Palazzo Caetani Lovatelli è il luogo dove poter ammirare le illustrazioni di Ottorino Mancioli
Ottorino Mancioli (Roma, 1908 – Jesi, 1990), è stato un medico prestato all’arte ed in modo specifico alla raffigurazione sportiva.
Ancora per qualche giorno, fino al 3 marzo, sarà possibile, a Palazzo Lovatelli-Caetani vedere alcuni dei disegni che lo resero famoso come grafico dello sport e non solo. La mostra è ospitata al primo piano, in alcune delle splendide sale del Palazzo sede della Casa d’aste Bertolami.
La sua vita di medico si alternò alla passione per il disegno e con il fratello Corrado Mancioli, aprì uno studio per la realizzazione di manifesti pubblicitari e di propaganda di grandi eventi, ma anche di francobolli a tema sportivo per l’Italia e San Marino.
Inizia giovanissimo l’attività di illustratore per alcune riviste sportive e tra il 1928 e il 1929 realizza una serie di incantevoli disegni sul tennis, uno sport che Mancioli amò molto anche perché lo praticò intensamente.
Realizza le illustrazioni per una “Piccola guida del Tennis” e la rivista Oggi gli pubblica il disegno Arrivo al traguardo; nel 1930 su la Tribuna compare il carboncino Pugilatori .
In occasione delle Olimpiadi di Los Angeles del 1932, venne selezionato con le opere Pugilatori e Ostacolisti con le quali partecipa alla manifestazione artistica organizzata dai giochi olimpici.
Nel 1932 realizza Parata e Giocatore di Hockey sul ghiaccio e pochi anni dopo fu invitato dalle Olimpiadi Di Berlino a partecipare alla sezione Disegni e acquerelli. Il suo stile, ormai maturo, si esercita nella raffigurazione di piloti e atleti colti in atteggiamenti di riposo, di tensione muscolare e intellettuale, disegni di grande impatto visivo per le grandi masse corporee, i movimenti e gli atteggiamenti opulenti .
Negli anni quaranta frequentò il corso per paracadutisti, durante il quale stringe amicizia con Gianni Brera, che lo aiuterà a lavorare nell’editoria illustrata definendolo “il più completo ed appassionato disegnatore di sport”.
Durante la Seconda Guerra Mondiale sarà ufficiale medico paracadutista della Folgore, in Egitto si ferì ad un braccio ed al rientro in Italia venne decorato con la medaglia d’argento al valore.
Nel dopoguerra collaborò a riviste e giornali su cui pubblica disegni accompagnati da articoli densi di cultura medica e sportiva .
Consolidata la sua notorietà come illustratore, prende parte a molte esposizioni riscuotendo molto successo.
Tenne mostre personali e pubblicò una monografia di cui curò sia i testi che i disegni, Giochi sportivi (1976), con introduzioni di Gianni Brera e Libero de Libero.
Gli anni sessanta saranno invece gli anni in cui si dedicherà prevalentemente alla scultura.
Una delle sue ultime opere si trova a Roma nella vecchia sede del Tennis Parioli di Viale Tiziano, un murale di circa settanta metri di lunghezza per due di altezza dedicato ai grandi personaggi dello sport italiano del XX secolo. Oltre lo sport, un altro tema che lo appassionò fu la moda mare, le canotte a righe orizzontali, i costumi interi, le cuffie, tipici di quegli anni. Grazie ai suoi disegni si può ricostruire non solo quello che fu l’abbigliamento sportivo dalla fine degli anni venti e della prima metà degli anni trenta, ma anche lo stile generale di un’epoca.
Si interessò anche alla danza ma fu sempre lo sport il fulcro dei suoi interessi, l’anello di congiunzione tra gli studi di medicina e la passione per il disegno .
Oggi che la rappresentazione mediatica dello sport è ormai divenuta parte integrante di un vasto business legato al divismo degli sportivi, alle griffe dell’abbigliamento sportivo, agli stipendi milionari degli sportivi, al predominio degli agenti, alla costruzione di un sistema dove lo sport è asservito ai meccanismi perversi della pubblicità, Ottorino Mancioli nella sua purezza autentica di disegnatore e amante dello sport ci riconduce, con le sue linee nette, la sua purezza compositiva, ad una rappresentazione mediatica del tutto pura e autentica dello sport.
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