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Pio & Amedeo: “Questi Europei per noi sono la tuta grigia del portiere dell’Ungheria e le sopracciglia di Ronaldo”.

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Gli Europei sono agli sgoccioli, domenica nel match Francia vs Portogallo si deciderà la Regina d’Europa. Tra la vasta offerta di telecronache più o meno istituzionali oggi siamo andati a trovare il duo comico foggiano Pio e Amedeo che su RTL seguiranno, in maniera senz’altro dissacrante, l’attesissima finale.

L’esperienza su RTL si sta per concludere. Com’è stato seguire gli Europei e cercare di farci ridere su?

Amedeo: Noi ci siamo divertiti anche perché un approccio così diretto al calcio non l’avevamo mai avuto. Il calcio è una nostra passione, più mia che di Pio che è rimasto fermo agli anni ’90.

Pio: Esperienza molto positiva, mai fatto radio su eventi sportivi di questa portata. Abbiamo trovato per la prima volta un editore che ha sposato le nostre idee: una radio completamente open e con un linguaggio strong.

Qual è il giocatore che vi ha più ispirato e che vi ha fornito più spunti ironici?

Amedeo: Il portiere dell’Ungheria che è rimasto negli anni ’80. Un giocatore fuori contesto in questo calcio di giocatori lampadati e con le sopracciglia ad ali di gabbiano, Cristiano Ronaldo è l’esempio di questa evoluzione o involuzione. Invece il portiere dell’Ungheria se ne sbatteva totalmente e si è presentato ad una competizione fatta di lustrini e paillettes con la tuta grigia che tutti abbiamo indossato per fare educazione fisica in seconda media. Quarant’anni, tuta grigia e si va a comandare.

Pio: A me sicuramente Cristiano Ronaldo, soprannominato Pagliaccio e dopo di lui Ibrahimovic.

Irlanda e Islanda sono state Regine del tifo ed hanno disputato anche una buona competizione. Mi dite qualcosa di non politicamente corretto?

Amedeo: Non ci riesco. Credo che quel modo di tifare sia l’aspetto più bello del calcio. Il 10% della popolazione islandese era lì in Francia a guardare la squadra e quel dato di ascolto fatto in Islanda, il 99,4% di share, è un dato incredibile che ti fa capire cosa sia il calcio. I riti comunitari, l’approccio di un popolo intero dimostrato in quel modo sono gli aspetti  più belli del calcio.

Cosa mi dite invece dell’Italia? Vi è piaciuta?

Amedeo: Io ero tra quelli che in questa squadra non ci credevano affatto, poi mi sono ricreduto. Avevo sottovalutato il lavoro mentale che può fare un allenatore come Conte più in una nazionale che in una squadra di club, dove non vincono gli schemi rodati per mesi ma vince soprattutto l’approccio mentale.

Pio: A me è piaciuto Conte, allenatore fortissimo lui li telecomandava i calciatori in campo, tipo playstation.

E tra i giocatori azzurri?

Pio: Tra i calciatori mi è piaciuto Parolo, non pensavo, mi ha stupito. Poi Giaccherini anch’io, grande impegno da parte sua. Poi chiaramente Buffon e tutta la difesa. L’attacco no, nessuno. Io simpatizzo Milan ma solo perché sono aziendalista, dovessi andare in Rai cambierei squadra. Comunque tra gli azzurri del Milan non mi è piaciuto nessuno. Il Milan non ha calciatori, guarda cambiamo pagina perché sono anni duri.

Amedeo: Bonucci su tutti, ha dimostrato maturazione dal punto di vista sportivo. Per quanto riguarda l’approccio assolutamente Giaccherini, esempio di chi pur non avendo grandi doti tecniche si può fare molto bene. Quello si dovrebbe insegnare e non le sopracciglia ad ali di gabbiano

E invece Pellé cos’ha insegnato?

Amedeo: Io non mi sento di attaccarlo. Aveva davanti un portiere come Neuer. Ha provato ad esorcizzare la paura mimando il gesto del cucchiaio. E comunque fosse entrata ora staremmo a parlare del fenomeno Pellé. Lo assolviamo.

Parliamo di Emigratis, la vostra trasmissione su Italia Uno. Spesso avete incontrato sportivi, mi dici quello più antipatico.

Amedeo: Siamo stati fortunati, di antipatici non ne abbiamo incontrati. Uno molto simpatico è Pirlo, un po’ timido, ma molto simpatico a dispetto dell’apparenza.

Pio: Emigratis è stata una grande esperienza, sapevamo di avere in mano una buona idea ma non immaginavamo potesse essere così di successo. Fortunatamente non abbiamo incontrato sportivi antipatici, ti posso dire che Valentino Rossi è stato il più simpatico. E poi è difficile non essere simpatico con noi perché o ti pieghi alla nostra volontà o niente.

