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Nestor “Nenè” Gomez: il Professore, eternamente Ragazzo, della stecca (Parte Ottava): La Fine di un Sogno

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Nestor “Nenè” Gomez: il Professore, eternamente Ragazzo, della stecca (Parte Ottava): La Fine di un Sogno

In casa Gomez il 1994 verrà sempre ricordato come un anno fausto per l’arrivo del secondogenito, Guido, destinato a diventare, come Camilo, un valente sportivo. A Nenè non poteva andare meglio perché dopo il biliardista adesso arriva anche il calciatore a riempirlo d’orgoglio, visto che biliardo e calcio, nell’ordine, sono stati i suoi sport preferiti fin da ragazzo. Bene così, perché, in questo modo passano in secondo piano le delusioni professionali per quel 14°posto in classifica generale al MONDIALE PRO, che rappresenta, al momento, il punto più basso della carriera dell’ex-BICAMPEON MUNDIAL. Un Gomez diventato troppo sentimentale, troppo casalingo, tanto da far pensare che abbia perso l’istinto guerriero che lo aveva sempre animato. “Una situazione particolare quella che sto vivendo, perché adesso ho due bambini piccoli, uno di tre mesi e l’altro di tre anni. Così quando sto con loro, quando voglio stare con loro, non ho la concentrazione giusta . Poi quando sono in giro per le gare, finisce che penso a loro, sicché è una cosa che mi ha preso un po’ in contropiede, diciamo, e me ne dispiace perché io so che molta gente si aspettava di più da me”. Questa volta non ci saranno proclami, né annunci di riscatto a breve termine, perché è il futuro stesso del biliardo professionistico che viene messo in discussione quando, alla vigilia di una NUOVA STAGIONE ecco arrivare come una bomba la notizia che Tele+2 HA TAGLIATO IL BILIARDO per far posto, si dice, agli SPORT MOTORISTICI, ultimo acquisto della PAY-TV. Neanche  a dirlo, UNA TEGOLA VOLANTE che lascerà tutti storditi sino alla  fine del 1995. E un anno è duro da passare quando ti trovi a spasso, senza lavoro.

Una decisione, quella di TAGLIARE IL BILIARDO, che ad oggi, a tanti anni di distanza, resta ancora difficile da  spiegare. Si è sentito di tutto, ad onor del vero, ed è per questo che ho pensato di  tornare sull’argomento parlandone  con mio cognato, Paolo Venerando, uno che quegli eventi può dire di averli vissuti davvero in prima persona. Ormai prossimo ai 70, portati splendidamente peraltro, Venerando è ancora un buon giocatore e soprattutto un COACH tra i più reputati  in circolazione. All’epoca aveva  fama di essere un bel TOP 16 tra i professionisti, capace tra l’altro di raggiungere tre finali – Maratea, St.Vincent e Las Vegas – restando sempre a ridosso dei TOP 10 in classifica generale, per tutti gli anni’90. «Con TELE+2 – ricorda il campione padovano – avevamo un contratto di quattro anni, poi tagliato dopo due. Una sorpresa perché il biliardo figurava al quarto posto tra gli sport più seguiti in rete». A questo punto si può pensare che l’emittente di Berlusconi, dopo essere stata per due anni lo sponsor principale dell’evento, non sia riuscita a trovare un  BRAND NAME cui intitolare il MONDIALE PRO. Da qui IL TAGLIO di uno sport che al di là dei buoni numeri che faceva in rete, era diventato troppo oneroso per l’emittente . « Dal Cin – ricorda Venerando – ha convocato tutti noi giocatori della BMA a Reggio Emilia, per fare il punto della situazione. Ci ha detto di restare compatti, proponendoci un contratto di quattro anni  col quale poter trattare il passaggio ad un’altra emittente, che lui diceva di avere già in mano. La storia non mi ha convinto e dopo uno scambio di battute SALATE con lui e con il nostro presidente De Bellis, mi sono alzato e mi sono allontanato dalla sala. Gli altri mi hanno seguito, probabilmente  perché ero considerato un portavoce del gruppo. Tengo però a precisare che sono stati fatti, A SPROPOSITO, tanti discorsi sui motivi della fine del contratto con TELE+2, che alcuni avrebbero attribuito ad eccessive richieste di denaro da parte dei giocatori. Niente di più falso, perché non c’è stata nessuna richiesta da parte nostra. E’ stata l’emittente a tagliare il contratto senza alcun preavviso .»  Alla fine un duro colpo per l’organizzazione del MONDIALE PRO, che di lì a poco avrebbe subito il KO definitivo con la fuoriuscita ufficiale di un gruppo dei migliori, autodefinitisi i TOP TEN. Per Dal Cin è arrivato il momento di lasciare, ma solo per poco. Con De Bellis, ormai sempre di più il suo braccio destro, il MANAGER di Vittorio Veneto comincia a disegnare nuovi scenari. Sta per nascere la WORLD CUP, anche se si tratta di un progetto complesso che richiederà tempo, circa un anno, per vedere la luce. Però Dal Cin sa di avere in mano un bel giocattolo e non vuole lasciarselo scappare .

