La notizia, apparsa su brindisioggi.it e riportata da infoazionariatopopolare, è di circa un mese fa, e riporta un’iniziativa del tutto innovativa, soprattutto per una città che il calcio ormai non lo mastica da tempo. Il calcio a Brindisi non è lo sport primario. Geograficamente compressa tra Bari e Lecce, costantemente soppiantata dalla solida realtà del basket, la squadra biancazzurra non ha mai saputo imporsi nel panorama calcistico pugliese, e ha dovuto imbattersi più volte in presidenze sciagurate.
In venticinque anni, dal 1990 al 2015, si contano cinque fallimenti, l’ultimo quest’estate, con la chiusura del Città di Brindisi dopo l’inchiesta Dirty Soccer, e la fondazione della A.S.D. Brindisi, nata con l’acquisizione del piccolo team Real Paradiso. Oggi il Brindisi disputa il campionato di Prima Categoria, ma con uno spirito tutto nuovo, prendendo le distanze dallo sfortunato passato degli ultimi due decenni. Una nascita, e non una ri-nascita, come illustrato nel video di presentazione del nuovo Brindisi, a cura di telebrindisi.tv.
In compartecipazione con il Real Paradiso, è nata Per Brindisi, iniziativa di azionariato popolare, tramutatasi in Polisportiva, che si prefigge l’obiettivo di restaurare il moribondo calcio brindisino, ormai orfano anche della sua icona più rappresentativa. l’ex attaccante Cosimo Francioso, nativo di Brindisi, dove ha concluso la sua carriera da calciatore, prima di un breve periodo al Grottaglie, sedendosi poi in panchina nel 2012 senza raggiungere successi.
“Per Brindisi” ha preso la questione calcio sul serio, rompendo col passato e portando una ventata di novità, la più importante, la scelta di ripartire dal territorio, dai cittadini di Brindisi, in particolare dai più giovani. Prende corpo l’idea di aprire una scuola calcio a costo zero, «offrendo la possibilità di fare sport con una nuova scuola calcio gratuita, per aiutare le famiglie in difficoltà economiche». Ma l’obiettivo ancora più nobile ha connotati sociali e una mission che spetterebbe agli Assessorati di competenza: «togliere i bambini dalle strade, permettendogli di praticare calcio e di allenarsi gratis», dando valore al senso sociale della rifondazione della squadra, secondo un principio inclusivo di tutti i cittadini.
È solo l’inizio, ma le idee sembrano già chiare, soprattutto per l’organizzazione atletica, con l’utilizzo della struttura adiacente allo stadio Fanuzzi e l’aiuto di esperti preparatori. In quartieri critici come la pluridocumentata Scampia, ci sono giocatori che inseguendo un pallone sono sfuggiti alle difficoltà del loro quartiere, basti pensare alla storia di Armando Izzo, oggi titolare in Serie A con il Genoa.
“Per Brindisi” agisce con il duplice obiettivo di salvare dalle intemperie della strada giovani ragazzi che potrebbero avere un talento inespresso, e di ricostituire, o meglio, creare da zero l’orbita del calcio attorno alla quale Brindisi non ha mai gravitato. Per fortuna il tifo non è mai mancato, come dimostra questo video risalente al 2011, ma la mancanza di programmazione, di progettualità e di una semplice presidenza non ricca ma perlomeno stabile, ha sempre tarpato le ali ai brindisini che vogliono tifare la squadra di calcio della propria città. Un amore da ultimi romantici che personalmente mi commuove e mi affascina. Spazio quindi al nuovo corso, che sembra voler concretamente lavorare Per Brindisi.
FOTO: www.brindisimagazine.it
Tutto vero e molto bello peccato pero’ che appena scaleremo fino alla serie D poi ci vorra’ una vera società ricca e tutti si faranno da parte…chissà perche qst sfortuna capita solo a noi…mai un imprenditore grosso o una società ,anche da fuori,che faccia un progetto per tornare nei professionisti e restarci a lungo…eppure il bacino d’utenza c’è…non vediamo una terza serie (c1 /legapro) dal 90 per una squadra che vanta anche sei campionati di B negli anni 70…
Mai stato a Brindisi.