Paestum, l’antica perla della Magna Grecia

Inizia la lettura
4 mins read

In provincia di Salerno, nella piana del Sele (una dei territori dove regna la produzione della gustosissima mozzarella di bufala), sorge un’antica città della Magna Grecia che, nonostante i millenni trascorsi, si è conservata piuttosto bene. La straordinaria Paestum fa parte del comune di Capaccio, una località del Cilento bagnata dal Tirreno. L’area archeologica di Paestum è stata riconosciuta dall’UNESCO come patrimonio dell’umanità nel 1988. Tre templi dominano il paesaggio di Paestum oltre ad un anfiteatro, un foro, un’antica basilica, un santuario e un quartiere.

Il  tempio di Nettuno è stato costruito intorno alla metà del V secolo a.C.  ed è uno dei 3 templi meglio conservati della Grecia antica. Nel ‘700 è stato attribuito a Nettuno anche se in realtà molti storici e archeologi ritengono che fosse stato dedicato ad Apollo nella sua funzione di medico. Il tempio di Athena è stato edificato verso la fine del VI secolo a.C. Nel ‘700 il ritrovamento di un consistente numero di ex voto dedicati alla dea Athena hanno consentito l’attribuzione a questa divinità.  Il terzo tempio è anche il più antico tra i tre. La sua data di edificazione oscilla tra il 550 e il 540 a.C. Il tempio è stato dedicato ad Hera, moglie di Zeus e principale divinità della polis, come dimostrano gli ex voto ritrovati.

L’anfiteatro romano è un altro gioiello di Paestum. Fu costruito intorno al 50 a.C. a verso la fine del I secolo d.C. è stato aggiunto un anello esterno per aumentarne la capienza. Il Foro venne costruito poco dopo il 273 a.C., quando la città di Paestum cadde sotto l’orbita romana. Qui si svolgevano le principali attività politiche, sociali e religiose. La Basilica Paleocristiana risale, invece, al V secolo d.C. e gli ultimi restauri hanno riportato alla luce alcune antiche colonne incorporate nella muratura del rifacimento barocco. E’ una chiesa molto apprezzata dalle coppie che la scelgono per la celebrazione del loro matrimonio.

I ricchi romani apprezzavano molto Paestum e lo testimoniano gli 8 isolati venuti alla luce, tra cui la “Casa con piscina” (2800 mq). Il santuario  con piscina è invece dedicato alla Fortuna Virilis ed era destinato ai riti di fertilità che si tenevano durante le feste in onore di Venere. l museo Nazionale nasce nel 1952 e racchiude gran parte del materiale archeologico proveniente dai numerosi scavi. In questo luogo si possono ammirare numerosi vasi in terracotta e in bronzo, armi e strumenti musicali. Il protagonista assoluto del museo è la Tomba del Tuffatore (490/480 circa a. C.) che prende il nome dalla lastra di copertura raffigurante un defunto nel momento di tuffarsi nel mare. Il dipinto è una rappresentazione del passaggio repentino dal mondo dei vivi a quello dei morti.

Nel museo narrante di Hera Argiva il tuffo nella storia di Paestum diventa digitale attraverso filmati, ricostruzioni tridimensionali, video installazioni, effetti sonori e pannelli illustrativi la storia e i ritrovamenti del sito archeologico. Da non trascurare anche il Santuario del Granato che regala ai visitatori un panorama mozzafiato sul Golfo di Salerno ed è ancora oggi meta di pellegrinaggio. Qui il cristianesimo ha immagazzinato elementi pagani: la divinità venerata era Giunone e il melograno (Granato) era il suo frutto sacro.

 

Articoli recenti a cura di