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“Non ho l’età, per stupirti, non ho l’età”: i Media a caccia (a tutti i costi) del nuovo Maradona

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L’ultima storia di calcio arriva dalla Scozia. Karamoko Dembelè, anni 13, esordisce nel campionato Under 20 con i Celtic Glasgow. Maglietta troppo larga, calzoncini troppo lunghi. Non ho l’eta, per dribblare, non ho l’età. Eppure, Dembelè fa saltare il banco. Dribbling, tocco di palla, visione di gioco. Il ragazzino ha classe cristallina. Vero, ma ha anche 13 anni. Pochi ma quanto bastano, perché il web si innamori del regista trequartista capace di giocare alla pari con avversari più grandi e grossi di lui…tutto bello. Attenzione, però, alle controindicazioni.

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Il canovaccio è noto. Circolano primi video, i primi “ohhh”. E inizia lo show. Rombo dei motori di ricerca, pronti via: a colpi di tastiere, touch e condivisioni c’è solo un titolo. Dembelè è “il nuovo Messi”.

Calma. In quella maglia XXXL ci deve essere,  guai se non fosse così, spazio per i sogni. Karamoko però è un bambino. E, in quanto tale, andrebbe protetto dalla rete “social”. Incastrarsi è facile quanto pericoloso.

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Nuovi Messi(a), del resto, sono stati visti e dimenticati: l’ultimo della lista è Hachim Mastour, classe 1998. Calciatore marocchino: a 14 anni stupisce nella Reggiana. A 15 Il Milan lo fa suo a 16 esordisce in nazionale. I titoloni sinora, sono molto più numerosi rispetto alle prodezze sul campo. In rossonero è aggregato addirittura alla prima squadra fra lo stupore e l’interesse. Il ragazzo, però, fatica. La sua stella si eclissa. Finisce in prestito al Malaga. Prestito biennale, diritto di riscatto non esercitato. I rossoneri non ci credono più: gioca nello Zwolle, in Eredivisie, olandese. Il tempo, ovviamente, è dalla sua. Risalire, si può.

Chi ha rischiato il precipizio è Vincenzo Sarno. Nato a Secondigliano, nel 1988. Nel 1996, a 8 anni lo “scugnizzo” incanta tutti. E giù i titoloni: “il nuovo Maradona”. Il Torino sborsa 120 milioni di euro per aggregarlo ai pulcini. Il bambino prodigio resta una promessa. Soffre e ritorna a casa. A 16 è scartato dalla Roma e  si ritrova in piena crisi d’identità. Inizia un pellegrinaggio ai margini del sogno: Sangiovannese, Giulianova, Brescia, Potenza, Reggina, Lanciano, Chiavari. Trova la sua dimensione a Foggia, a 28 anni. “Il calcio mi ha tolto la serenità”. Masticato e buttato via come un chewingum.

Due esempi, una morale: la sottocultura preme forte e punta a trasformare un prodigio in una Baby Star. Meglio evitare, se possibile, la ricerca frenetica-ossessiva del Fenomeno. Dietro al Re Messi c’è un esercito di ragazzini delusi, minati nell’autostima e privati della serenità. Piuttosto che esaltare Dembelè è doveroso augurargli di giocare e vivere con serenità la sua età. Se sarà il nuovo Messi, e non si può che augurarglielo, lo scopriremo presto. Intanto, si diverta.

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