Nello sviluppo delle iniziative di coinvolgimento attivo dei tifosi nella governance dei club, attraverso associazioni riconosciute(Supporters’ Trust) o di club completamente partecipati dai supporters(Community Club), ha avuto un ruolo molto rilevante il contagio tra le diverse esperienze che si sono articolate in tutta Europa nel corso degli ultimi venti anni. Sebbene ciascun Paese abbia le proprie peculiarità, e differenti livelli di sviluppo, nell’ultimo decennio è emerso sempre di più un filo comune, e le buone pratiche, risultate localmente vincenti, si stanno diffondendo rapidamente in risposta alla crisi del calcio attraverso fenomeni di emulazione e adattamento ai contesti locali.
Come accennato in ‘Supporters nella governance del calcio. La risposta alla crisi del pallone arriva dal basso‘, una struttura associativa ben definita, negli scopi sociali e nei meccanismi di rappresentanza democratica e trasparente, è l’elemento che caratterizza, e differenzia dal passato, le realtà che sono emerse anche in Italia a partire dalla prima decade degli anni 2000. I principi basilari del funzionamento delle associazioni sono infatti punti chiave condivisi e irrinunciabili in tutta Europa, seguono un percorso comune volto ad evidenziare il ruolo centrale del tifoso nella vita, e di conseguenza nell’economia, di ciascun club. Il confronto tra realtà diverse, che si è concretizzato anche in progetti ufficiali di interscambio culturale tra diversi Paesi dell’Unione Europea, è risultato particolarmente utile a definire un percorso condiviso di cooperazione a livello internazionale sulle questioni e sui temi più rilevanti.
I processi di integrazione europea e l’apertura al mercato globale degli anni ’90, con i molti problemi che hanno portato, hanno anche favorito ed ampliato l’incontro tra culture e modi diversi di vivere il calcio, l’emergere di una coscienza transnazionale cresciuta dalla base dei tifosi che ha cominciato a ragionare sui problemi che globalmente affliggono il nostro sport preferito, proponendo soluzioni concrete e favorendo la nascita di un vero e proprio network europeo di interscambio di esperienze, good practice e informazioni.
Brevi cenni ‘storici’. Ad affermarsi tra gli anni ’90 e i primi anni del 2000 è il modello dei Supporters’ Trust, risultato efficace nel mondo anglosassone dove nel ’92 nasceva la prima associazione di tifosi al Northampton FC, da allora ad oggi sono oltre 150 le associazioni attive, circa 40 i club di proprietà dei tifosi nelle diverse categorie del calcio inglese. L’esperienza positiva del Regno Unito ha fatto da base per lo sviluppo di realtà simili nel resto d’Europa, fatta eccezione per contesti come Germania e Svezia dove le regole istituzionali già garantiscono la proprietà dei club da parte di associazioni riconosciute(50%+1), in particolare pervadendo i paesi del Sud, in quanto: a) il modello è recepito nei Trattati Europei. b) la totale assenza di regolamentazioni specifiche, presenti invece nei Paesi del Nord, e la nascita dal basso hanno favorito l’adozione di modelli alternativi no-profit risultati più idonei, nelle esperienze direttamente osservabili, agli scopi dei gruppi di tifosi. c) L’influenza anglosassone è risultata decisiva. Proprio su iniziativa inglese, attraverso Supporters Direct UK, l’organizzazione che coordina i Supporters’ Trust e Community Club nel Regno Unito, il tema del coinvolgimento attivo dei tifosi nella governance è giunto nel dibattito in Europa con la nascita del network di SD Europe.
Le attività di SD Europe come divisione dedicata allo sviluppo ed incentivo della partecipazione attiva in Europa e le collaborazioni con la UEFA iniziano nel 2007, conducendo ad un primo studio di fattibilità nelle diverse federazioni europee nel 2009 ‘What is the feasibility of a Supporters direct Europe?‘ e alla redazione dello ‘UEFA SLO HandBook’ nel 2011 con cui è stata ufficialmente introdotta nei requisiti delle Licenze Nazionali per Club della UEFA la figura del Supporters Liaison Officer come soggetto preposto alla costruzione di un dialogo strutturato tra club e tifoseria.
Seguono due progetti europei che hanno visto la partecipazione in prima linea dell’Italia, nel periodo 2013-2015 si è svolto il Progetto europeo per migliorare il calcio coinvolgendo i tifosi nella proprietà e nella governance dei club e quindi l’Erasmus+ project: Clubs and Supporters for Better Governance in Football tra il 2016-17 che hanno consentito un ulteriore salto in avanti del network europeo con SD Europe che ha assunto forma indipendente dalle sue origini inglesi diventando, lo scorso Novembre, un’organizzazione pan europea gestita democraticamente dai 15 partner europei affiliati, con il primo turno di presidenza italiano eletto nella prima Assemblea Generale a Malmö, Svezia.
