Quando atterrò a Palermo non pochi si stupirono; arrivava infatti uno svedese di padre ghanese, un centrocampista paragonato a Xavi sebbene fosse alto 10 centimetri in più rispetto al metronomo spagnolo, cresciuto nelle giovanili di una squadra antichissima – L’AIK di Stoccolma, fondata nel 1891 – ma sbocciato con la maglia del Väsby United, un club nato nel non proprio lontanissimo 2005.
I primi tre anni di Robin Quaison in terra sicula non sono di facile comprensione: tra alti, bassi e poche certezze l’avventura in rosanero non partì proprio nel migliore dei modi: esordio con sconfitta in Coppa Italia, 3-0 inflitto dal Modena di Walter Novellino, allenatore che ritroverà qualche mese dopo al Renzo Barbera e che non andrà per il leggero nella valutazione del 23enne svedese.
“Quaison è un presuntuoso. Se solo fosse più umile darebbe di più” dichiarò al Corriere dello Sport il tecnico campano, fresco di esonero da parte di Maurizio Zamparini.
Eugenio Corini, assunto proprio dal presidente rosanero nelle ultime settimane, sembra aver trovato la giusta chiave per far rendere al meglio un giocatore con le sue potenzialità, lasciandolo agire in una zona del campo leggermente defilata a sinistra e permettendogli di incunearsi nelle difese avversarie con rapidità e con i tempi giusti.
Parlando di numeri e statistiche, la grande dote di Quaison è la tecnica sopraffina: ingaggia in media 6 duelli offensivi a partita, con una media positiva spaventosa. L’80% dei tentativi vanno a buon fine, solo il restante 20% non supera il confine.
Un capolavoro di velocità, cambi di passo e freddezza.
Il suo contratto scade il 30 Giugno del 2017, motivo per cui dovrà essere presa al più presto una decisione sul futuro dello svedese nato a Stoccolma il 9 ottobre proprio come John Lennon, che nel 1971 cantava “How Do You Sleep?”.
Chissà come dorma oggi proprio il presidente Zamparini, consapevole di avere in casa l’ennesimo talento da valorizzare e dotato di una classe cristallina, sempre che questo splendido momento di forma non svanisca nel nulla proprio come il numero 21 rosanero quando attacca la profondità e lascia quasi impotenti gli avversari.
Inutile dire che il Palermo abbia infinito bisogno di un talento come Quaison, capace di ribaltare pronostici e partite proprio come la ‘roulette russa’ di Genova nella speranza di raggiungere la famosa soglia dei 40 punti (ma anche meno), tanto per stare senza pensieri.
Quanto manca per poter ammirare la vera essenza della stella su cui i tifosi del Palermo e Maurizio Zamparini continuano a voler puntare? Nonostante due stagioni in chiaroscuro, riuscirà il sole del Barbera a farlo sbocciare come tanti altri fenomeni passati dalla Sicilia?
A giudicare dalle 2 reti nelle ultime 2 partite, entrambe da stropicciarsi gli occhi con le dita, direi che ci siamo quasi. Anzi, ci siamo Quaison.
Ci siamo Quaison.