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Olimpiadi 2024: uno slancio per il recupero degli spazi periferici inutilizzati

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Il tema della candidatura Olimpica di Roma per il 2024 è stato al centro della campagna elettorale per il Comune di Roma. Stridente è il paragone tra il progetto olimpionico e le difficoltà di quanti, in periferia,  vorrebbero fare sport e non può per la mancanza di spazi a prezzi popolari. “Lo stanziamento triennale di 100 milioni di euro per lo sport in periferia sta già dando i suoi frutti a Roma con i progetti di Ostia e Corviale. ” – dice Laura Coccia (PD) intervenuta all’evento Sport zero barriere –  “Il progetto olimpico prevede la ristrutturazione delle palestre scolastiche, il primo luogo in cui si fa sport in periferia e luoghi centrali di aggregazione, anche per praticare sport, per molti ragazzi. Altri progetti saranno presentati qualora Roma dovesse essere scelta come sede per le prossime olimpiadi“.

In questi giorni è andata in scena, sulla piazza del Campidoglio, la protesta non violenta dei Radicali, il Duran Adam (la pratica di protesta pacifica che prevede di rimanere fermi in piedi con le penne in mano) contro la decisone del Prefetto Tronca di bloccare la raccolta firme per indire un referendum sulla candidatura della Capitale alle prossime olimpiadi. “Posso immaginare che siano stati incontrati impedimenti tecnici. Qualora ci fosse il referendum sarei dalla parte del sì. Inoltre mi sembra riduttivo che per un progetto olimpico che coinvolge 12 città venga domandata l’opinione solo dei cittadini romani” conclude Coccia.

La decisione sarebbe giunta dopo che il Coni, con  una lettera, aveva sollevato obiezioni circa la legittimità del referendum. “Ricordiamo che questo era un referendum consultivo. Siamo in condizioni di spending review, inoltre abbiamo a disposizione mezzi tecnologici per far sentire la nostra opinione senza affrontare le spese di un referendum.” aggiunge Valentina Urbini, candidata al consiglio comunale di Roma con il PD – “Detto questo fermare così la raccolta firme, in questo momento, era facilmente strumentalizzabile. Mi piacerebbe sentir raccontata questa storia dalla bocca del Prefetto, professionista che stimo. Resto dell’idea che le Olimpiadi sarebbero una grande opportunità per la Capitale e che le preoccupazioni sulle speculazioni edilizie e sull’aggravamento delle condizioni del traffico siano superabili con un reale controllo da parte di noi cittadini“.

Gli stessi cittadini che con difficoltà riescono a esercitare pratiche sport , anche in periferia, a causa della cronica mancanza di strutture idonee e dei costi esorbitanti delle strutture private. A questo si aggiunge che sono molti gli spazi popolari chiusi o in via di chiusura nel Comune di Roma. Un caso emblematico può essere la Palestra popolare nel quartiere San Lorenzo che dopo 15 anni di attività è stata messa sotto sfratto nell’ambito del piano di recupero degli immobili comunali voluto dal Prefetto Tronca. “La palestra popolare San Lorenzo non è l’unico caso a Roma” – conclude Urbini – “Ci sono molte strutture ferme, ad esempio ci sono le Tre Fontane, che al momento sembra stia ripartendo. Molto spesso i problemi si ritrovano nei cavilli amministrativi. Fondamentale è la revisione dei bandi e delle convezioni perché non è possibile lavorare con le stesse convenzioni da 25 anni. In ogni caso la strada è quella di “fare rete” tra cittadini, amministratori e realtà sportive territoriali“.

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