Ore 19,40 di un normale lunedì agostano. Un fulmine squarcia il cielo quando il crepuscolo si sta per fare prossimo: “Impronte digitali per entrare allo stadio Olimpico di Roma”. È l’Ansa la prima a lanciare il clamoroso scoop, seguita in breve giro di quadrante da centinaia di siti e agenzie. Il Consiglio per l’Ordine e la Sicurezza della provincia di Roma, lo stesso che la scorsa settimana avevamo auspicato potesse essere il primo banco di prova per la sindaca Raggi in merito alla situazione stadio, è appena terminato e dal seguente comunicato si evince che l’impianto di Viale dei Gladiatori, a partire dalla prima gara stagionale (Roma-Udinese) sarà provvisto di “nuovi sistemi di lettura dei tagliandi ai tornelli di ingresso dotati di meccanismi di riconoscimento biometrico”. Il primo vizio di fondo è sicuramente rappresentato dalla poco chiara estensione di questa parte del comunicato. Un linguaggio alquanto “politichese”, con il quale non si capisce bene cosa esattamente rappresenti e con quale modo venga messo in atto suddetto riconoscimento biometrico. Le impronte digitali rientrano appieno nelle opzioni contemplate, ma, come la stessa Questura chiarirà qualche ora dopo, non ne è altresì previsto il rilevamento, come erroneamente riportato dai titoli dell’Ansa. E qua occorrerebbe forse aprire una parentesi su quanto si debba prestare attenzione ed evitare errori simili, al fine di scongiurare la distorta diffusione di una notizia non facilmente individuabile da un pubblico di lettori ormai assuefatto e spesso acritico verso contenuti che invece dovrebbero, per forza di cose, provocare diverse domande circa la loro attendibilità.
La biometria (che si occupa di capire come alcune caratteristiche del corpo umano, uniche per ciascun individuo, possano essere utilizzate come strumento di riconoscimento personale) può infatti essere messa in atto in diversi modi: dalle impronte, passando per l’iride e arrivando ai segni distintivi delle singole facce. Proprio qua, come riportato da Repubblica, sembra “poggiarsi” l’ampliamento del raggio d’azione della Prefettura capitolina. Se, a voler essere ottimisti, si potrebbe pensare a un semplice rafforzamento del sistema di videosorveglianza, bisogna comunque dare il giusto peso alle parole e capire quale motivazioni potrebbero aver spinto le istituzioni a investire ulteriore denaro pubblico per opere che, vista la palese militarizzazione a cui la zona è ormai sottoposta, non erano di primaria importanza. Di certo, un terrorista che acquista un biglietto, passa due controlli, poi viene respinto al tornello grazie al sistema biometrico appare alquanto improbo. Anche perché questo darebbe il là a un importante quesito: se si ritiene l’Olimpico luogo idoneo dove applicare tali metodi di controllo, perché non si fa altrettanto con altri obiettivi sensibili come centri commerciali, musei, chiese e persino aeroporti (per assurdo, oggi è possibile entrare a Ciampino e Fiumicino, come in altre migliaia di aeroporti del mondo, e arrivare a ridosso degli imbarchi senza nessun controllo del genere)? E, aggiungiamo, in tal caso cosa dovrebbero fare in Francia, considerato il delicato momento che il Paese attraversa dal punto di vista del terrorismo? Non ci risulta che il Parco dei Principi di Parigi o il Velodrome di Marsiglia facciano ricorso a simili tecnologie.
Se invece la decisione riguarda prettamente l’ordine pubblico inerente alle manifestazioni sportive, permetteteci di dire che rimaniamo ancor più scettici. Sarebbe una lapalissiana ammissione di come biglietti nominativi, tornelli, tessere del tifoso, divieti su base geografica e, le stesse barriere, siano stati degli insuccessi di livello cosmico, oltre che un ingente spreco di denaro pubblico. Oppure, sempre analizzando la vasta gamma che la biometria ci mette a disposizione, vuol essere questo un modo come un altro per riproporci il sistema RFID sui titoli di accesso? Modalità tanto criticata dai supporter quando si paventò la possibilità di inserirla all’interno della neonata tessera del tifoso. E poi, sulla base di cosa si vanno a incrementare sistemi di controllo/repressione allo stadio Olimpico? Le ultime stagioni hanno visto sempre più una diminuzione delle criticità, con l’azzeramento totale nell’ultimo campionato, dovuto anche alla diserzione di tantissimi tifosi. E non solo di curva. Come si giustificherebbero Prefettura e Questura in tal caso?
E la politica romana come ne esce da tutto ciò? La nuova giunta è forse l’unica a potersi mettere di mezzo e prendere una posizione chiara e forte in caso di ulteriori inasprimenti repressivi sulla gestione, sinora ai limiti del dittatoriale, attuata in zona Foro Italico. Per i tifosi è diventata una questione di principio, e potrebbero vedere ciò come l’ennesimo sgarbo da parte di uno Stato ogni giorno più distante e non desideroso di ascoltare le istanze di chi, civilmente e pacificamente, ha condotto una protesta in grado di assumere contorni ben più importanti di quelli sportivi e folkloristici. Infine ci sono le società di calcio, le quali potrebbero subire un ingente danno di immagine, “regalato” dal grigio vuoto di uno stadio che ormai tutti sembrano detestare e vedere più come un luogo di detenzione che di svago e passione popolare.
