Dopo un solo anno di purgatorio, il Newcastle grazie al successo contro il Preston ha conquistato la matematica promozione in Premier League. Notizia questa che può solamente far piacere a tutti gli appassionati di calcio, i quali rimasero abbastanza sbalorditi la scorsa stagione alla notizia della retrocessione del glorioso club bianconero. Se l’ex squadra di Alan Shearer è riuscita a ‘’limitare i danni’’ tornando nella massima serie dopo un solo anno di assenza, ci sono svariate compagini, una volta gloriose e dal grande seguito, che oggi veleggiano in serie minori quasi nell’anonimato più totale.
Restando in Inghilterra, ne sono l’esempio due club che per motivi diversi adesso militano in Premiership, ovvero la serie cadetta inglese: l’Aston Villa e il Nottingham Forest. I primi sono retrocessi lo scorso anno insieme ai Magpies ma, al contrario della truppa di Benitez, in questa stagione hanno trovato molti ostacoli sul loro cammino non riuscendo ad entrare mai nella lotta per la promozione. I vincitori di due Coppe dei Campioni consecutive sul finire degli anni ’70, non vedono invece la massima serie dall’ormai lontano 1999: da allora i sostenitori del glorioso Forest sono costretti a girare i campi di seconda e talvolta terza serie, con modesti piazzamenti finali che nemmeno l’avvento dell’imprenditore Al-Hasawi è riuscito a migliorare. Se in Italia possiamo ritenerci relativamente fortunati, con piazze importanti come Torino e Genova che sembrano aver ritrovato la giusta continuità di presenze nel massimo campionato, in Germania la situazione è totalmente opposta. Monaco 1860, Dinamo Dresda, Magdeburgo e Hansa Rostock sono solo alcune delle squadre storiche tedesche cadute ormai da tanto tempo nel dimenticatoio delle serie inferiori.
La più antica squadra di Monaco sta forse vivendo uno dei momenti più difficili della propria storia, non vedendo la massima serie da oltre dieci anni e rischiando per il secondo anno consecutivo una clamorosa retrocessione in terza divisione. Terza divisione che è la casa sia del Magdeburgo, una delle squadre più vincenti della ex Germania orientale, che dell’Hansa Rostock. Se i primi, dopo anni di militanza nelle serie regionali, sembrano aver imboccato la strada giusta e sono tuttora in lotta per la promozione nella serie cadetta tedesca, lo stesso non si può dire per l’Hansa Rostock, club che è al quarto posto come numero di sostenitori in tutta la nazione. I biancoblu, pur non essendo mai stati una compagine particolarmente vincente, negli anni ’90 riuscirono a rimanere con costanza in Bundesliga, regalando qualche soddisfazione ai suoi quasi 4 milioni di fans. Oggi la realtà è un’altra e vede i ragazzi di Rostock sudarsi quasi ogni stagione la permanenza nel poco nobile campionato di terza divisione. Un piccolo passo in avanti lo ha compiuto la Dinamo Dresda, anch’essa ex gloria della vecchia Germania dell’est, che lo scorso anno ha conquistato la promozione nella serie cadetta e che quest’anno è andata vicino a giocarsi il grande salto nella massima serie.
Non solo in Europa però le grandi storiche a volte faticano a rimanere tali, anche oltre oceano in questi ultimissimi anni abbiamo assistito a vere e proprie cadute degli Dei. Impossibile infatti non menzionare la straziante retrocessione del River Plate, avvenuta nel 2011 tra le lacrime delle 70 mila persone che affollavano il Monumental. Fu la prima retrocessione dei Millonarios in 110 anni di storia e per gente che ‘’vive di calcio’’ come in Sudamerica il colpo fu terribile, mitigato solamente dal pronto ritorno nella massima serie e dalla conquista del titolo avvenuto nel 2014. Se in Argentina la retrocessione dei biancorossi può essere considerata un autentico evento, non fu da meno la storica caduta del Palmeiras. L’ex club di Cafu infatti, tra il 2002 e il 2012 dovette subire l’onta di ben due retrocessioni nella serie cadetta brasiliana, avvenimenti che dalle parti di San Paolo vennero vissuti come vere e proprie disgrazie divine. Ma, come un’araba fenice che rinasce dalle proprie ceneri e seguendo l’esempio del sopracitato River, anche i Verdi in breve tempo riuscirono a risalire la china e a far brillare di nuovo la propria stella, la quale nel 2016 emise un bagliore accecante per festeggiare il nono titolo della loro gloriosa storia.