Helene Bertha Amalie Riefenstahl (1902-2003), detta Leni, nazista non lo è mai stata, non ha mai preso la tessera del partito, sebbene al regime di Adolf Hitler debba la sua fama e il suo successo di regista e grande fotografa. Una donna modernissima e anticonformista per i suoi tempi: è stata ballerina, attrice, fotografa e regista.
A lei si deve la realizzazione di uno dei più bei film dedicati allo sport, “Olympia”, voluto dal regime nazista ma che è un’opera pura ed avulsa da qualsiasi legame ideologico.
Il regime nazista tedesco nell’esaltazione folle della razza ariana costruì, come spesso accade nei regimi totalitari, una vera e propria estetica con tanto di studi propagandistici e programmazione delle appropriate modalità di comunicazione .
Tanto del grande consenso delle folle si deve all’istituzione di un ministero, a ragione scomparso, che fu appunto quello della Propaganda presieduto dal ministro Joseph Goebbels. Fu proprio con quest’ultimo che Leni Riefenstahl ebbe forti contrasti quando le vennero commissionati grandi film che se per il regima avevano uno scopo propagandistico, per la Riefenstahl erano mero esercizio creativo.
L’estetica di Leni Riefenstahl fu autonoma e ancora non ha ottenuto il riconoscimento che le si dovrebbe, tanto la sua figura è stata legata all’idea della propaganda dei principi antisemiti e razzisti del regime.
Paradossalmente però, fatto mai ripetutosi nella storia, furono le Olimpiadi del 1936 a costituire un’occasione propagandista fuori da ogni aspettativa per l’ascesa di Hitler.
Artefice di uno degli eventi che raccolse il consenso di una folla sterminata fu il sopra citato ministro Goebbels. Fu sua infatti l’idea di tenere l’XI Olimpiade a Berlino e, strategicamente, la decisione fu presa prima della salita al potere di Hitler.
Si costruì a tavolino dunque, attraverso un grande evento sportivo, una delle più grandi operazioni di propaganda della storia.
Fu mobilitata tutta la cultura tedesca nazista, fu costruito uno stadio ispirato alle forme dell’antica Grecia e addirittura il compositore Richard Strauss scrisse l’inno olimpico che fu eseguito dallo stesso musicista all’interno dello stadio.
Non poteva mancare al grande evento la parte registica che fu affidata a Leni Riefensthal che si cimentò nella realizzazione del film: Olympia.
Di questo evento Leni Riefensthal fece, non solo la regia, ma anche straordinari scatti fotografici come per esempio il famoso Seilspringer .
Il documentario della Riefensthal è diviso in due parti la Festa dei popoli e la Festa della Bellezza, di oltre tre ore.
Nella parte dedicata alla Festa della Bellezza si vedono atleti nudi che si allenano o fanno la doccia insieme, con un’esaltazione della bellezza del corpo umano simile all’estetica della statuaria greca.
L’invito del regime nazista a girare un film sulle Olimpiadi di Berlino non venne accolto con entusiasmo dalla Riefensthal che temette che questo potesse bloccarle la sua carriera, cosa che, purtroppo, puntualmente accadde.
L’aneddotica si spreca riguardo la realizzazione del film Olympia e si racconta che la notte di Natale la Riefensthal fu invitata a cena da Hitler il quale pare che a metà serata estrasse la sua penna stilografica e scrisse su di un foglietto una serie di numeri, si trattava del budget che le metteva disposizione per la realizzazione di Olympia, davanti a quella cifra la Riefensthal non poté dire di no.
Ottenne di poter scavare delle trincee all’interno dello stadio olimpico in modo da poter ritrarre gli atleti come non erano mai stati ripresi, a sua disposizione vi furono più di cinquanta telecamere .
Giusto per non farsi mancare niente, Leni Riefensthal, durante le riprese di Olympia, ebbe un flirt con l’atleta americano Glenn Morris.
Purtroppo la sua grande bravura di regista è stata offuscata dall’idea che lei stessa potesse sposare le idee del regime.
In realtà fu solo abile ad usare, perché solo di questo si trattò, i grandi mezzi messi a disposizione dalla Germania, per dare sfogo alla sua bravura e alla sua grande creatività.
Con Olympia è stato forse realizzato uno dei più grandi film della storia dello sport.
Leni Riefensthal ha messo al servizio di un regime folle e malato nelle prospettive e negli intenti la sua grande bravura, era il 1936 e uno dei più grandi eventi sportivi divenne il mezzo per l’ascesa e la consacrazione del più feroce regime totalitario della storia.
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