Non aver paura di sbagliare un calcio di rigore

Inizia la lettura
4 mins read

Non aver paura di sbagliare un calcio di rigore

Non aver paura di sbagliare un calcio di rigore. Un giocatore lo vedi dal coraggio, dall’altruismo e dalla fantasia. Soprattutto dal coraggio. Così narra il poeta.

Abbiamo tutti sotto gli occhi il gesto temerario e d’impatto della giornalista russa Marina Ovsyannikova che in diretta tv ha protestato contro la guerra con un cartellone esplicito durante l’edizione del tg.

Qualcuno più grande e grosso ci ha messo più tempo a fare un gesto eloquente, ma lo ha fatto. Solo che sta passando con meno clamore. Fuori dai confini russi non tutti conoscono il calciatore Artem Dzyuba. A guardarlo è una sorta di Shrek. Un gigante che fa a sportellate in campo e che non ha un carattere molto facile. Gioca nello Zenit San Pietroburgo ed è una specie di mito dopo i mondiali della Russia in casa dove ha giocato anche con un piede solo trascinando la squadra fino ai quarti di finale. Tempo fa litigò con Mancini che era suo allenatore e praticamente lo definì un isterico. Mancini allenava lo Zenit. Per farvi capire il tipo: apostrofa pesantemente Mancini, si fa buttare fuori squadra e mandare in prestito. Lo Zenit però gli impone che non può giocare contro di loro con la nuova squadra a meno di un pagamento di una grossa penale, lui paga la penale di tasca sua pur di giocare, segna ed esulta in faccia a Mancini. Non proprio un lord attento alla manicure.

Allo scoppio del conflitto, Dzyuba non prese nessuna posizione. Non disse nulla e questo gli costò attacchi da parte di colleghi ucraini che non gliele mandarono a dire: la parola più tenera fu “invertebrato”, ovviamente non fu proprio quella. La sua risposta fu molto morbida. In sintesi “noi siamo solo calciatori, pensiamo a fare il nostro mestiere”.

Qualcosa però deve aver macinato nella testa di Artem. In questi giorni la Russia è stata esclusa dai mondiali. L’allenatore Valerij Karpin ha comunque deciso di organizzare un allenamento e un’amichevole con le giovanili e ha convocato anche Dzyuba.

A sorpresa, il gigante ha rifiutato. Pur non prendendo una posizione politica, ha detto che non andrà per la grave situazione in Ucraina e per il suo coinvolgimento personale visto che ha molti parenti in zona di guerra di origine ucraina.

Vista così può sembrare una cosa da nulla. Ma Dzyuba ha un impatto enorme in Russia e il segnale è davvero pregnante. E nonostante ci si affretti a farla passare per decisione familiare, se anche lo fosse di questi tempi non deve essere molto salutare rifiutare qualcosa del genere.

Perché non tutti ci arriviamo allo stesso momento. Ma qualcosa rode dentro e fa riflettere. Era il 2018, sembra un secolo fa. Ai mondiali in Russia Dzyuba decideva di battere un rigore per trascinare la Russia alla vittoria contro la Spagna negli ottavi. Ora si è sottratto alla convocazione. E forse, a volte, ci vuole più coraggio, altruismo e fantasia a dire di no che a non sbagliare un calcio di rigore. Con buona pace delle parole del poeta.

Articoli recenti a cura di