Grazie a questo percorso comune le grandi storie di partecipazione che hanno avuto successo in Europa hanno fatto scuola anche in Italia, Spagna e Francia, i ribelli inglesi del FC United of Manchester e dell’AFC Wimbledon, o i pirati sotto la bandiera del Jolly Roger del FC St.Pauli (Video), hanno affascinato e ispirato molte realtà di sport popolare che tentano di rompere il legame tra calcio e business restituendo al pallone il suo vero ruolo di aggregante sociale. Come anche hanno colpito le lotte per riportare il calcio a misura di tifoso senza rinunciare alle tradizioni portate avanti dal Manchester United Supporters Trust, dallo Spirit Of Shankly(Liverpool) o dai tifosi del Rangers FC e tanti altri, contro proprietari spregiudicati alla ricerca di facili guadagni.
Una menzione particolare tra le belle realtà emerse in Inghilterra, e finite sotto i riflettori per i successi sopratutto fuori dal campo, la meritano sicuramente anche i tifosi dello Swansea City, protagonisti del salvataggio della società gallese nel 2001 e da allora coinvolti attivamente nel club con il 21% delle quote e un amministratore nel Consiglio di amministrazione, e quelli del Portsmouth FC che hanno compiuto nel 2013 la più grande acquisizione di un club inglese professionistico della storia dei campionati in UK, scongiurando il fallimento della società con una grande mobilitazione.
I punti chiave dell’azione pan-europea sono volti a supportare la diffusione e lo sviluppo di nuove iniziative e a favorire un dialogo costruttivo con i principali soggetti del mondo del calcio, per portare le istanze dei gruppi di tifosi che promuovono modelli sostenibili ed alternativi di gestione delle società sportive, nella valorizzazione della figura del supporters nella vita del club. In particolare la partecipazione attiva nei club può favorire l’implementazione di processi di miglioramento dell’intero settore verso strade più sostenibili, aperte e trasparenti.
Nel Position paper: ‘The Heart of the Game: Why Supporters are Vital to Improving Football Governance’, realizzato nel percorso di collaborazione tra otto diversi Paesi partner dell’Unione Europea nel 2012, sono evidenziati i potenziali effetti positivi dello sviluppo della partecipazione attiva in diversi ambiti e le aree su cui è necessario l’intervento dei regolatori per favorire:
-Il miglioramento della governance del calcio europeo con il coinvolgimento dei tifosi e la fanownership che risultano di vitale importanza per la costruzione di un modello di gestione dei club efficiente e sostenibile.
-Lo sviluppo di un canale di dialogo costante e estendibile ai molteplici aspetti della vita del club, nei rapporti con le istituzioni sportive e amministrative, con la società civile, al fine di favorire processi decisionali aperti e condivisi, per la mediazione e la tutela degli interessi di tutti i soggetti coinvolti.
-Favorire meccanismi di maggiore trasparenza gestionale utili a migliorare il controllo finanziario e funzionali al contrasto delle moderne pratiche di indebitamento attraverso fondi d’investimento opachi, in grande crescita negli ultimi anni, e scatole cinesi societarie.
-La partecipazione attiva può avere un ruolo importante nella difesa delle tradizioni e nella diffusione del valore sociale dello sport attraverso la rappresentanza democratica che consente ai cittadini di essere coinvolti in prima persona, favorendo lo sviluppo del volontariato e il miglioramento dell’inclusione sociale, nella lotta alle discriminazioni e alla violenza.
-Il ruolo attivo dei tifosi può rappresentare uno strumento per ridurre il rischio di partite truccate e può costituire un argine ai fenomeni di matchfixing attraverso l’informazione, la denuncia e l’educazione alla legalità
‘Cittadinanza attiva e cultura di partecipazione sono essenziali per il nostro vivere quotidiano in Europa. Lo sport è un settore dove questo è sia importante sia effettivo. I supporters non solo investono ore per sostenere e impegnarsi gratuitamente per le proprie società sportive, ma soprattutto aiutano a costruire lo spirito all’interno della propria comunità. Quali cittadini attivi e stakeholders chiave, i supporters devono essere formalmente coinvolti all’interno del movimento sportivo.’ The Heart of the Game: Why Supporters are Vital to Improving Football Governance’ 2012
La promozione della democrazia nel calcio attraverso il coinvolgimento dei tifosi può aumentare le opportunità per gli stakeholders di partecipare e contribuire in modo significativo ai processi decisionali, migliorando la governance e rafforzando i rapporti con la comunità di riferimento dei vari club, valorizzando l’apporto sociale dello sport per l’intera area e ampliando il pubblico di riferimento della società anche con effetti economici diretti positivi.
La voce dei tifosi cresce ovunque e chiede nuove regole per club a misura di tifoso: ‘Our Club, Our Rules!’
Foto da portsmouthfc.co.uk fcstpauli.com bbc.com