In tanti hanno chiamato in causa George Orwell, per descrivere quella società iper controllata e iper schedata da lui narrata nel celebre 1984. Per certi versi non sembriamo esserci poi così lontani. In molti campi della società, senza accorgercene, abbiamo barattato pezzetti fondamentali della nostra libertà in cambio di un’apparente sicurezza. Se poi prendiamo a modello gli stadi, non possiamo non accorgerci di come questi ultimi sono stati e siano tutt’oggi dei veri e proprio laboratori, dove tutto è sperimentato e quasi tutto giustificato, in virtù dell’equazione tifoso=bestia=cavia da laboratorio. Il cittadino medio accetta persino di buon grado questo, finché non lo vede esportato nel proprio mondo. Quando ormai è troppo tardi. Forse è dietrologia, magari semplice complottismo. Dovremo aspettare di vedere dal vivo l’ennesima novità che riguarda i tifosi romani e, di riflesso, quelli italiani. Il contenimento di incidenti, e questo ci sembra lapalissiano, è ormai diventato, a più riprese, una mera scusa per agire in sordina e rincarare la dose.
Diceva un vecchio striscione delle curve a reti unificate: “Leggi speciali, oggi per gli ultrà, domani per tutta la città!”. Ecco, a distanza di anni, quel “domani” è ampiamente arrivato. L’importante è rendersene conto.
Mi spiace ma l’articolista spesso dimostra di non conoscere l’ambiente calcistico tentando di drammatizzare artificiosamente la situazione. E’ uno di quegli articoli fastidiosi che cercano per forza di trovare il modo di insultare l’ambiente come l’equazione sul tifoso. La continua negatività alla ricerca forzata della polemica sterile è veramente penosa. L’articolo non si limita a dare una notizia probabilmente sbagliata ma fa delle analisi peggiorative paragonando addirittura uno stadio ad un lager e confrontando situazioni non reali facendo supposizioni da fantasia horror. Complimenti per l’ottimismo e la completa mancanza di conoscenza del mondo calcio.
Il calcio pare sia stato sempre considerato zona franca. Dove si poteva insultare, fare a botte coi poliziotti, con altri tifosi, scatenare guerriglie urbane, senza che si prendessero mai provvedimenti seri. Poi sono arrivate le scommesse, le partite truccate, la crescita vertiginosa del denaro che ci gira attorno. Poi ancora le cupole mafiose juventine. Anche qui mai provvedimenti seri. Poi la tessere del tifoso, i tornelli, ora il rilevamento biometrico.
Non è più un gioco non è più uno sport. Sarebbe meglio chiuderlo. Perchè i troppi soldi che macina frenano qualunque riforma seria.
Allora chiudiamolo che è meglio. Magari saremmo meno distratti dai problemi veri
Indagati…rinviati a giudizio e pregiudicati presenti nelle
Aule parlamentari troveranno piu
Difficile entrare allo stadio che in Parlamento
devono metterlo anche per le aule parlamentari
Perfetta chiave di lettura. Chi pensa realmente con la propria testa ed ha spirito critico è giunto alla medesima conclusione: 1984 ormai è qui. Chi conosce lo stadio e la curva sa bene che non esiste un motivo che sia uno di sicurezza per giustificare questa nuova schedatura.
Oltre al riconoscimento biometrico con le nuove norme gli spettatori saranno costretti a parcheggiare a piazzale clodio e a farsi circa 2.5 km a piedi per raggiungere lo stadio, dato che non sono previste navette!!!
E? ormai chiaro che non si vogliono piu’ i tifosi allo stadio, specialmente quelli delle squadre romane, visto che certi provvedimenti DRACONIANI vengono adottati solo nella Capitale. Subito dopo che i tifosi laziali avevano superato il “trauma imposto” delle barriere, annunciando l’imminente ritorno sugli spalti, ecco che viene adottata questa misura eccessiva che neanche l’antiterrorismo, ben conoscendo la mentalita’ dei tifosi oiu’ caldi che ben difficilmente accetteranno questa ulteriore vessazione. Nessuno mi toglie dalla testa l’equazione CURVE DI DESTRA-prefetto e governo di sinistra..
Il problema non è di colore politico ma di chi scrive norme e leggi senza avere la minima cognizione del problema:
Totale incompetenza e ve lo dimostro!
Tornelli: perfettamente inutili in quanto non è da li che entrano gli oggetti pericolsi.
Prefiltraggi: inutili visto che risse e tafferugli succedono nella maggior parte delle volte dopo la partita lontano dallo stadio e lungo il percorso dei tifosi ospiti.
Tessera del tifoso: ridicola, è a pagamento e pagando si ottiene tutto, ho un amico pregiudicato con 8 anni di daspo alle spalle, che ha finito l’ultimo a maggio e settimana scorsa ha comprato la tessera da settembre va in trasferta!
Divieti territoriali: inutili, funzionano solo in realtà piccole e neanche sempre, sono di Arezzo, può andare bene x il derby col livorno, ma in B col napoli c’erano 2-3000 napoletani residenti in zona nei settori nostri ed è stato un disastro. Per non parlare dei grandi club, quando gioca la juve quanti torinesi c’è allo stadio, e li come fai?
Controllo biometrico: idiozia pura, con che criterio si scheda la gente? Il primo che va da un giudice li fa smettere subito, e i soldi buttati?
Durante Arezzo-Gianaerminio a mia figlia hanno tolto il tappo della bottiglia di cocacola e in serie A vedo lanciare torce e bombecarta
Ormai è solo un bel teatro, bella finzione ma siamo lontani dalla realtà