Il calcio italiano potrebbe aver trovato un nuovo todocampista. Il termine, sdoganato soprattutto negli ultimi anni, indica un centrocampista capace di ricoprire tutti i ruoli della mediana con la stessa efficacia. Un jolly, insomma. Come Steven Gerrard, massima esempio possibile in questo senso. Oppure Arturo Vidal, ancora oggi rimpianto dalla Juventus a prescindere dal carattere difficile. Al punto da cercare con insistenza un campione del domani che possa sostituirlo degnamente. Il giocatore che potrebbe fare al caso loro è nato a Cagliari diciannove anni fa e si chiama Nicolò Barella. Il giovane centrocampista sardo si sta rendendo protagonista di un’ottima stagione ed è ormai titolare fisso della squadra di Rastelli, deficitaria proprio in quella zona del campo. Fisico a parte (il sardo è alto 1.72 cm, a discapito dell’1.80 cm del centrocampista del Bayern Monaco), Barella ha molto in comune con Vidal: mezzala naturale (più a sinistra che a destra, a differenza del cileno), all’occorrenza trequartista dotato di una visione di gioco tale da permettergli di disimpegnarsi bene anche in cabina di regia, oppure da mediano puro. Aggressività, classe e polmoni si sposano perfettamente, fondendosi in un prototipo del centrocampista moderno indispensabile sia nella fase di costruzione che in quella di copertura. Le potenzialità del classe ’97, considerato da anni uno dei prospetti più interessanti del calcio italiano, non sono passate inosservate e ne faranno presto un caso di calciomercato.
Dopo la parentesi di Como di un anno fa, nella quale si è imposto da subito ad alti livelli in una squadra poi retrocessa in Lega Pro, il centrocampista è tornato alla casa base che l’ha accolto fin da quando aveva nove anni, conquistando spesso una maglia da titolare sognata fin dai tempi della scuola calcio con Gigi Riva. Se si considera che Barella non ha ancora compiuto vent’anni e il centrocampo del Cagliari fa acqua da tutte la parti, mostrando raramente dei meccanismi consolidati, il rendimento è quasi miracoloso. Il todocampista sardo è un predestinato, e la sua presenza in tutte le nazionali giovanili fino all’Under 20 non è un caso. Nell’ultimo Europeo Under 19, nel quale l’Italia ha conquistato l’argento, Barella è stato uno dei migliori giocatori del torneo. Il percorso di crescita del cagliaritano, tuttavia, è appena iniziato: il carattere non gli manca, ma lo porta talvolta ad eccedere. I quattro cartellini gialli presi nelle tredici partite disputate nella stagione in corso lo dimostrano. D’altro canto, Rastelli lo utilizza prevalentemente da trequartista, ruolo nel quale è per molti versi adattato. Da mezzala potrebbe esprimere meglio le doti atletiche che lo contraddistinguono, esaltando le capacità d’inserimento in zona gol, fin qui sacrificate in nome degli oneri in copertura di cui il Cagliari necessita come il pane. A prescindere dal ruolo, però, Barella ha strappato quasi sempre la sufficienza.
L’obiettivo della squadra isolana è costruire nel tempo una rosa formata interamente da calciatori sardi, diventando così l’Athletic Bilbao d’Italia. Barella, come Murru e ancor più di Sau, potrebbe esserne l’emblema. Le sirene del mercato, però, si fanno sentire con insistenza e potrebbero allontanarlo da casa già nella prossima estate. La Juventus, protagonista nelle ultime due stagioni di diverse operazioni in uscita con la Sardegna come destinazione finale, potrebbe strappare già a gennaio un’opzione sul centrocampista, la cui quotazione oscilla attualmente tra i 15 e i 20 milioni di euro, per poi acquistarlo nella prossima sessione estiva di mercato e girarlo in prestito ad una società amica (il Sassuolo, a sua volta sulle tracce del giocatore, potrebbe essere la soluzione ideale). Allo stato attuale, Barella non è ancora pronto per giocare in un top team, ma avrà tempo e modo per smentirci già nei prossimi mesi (Diawara, protagonista a sorpresa del centrocampo del Napoli dopo essersi messo in luce a Bologna, docet). Il nome di Barella, inoltre, è finito persino nei taccuini degli osservatori del Barcellona, squadra che potrebbe valutarlo nei prossimi anni per coprire il vuoto che lascerà Iniesta. Il sardo, dal canto suo, vola basso, mostra grande umiltà e non teme allo stesso tempo i paragoni ingombranti con alcuni mostri sacri della storia del calcio. La piazza ideale per ultimare il suo percorso di crescita è la stessa Cagliari, e lui ne è consapevole. Ha rinnovato recentemente il contratto che lo lega ai sardi ed è vincolato fino al 2020: non c’è fretta, ma le risposte più importanti arriveranno dal campo. Se continuerà su questa falsariga, Barella sarà un patrimonio prezioso del calcio italiano e della Nazionale, incapace fin qui di mettere in mostra un todocampista degno di questa definizione (Claudio Marchisio, anch’egli associabile per certi versi a Barella, è una delle poche eccezioni). Il giovane campione ha appena iniziato il suo percorso nel calcio che conta, ma ha lo sguardo e la grinta di un veterano. Riuscirà a confermarsi? Saprà riportare la Sardegna ai vecchi fasti di Gianfranco Zola? Ai posteri l’ardua sentenza, nella speranza che non sia solo un bluff.
foto: CagliariNews24.com