sport e salvare il Pianeta

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Plogging: come fare Sport e salvare il Pianeta

L’ambientalismo, negli ultimi tempi, sta contagiando sempre più ambiti della nostra vita quotidiana. Una buona notizia visto che il riscaldamento globale sta diventando sempre più un pericolo imminente e, nonostante i vari allarmi lanciati dagli esperti di tutto il mondo, non tutti sembrano prenderlo ancora sul serio.

Il lato eco-friendly, col passare del tempo, non poteva non interessare anche il mondo sportivo a livello globale sotto numerosi punti di vista. Nei mesi scorsi noi di Io Gioco Pulito, tramite numerosi articoli pubblicati, abbiamo messo in luce quanto questo connubio stia crescendo sempre di più.

Negli ultimi mesi, ad esempio, sta venendo sempre più usata una nuova parola: plogging. Essa è il risultato dell’unione tra due termini: “running” e “plocka upp”, che vuol dire ‘raccogliere’ in svedese. Difatti essa descrive una attività che contemporaneamente porta benefici al corpo e all’ambiente circostante visto che, in italiano, si può tradurre con “corri e raccogli” .

La parola plogging nasce non in un paese a caso ma nella verde Svezia. Utilizziamo questo aggettivo per descrivere lo stato scandinavo perchè proprio qui è nata e cresciuta la paladina per antonomasia del movimento ambientalismo attuale: Greta Thunberg. Inoltre, il governo di Stoccolma è uno dei più attivi, a livello mondiale, dal punto di vista eco-friendly e nella lotta al surriscaldamento globale.

L’idea di creare questa nuova parola è venuta ad Erik Ahlstrom. Egli, per l’esattezza, ha iniziato a ripulire, correndo, le strade della sua città, Stoccolma.

Dopo aver raccontato sui suoi profili social questa sua idea, Ahlstrom ha dato il via ad un movimento globale che, ad oggi, interessa numerosi stati del mondo intero. Dal Cile alla Thailandia, passando per l’Italia, sono migliaia le persone che hanno deciso di mettere a frutto una pratica che, come detto prima, porta più di un beneficio.

Una singola seduta di plogging risulta più completa di un semplice “lungo”, perché si trasforma in una sorta di interval training o in una seduta di ripetute o di variazioni. Molto importante è anche la condivisione della propria esperienza sui propri profili social grazie ad uno specifico hashtag.

In Italia, in pochissimo tempo, si è creato un vero e proprio movimento che interessa numerose città dal Nord al Sud del Belpaese. Tra i primi centri abitati che hanno aderito possiamo citare Casale Monferrato, Milano, Bologna, Bergamo, Firenze e Monza.

L’ultimo esempio da fare, però, ci porta a Bassano del Grappa: piccolo centro abitato in provincia di Vicenza. Proprio qui, lo scorso 6 ottobre, si è svolta il CMP Trail: una importante gara podistica della zona.

Alla manifestazione ha preso parte anche un commesso bolognese, Michael Filippo Summo. Lo stesso Summo ha partecipato seguendo un motto ben preciso: In un mondo di indifferenza noi possiamo ancora fare la differenza”.

Il commesso emiliano ha percorso la distanza totale di 43 km in circa 7 ore e mezza. Durante la corsa però, oltre alla consueta divisa da corsa, alle scarpe e allo zaino, Summo ha portato con sè anche una busta della spazzatura per raccogliere i rifiuti trovati lungo il tragitto.

Il corridore ha voluto descrivere così la sua esperienza: “A Bassano, durante la gara, alcuni atleti mi hanno chiesto ser per caso ero una delle scope e io ho risposto che in realtà ero un concorrente che stava gareggiando come loro, solo con qualche chilo in più da portare. Domenica scorsa, vedendomi con guanto in lattice e sacchetto, le persone sono rimaste sorprese. Il luogo dove si è corso era tenuto bene, ho raccolto soprattutto molti gel e cartine di barrette. Nei tratti in salita ne ho approfittato per raccogliere e rifiatare e dove si poteva correre ho guadato meno approfonditamente anche se ormai, grazie all’esercizio quotidiano, i miei occhi funzionano da radar quando si tratta di scovare bottigliette abbandonate”. Il tutto, continua lo stesso Summo “è nato così naturalmente. Per me è come un gioco, mi fa star bene e, allo stesso tempo, mi prendo cura dell’ambiente. Ho scoperto il plogging durante un viaggio in Svezia. Già i paesi scandinavi sono molti attenti all’ambiente e al decoro e non ho potuto che essere contagiato da tutte queste persone intente a raccogliere i rifiuti durante la corsa”.

Si percepisce speranza ma, allo stesso tempo, una gran voglia di riscatto nelle parole di questo giovane emiliano: “Pratico il plogging ogni giorno, sia la mattina che la sera, e principalmente raccolgo la plastica, che poi butto, e l’alluminio, in modo particolare le lattine, che poi conservo. Avevo voglia di riscattarmi da anni di pigrizia e di rimettermi in moto. Il corpo umano è come un macchina, schiacci un bottone e si riattiva, per questo ho deciso di nominarlo così. Mi piacerebbe organizzare una gara dove il vincitore non è chi corre in meno tempo ma chi raccoglie più rifiuti entro un tempo stabilito”.

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