Prima Checco Zalone, ora voi. Si può dire che ci sia una riscossa di tutta quella Puglia che non si chiama Salento? 

Amedeo: Sì effettivamente sì. E’ una questione di linguaggio e suono. Quello pugliese è adesso un suono che piace e che va di moda. I punti di forza sono la simpatia che i nostri suoni esprimono, basti pensare al capostipite di tutti che è Lino Banfi. Abbiamo solo dovuto aspettare che gli spettatori si stancassero del suono della comicità napoletana.

Pio: La Puglia è una fucina di artisti incredibili. Noi abbiamo la fortuna, a differenza di altre Regioni, di essere diversi. La Puglia essendo lunga abbiamo il Salento che sforna cantanti e Bari e Foggia che sfornano comici e presentatori ma non da adesso, basta pensare a Lino Banfi e Renzo Arbore. La Puglia ha una marcia in più, i terroni in genere, ma la Puglia più di tutti. Chiamami pure campanilista ma io la penso così.

Parliamo di voi come lo vivete il tifo. Mi raccontate un aneddoto divertente?

Amedeo: Durante i playoff Foggia vs Alessandria. Il Foggia ha giocato ad una porta tutta la partita. In tribuna c’era un giornalista dell’Alessandria che continuava a scrivere “Partita equilibrata”, cose fuori dalla realtà. Quando ha segnato il Foggia io, scherzosamente, sono sceso e gli ho tolto il computer dalle mani e per l’estasi del goal gli stavo sfondando la tastiera. Poi ci siamo chiariti, non aveva capito che stavo solo giocando.

Pio: Guarda eravamo in fase contrattuale con RTL e ci avevano proposto di condurre gli Europei. Noi gli abbiamo detto “Va bene tutto, chiedeteci tutto ma tranne un giorno, Italia vs Belgio“, perché il giorno prima c’era la finale play off Foggia vs Pisa, troppo importante. Abbiamo messo il Foggia davanti al lavoro.

I giorni che hanno preceduto Foggia vs Pisa sono stati molto tesi. Secondo si è lavorato per alzare il livello di tensione?.

Pio: Io dico che non è stata una vittoria del Pisa ma una vittoria di Gattuso. All’andata il Pisa ha meritato ma al ritorno Gattuso ha bluffato. Quando gli è arrivata la bottiglietta in testa, non so se fosse piena o vuota, ha esagerato, prima si è tenuto il ghiaccio a destra e poi a sinistra. Ha fatto una pantomima in modo da far saltare la pazienza.

Amedeo: Io credo che molte colpe ce le ha un uomo di calcio come Gennaro Gattuso che non doveva permettersi di entrare e provocare un tifo arrabbiato come quello del Foggia, noi tifosi ci siamo cascati come i polli. Comune pensiamo già all’anno prossimo

E la prossima stagione come la vedi? E soprattutto tu la prossima stagione con chi giocherai alla play station? (ndr Amedeo ha pubblicato sul suo profilo Facebook lunghe sessioni di play station con Pietro Iemmello, ex giocatore del Foggia)

Amedeo: Non lo so, spero di gioire, anche perché ho tutta la mia fiducia in De Zerbi. Sulla playstation speriamo di incontrare un avversario più competitivo o che Pietro si alleni, magari ci incontriamo a Milano.

E invece gli Europei? Chi vince la finale?

Amedeo: Portogallo ai rigori, ma prima della semifinale avrei detto Germania a mani basse.

Pio: Sono arrivate in finale le due squadre che mi stanno più antipatiche per quanto ho visto che Pogba ed Evra abbiano detto che sono arrivati in finale anche grazie all’energia degli italiani. A me la Germania non stava antipatica, avrei preferito. Sono arrivate in finale le due squadre che hanno giocato peggio. Detto questo anche io dico Portogallo.

Perché i tifosi dovrebbero seguire la finale con voi su RTL e non su Radio Rai con la Gialappa’s?

Amedeo: (Ride) Noi siamo molto amici della Gialappa’s, abbiamo anche lavorato insieme. Loro fanno questo mestiere da quando noi siamo bambini, loro sono dei maestri. Abbiamo stili differenti, chi dopo tanti anni vuole cambiare un po’ seguisse noi.

Pio: (Ride) I Gialappi sono amici. Ti dico con noi perché è una cosa nuova, è un po’ come vedersi la partita sul divano con due amici cazzari.  E’ un po’ come se ti invitassero a vedere una partita della quale non ti importa molto due amici simpatici che mettono divano e salotto.

 

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