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Pietro Vierchowod, lo Zar che ha vinto tutto

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Pietro Vierchowod, lo Zar che ha vinto tutto

Era l’unico giocatore di quella ‘Sampdoro’ ad aver già conquistato lo scudetto. Srecko Katanek e Alexej Mikhailitchenko avevano vinto nei loro Paesi, ma non erano a Bogliasco da diversi anni come i ‘Gemelli del gol’ blucerchiati, Pari, Mannini, Cerez, il capitano Pellegrini. E lui…

Strinsero un patto: nessuno avrebbe lasciato Genova prima che il sogno tricolore diventasse realtà. E forse lo ‘Zar’ diede qualche consiglio importante a Boskov, anche se ‘Zio Vuja’ non ne aveva bisogno. Pietro

Vierchowod in carriera ha vinto quasi tutto quello che c’era da vincere, ma avrebbe potuto festeggiare un altro campionato (Fiorentina 1981-’82) e quella Coppa Campioni che divenne invece la prima ‘dalle grandi orecchie’ della storia blaugrana. Ha vestito solo per una stagione la maglia della Roma (in prestito dalla Samp), ma nell’annata del secondo scudetto della storia giallorossa. Lui, sempre in campo in quel campionato, è stato fondamentale, con Di Bartolomei che partiva dalla linea difensiva: ma ‘Ago’ nel corso delle gare saliva a centrocampo, protetto alle spalle dal velocissimo Vierchowod (come raccontato in una puntata di ‘Sfide’ del 2001 ricordando quel tricolore).

“Il nostro rammarico più grande è stato quello di averlo avuto solo un anno con noi”, scrive Luciano Tessari (vice del ‘Barone’ per tanti anni) nel suo libro ‘La grande Roma di Liedholm’. E proprio di fronte a Liddas aveva esordito in Serie A, il 14 settembre 1980 con la maglia del Como. Blucerchiato dal 1983 al ’95, con il club ligure ha disputato 358 partite di Serie A, per un totale di 562 nel massimo campionato.

Dopo aver salutato Genova ha vestito per una stagione la maglia della Juventus, l’avversaria dei duelli tricolori nei primi anni Ottanta. Una sola stagione a Villar Perosa (dove ritrovava Narciso Pezzotti, braccio destro del tecnico slavo), ma quella della Champions, disputando da titolare l’ultimo atto all’Olimpico di Roma: se dodici anni prima in quello stesso stadio avesse disputato un’altra finale, chissà… La Sampdoria di Boskov ha fatto storia, con la sua spensieratezza, anche se Vierchowod non aveva un gran feeling con Pagliuca e Pellegrini: sarebbe bello organizzare una serata con Pietro e farsi raccontare gli aneddoti blucerchiati di quel tempo, senza dimenticare quelli del ‘Barone’ e di ‘Zio Vuja’. “Fuori era uno svedese ma dentro Liedholm era più scaramantico dei napoletani”, ha dichiarato una volta lo ‘Zar’.

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