Dopo un decennio di grande splendore  il biliardo, notoriamente uno sport ciclico, comincia ad accusare un momento di preoccupante flessione, dovuto in buona parte alla forte riduzione della spinta televisiva che ne era stata il motore di crescita fino alla metà degli anni novanta. E’ evidente per tutti – federazione, giocatori, biliardieri e addetti ai lavori –  che è arrivato il momento di rimboccarsi le maniche per far ripartire il GRANDE BARNUM del circuito professionistico che resta indiscutibilmente la MIGLIOR VETRINA dello sport del panno verde. Dal Cin rimane al vertice della PIRAMIDE ORGANIZZATIVA, ben assistito come sempre da un De Bellis diventato, intanto, commissario della LEGA PROFESSIONISTI. Il tutto all’interno di una nuova federazione, la FIBIS, che congloba e compatta ogni altra sigla preesistente. In primo luogo la FIABS, del quasi ottantenne Comm. Rinaldo Rossetti, il quale è stato per oltre vent’anni leader indiscusso, nonchè bonario PADRE-PADRONE di varie federazioni che hanno ben rappresentato il movimento del biliardo sportivo nel nostro paese. Ma, naturalmente, si parla anche dell’ABIS, che era stata la sigla rivale negli ultimi anni, ben sostenuta in varie parti d’Italia da autentici paladini del biliardo come Scalo, Faggian, Musner e Di Tizio, tra gli altri. Adesso nella FIBIS, presieduta da Massimino Del Prete, l’organizzatore dello storico MONDIALE di Milano 87,  entrano anche la sigla professionistica della TOP TEN e ciò che rimane della defunta BMA. Certo non deve essere stato facile riunire tutti sotto uno stesso tetto e, in effetti, si è trattato di un’operazione complessa che ha richiesto un anno intero di febbrili contatti. Tante positività dal punto d vista «politico» non hanno avuto, però un adeguato riscontro sul piano sportivo. E’ così che a livello internazionale, non si è praticamente giocato ai 5 BIRILLI per tutto il 1995. Fa eccezione solo  quello che è destinato ad essere ricordato come il primo MONDIALE OPEN della specialità, o anche il MONDIALE DELLA RIUNIFICAZIONE . Un evento programmato a Fiuggi, in autunno,  che secondo tradizione si disputerà sotto l’egida della Unione Mondiale Biliardo, a due anni esatti dalla precedente edizione disputata in Argentina, a Bolivar 93. Un campionato, quest’ultimo, di cui è giusto parlare anche perché si tratta dell’unico MUNDIAL vinto in Sud America da un italiano «verace» .

