E’ salita alla ribalta nelle scorse ore su tutti gli organi di stampa sportivi la notizia del flusso anomalo legato alla partita di Lega Pro Girone B tra il Parma secondo in classifica e l’Ancona fanalino di coda. Flusso anomalo ovviamente tutto diretto sulla più che improbabile vittoria ospite, quotata inizialmente a quota 13.47 e scesa al momento del calcio di inizio a quota 11.34, un calo quindi circa del 19%. Già questo dato basterebbe a far storcere il naso a chi conosce il mondo delle scommesse ma ce n’è un altro ancora più importante: su 42 bookmakers presi in esame dal sito in questione, ben 30 (pari al 71%) avevano mosso la quota al ribasso. Segno evidente di tanti soldi puntati su quell’esito ma anche che la soffiata della combine stava girando sia tra gli scommettitori sia tra i detentori del banco.
Intanto a Pozzuoli, comune nella provincia di Napoli qualcuno, forse molto più di qualcuno, sapeva. Lì infatti è stata riscontrata la più alta percentuale di vincite con addirittura interi condomini che hanno fatto una colletta, si dice di 100 euro a testa, da puntare sulla vittoria dell’Ancona.
L’onda mediatica non è andata giù ad Alessandro Lucarelli, difensore e capitano del Parma, che in uno sfogo se l’è presa con la stampa chiedendo esplicitamente di tirare fuori i nomi di coloro che hanno suggerito il risultato finale sicuri del combine e smentendo perentoriamente il fatto che la partita fosse truccata.
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Il problema del Match Fixing è ormai dilagante, e anche se alcune partite si possono considerare combinate alla luce del sole, la lentezza della giustizia sportiva prima e quella ordinaria poi lascia trascorrere talmente tanto tempo che chi ha scommesso ha tutto il tempo di ritirare i soldi e spenderli a piacimento. La domanda semmai è: perché i bookmaker, con i software che hanno a disposizione, non tolgono più le partite sospette dal palinsesto? Le prove non ci sono ma qualche teoria proveniente da chi in questo circuito ci lavora c’è ed è la seguente: sulle partite sospette i bookmakers si coprono scommettendo l’importo scommesso dagli scommettitori sui bookmakers asiatici che hanno quote migliori rispetto a loro e soprattutto non hanno limite di puntata. Non solo, viste le molteplici indagini contro le combine, hanno stipulato assicurazioni che li rimborsano una volta conclusa l’indagine che attesta che la partita in oggetto è stata vittima di combine. E’ solo un’ipotesi certo, ma dà l’impressione di essere molto più di una semplice “pulce nell’orecchio”.