All’epoca, il MONDIALE di Bolivar era passato un po’ in sordina, in quanto concomitante col MONDIALE PRO, evento di ben altra portata, come risaputo. Lo si ricorda in particolare quel MUNDIAL argentino, perché è stato l’unico vinto in Sud America da un giocatore italiano che risulti, al tempo stesso, anche il prodotto della nostra SCUOLA BILIARDISTICA. Un merito che spetta al talentuoso, 26enne padovano, Fabio Cavazzana, esponente di una blasonata famiglia che può vantare altri due giocatori di indiscusso talento come il papà, Gastone, e il di lui fratello, Giancarlo, entrambi pluricampioni italiani. Una famiglia che anche per le qualità artistiche esibite nel biliardo ai 5 BIRILLI, può essere accostata  ai  famosi fratelli Navarra, grandi esponenti argentini del gioco della CARAMBOLA, come pure alla DINASTIA LINDRUM, australiana, che ha regalato al mondo straordinari campioni di ENGLISH BILLIARDS e di SNOOKER .

Nel caso di Fabio Cavazzana, giocatore mai abbastanza apprezzato per l’alloro mondiale colto oltre Atlantico, si può anche capire che il titolo iridato vinto da Mannone tra i «pro», proprio nello stesso anno, abbia avuto una consistenza e un RISALTO MEDIATICO di ben altro spessore. Però va sottolineato che in quel periodo non tutti i migliori erano passati nelle file dei professionisti. Il presidente Rossetti, «Padre-Padrone» della FIABS, aveva trovato modo, in particolare con adeguate argomentazioni di carattere economico, di trattenere in federazione due campioni del mondo come Rosanna e Sessa, oltre ai Cavazzana padre e figlio, assieme a  giocatori di valore come Colombo, Consagno e il campione europeo , Bellocchio. In tal  modo, a Bolivar 93, non è certo mancata la concorrenza al nostro Fabio, il quale ha dovuto vedersela anche con i temuti giocatori della nazionale argentina, oltre a fare i conti con un materiale di gioco differente da quello abituale nel nostro paese. Non si parla poi del tifo da stadio, assordante con tanto di trombe e tamburi che è d’obbligo per la TIFOSERIA locale. Ne sa qualcosa il nostro Cifalà che dieci  anni prima, a Marcos Juarez 83, finì col perdere un titolo che aveva praticamente in tasca contro l’indio Borelli, anche per la mancanza di lucidità dovuta al comportamento AI LIMITI della tollerabilità da parte degli indiavolati AFICIONADOS locali. I giocatori del BLUE  TEAM  sono avvisati.

Esponente di punta del team biancoceleste, guarda caso, è ancora il grande Borelli, 45 anni, un figlio di Bolivar e anche per questo idolo incontrastato della tifoseria locale. Elementi di valore sono pure i vari Mendy, Ingegneri e Canavesio, tutti giocatori potenzialmente in grado di piazzare l’exploit. Da non sottovalutare anche l’emergente Dieguez, l’avvocato di San Juan (a nord ovest del paese ) che è uno degli allievi prediletti di Gomez. Tra l’altro, con il suo maestro si è  tolto la soddisfazione di sfiorare un titolo nazionale a coppie quando era ancora un teenager. Ora, però, deve contare solo sulle sue forze. La preparazione, comunque, è stata buona e il grosso risultato sta per arrivare. Ribaltando ogni pronostico mette in fila sempre per 3-1, Bellocchio, Canavesio, Mendy e approda alla finale. Qui trova il nostro Cavazzana reduce da comode  vittorie su Epele e Colombo, ma costretto a sputare sangue col sorprendente Titonel, in una semifinale infuocata che lo ha visto prevalere solo alla bella, proprio sul filo di lana, col punteggio di 80-74. Un buon rodaggio, si potrebbe dire, per il nostro portacolori chiamato a disputare una finale destinata ad essere, se possibile, ancora più sofferta ed equilibrata contro il 29enne argentino dal micidiale gioco frontale. Certo che anche Fabio non scherza nelle BILIE A VISTA, ma il figlio del grande Gastone si fa preferire per il tocco e per una maggior completezza, nonché per la stretta difesa, da buon giocatore di scuola torinese qual’è. Ne nasce un match spettacolare ed emozionante come pochi, con tanto di DRAMA finale. Avanti ora l’uno, ora l’altro, si arriva  comunque in grande equilibrio  alla quinta, decisiva partita. Qui il match si sbilancia decisamente a favore dell’argentino, con il nostro portacolori che viene a trovarsi pericolosamente sotto nel punteggio per 46-16. Messo alle corde, Fabio trova la forza di reagire e piazza la rimonta che lo porta sul 76-62 , a un passo dal titolo. Sembra fatta, quando Dieguez esplode in uno sfaccio limite, da 12 punti, che gli consente di rimettere tutto in discussione, sul 76-74. Ma non ci sarà un’altra possibilità, perchè il  Nostro  CHIUDE con una magistrale raddrizzata a filo di pallino e porta a casa il titolo più ambito. Quasi da non credere, un campionato del mondo vinto a soli 26 anni a al primo tentativo! Sarà il più grande successo in carriera del fuoriclasse padovano.

Al MONDIALE OPEN di Fiuggi 95 si va dritti  alla riunificazione del titolo. Da una parte Cavazzana, detentore della corona dell’ UNIONE MONDIALE BILIARDO. Dall’altra Zito, detentore del titolo dei PROFESSIONISTI. Purtroppo per lo spettacolo il tanto atteso scontro diretto verrà a mancare, a seguito dell’eliminazione di Cavazzana già negli ottavi di finale, con un secco 3-0, da parte del 62enne Attilio Sessa. Un Sessa che a ruota batte 3-1, nei quarti, uno dei suoi avversari più tradizionali, proprio Nestor Gomez, per diventare così il più anziano semifinalista della storia del MONDIALE. Un match strano, comunque, sul quale vale la pena di soffermarsi, se non altro per cercare di darsi una spiegazione delle tre bilie in mano consecutive (!) concesse da Nenè nella partita conclusiva. Una serie negativa probabilmente senza precedenti per lui – mai dire mai in questo gioco – che inizia quando Gomez lascia palla su un normale cinque sponde di calcio, sbagliato di UN NIENTE sull’interno della palla avversaria. Subito dopo arriva l’altra bilia in mano, su una GARUFFA CLASSICA, da centro a centro, mancata sul largo. Il festival degli errori si conclude su una disastrosa bevuta in castello, con l’avversaria mancata sul largo in un angolo di leggera parabola. Roba da non credere! Gomez è fuori di testa, ma non è che Sessa sia stato poi così convincente nei tre sfacci consecutivi giocati mettendo  l’avversaria  in acchito. Centra il filotto solo al terzo tentativo e la conduzione delle bilie, la battente in particolare, risulta sempre alquanto approssimativa. Viene da pensare che si tratti di un problema di biliardo e la conferma arriva puntuale da Sessa, che ai microfoni della RAI (commento di Franco Trandafilo e Auro Bulbarelli confezionato, nell’occasione, in puro stile “Il biliardo minuto per minuto”) chiarirà che l’incontro si è disputato sull’unico tavolo in sala, con il riscaldamento inserito  direttamente nelle sponde, invece che sul piano di gioco com’è normale. Un tavolo che, alla prova dei fatti, si è dimostrato poco sensibile allo sviluppo degli effetti, mettendo in crisi entrambi i giocatori. L’italiano ne è venuto fuori meglio, ma Gomez alla fine può dirsi soddisfatto di un quinto posto in classifica che gli ridà morale in vista dell’inizio della tanto attesa World Cup. Intanto Sessa, dopo aver eliminato Cavazzana e Gomez, ci riprova in semifinale con Zito, ma questa volta deve segnare il passo di fronte all’ormai  indiscusso numero uno del mondo, che si impone con un secco 3-0. Dall’altra semifinale esce vittorioso Colombo, che batte 3-2 l’argentino Marcelo Mendy, capace  di confermarsi sui livelli di Bolivar 93, ancora con un pregevole terzo posto. Ma a chi andrà il titolo questa volta? Neanche a dirlo, al solito Zito che in finale va con decisione sul 2-0, per resistere al parziale ritorno dell’italiano e chiudere  in bellezza, sul 3-1. Di soldi se ne vedono POCHINI, come sempre del resto nei campionati che si disputano sotto l’egida della UMB, dove si gioca ancora per coppe e medaglie. I grossi premi in denaro arriveranno presto, comunque, con la WORLD CUP, almeno così si spera ….

Alla prova dei fatti la World Cup, a St.Vincent, si rivelerà una bella delusione nonostante Dal Cin sia  riuscito, in qualche modo, a ricucire il rapporto con TELE+2. Ora il biliardo viene trasmesso IN CHIARO, però solo nel fine settimana e IN DIFFERITA, dopo la mezzanotte. La COPERTURA COMPLESSIVA di ogni singolo torneo è di circa 6 ore, con 2 ore al giorno il venerdì, sabato e domenica. Come dire che siamo su una programmazione pari,  grosso modo, ad un decimo dello standard registrato nella prima edizione del MONDIALE PRO. Questa è la dura realtà e bisogna accettarla. I tornei restano 10: uno al mese, più il MASTER finale. Il montepremi cala vertiginosamente e del miliardo promesso se ne vedrà solo la metà. Dovevano essere 8 milioni al vincitore di torneo, ma saranno 4. Al MASTER, 40 promessi, ma solo 20 pagati al campione del mondo. Previsto, a parziale compensazione, un BONUS di fine stagione legato alla classifica generale. Al primo spettano 30 milioni, con premi a scalare, in proporzione, fino al sedicesimo classificato. Non sarebbe male, solo che ci vorranno almeno UN PAIO D’ANNI prima che tali BONUS vengano liquidati. Purtroppo si è trattato, nel complesso, di una organizzazione che ha lasciato alquanto a desiderare e non è stata di certo una buona idea quella di incentrare la manifestazione, dunque ben 11 tornei, tutti a St.Vincent, penalizzando sensibilmente il movimento e la passione, anche per i tornei preliminari degli ASPIRANTI, che arrivano a questo sport dal SUD DEL PAESE. Non può dirsi una sorpresa che a META’ STAGIONE si registri una lunga FASE DI STALLO, col rischio di compromettere l’esito stesso della manifestazione. Ci vorrà la BUONA VOLONTA’ di tutte le parti in causa organizzatori, federazione, televisione, sponsor, casino’ e giocatori  per condurre in porto questa travagliata edizione della WORLD CUP, un evento che TELE+2 ormai non produce più direttamente e del quale ha cessato di essere lo SPONSOR PRINCIPALE. La voglia di far bene comunque non manca e, se non altro, c’è qualche novità come l’arrivo di un nuovo regista, l’esperto e valido Danilo Zanon. Il commento, intanto, cambia direzione e adesso c’è una coppia inedita al microfono, chiamata a dare un tono più SOFT, quasi da NIGHT CLUB (d’altro canto gli orari sono quelli) al racconto delle prodezze degli artisti del PANNO VERDE. I due personaggi in questione sono Alfio Liotta e il popolare comico «Ric», del famoso duo «Ric e Gian». Liotta vanta una lunga esperienza nel mondo dello spettacolo noto doppiatore tra l’altro ed  ha acquisito ormai una buona padronanza anche nel biliardo, grazie a due solide stagioni di MONDIALE PRO.  L’altro, un mostro sacro del palcoscenico, è un bel conoscitore del mondo del biliardo potendo contare su un interessante BACKGROUND FAMILIARE. Il papà, Carlo Miniggio, è stato infatti un valido giocatore di scuola torinese e un appassionato organizzatore del BILIARDO SPORTIVO nella fase formativa della federazione, a cavallo tra gli anni 50 e 60. Purtroppo nuoce all’atmosfera dell’evento che tutte le prove si disputino, con sempre minor presenza di pubblico in sala, in un’unica sede: le Terme di St.Vincent.  Fa eccezione, per fortuna, il  MASTER conclusivo, in cui si torna a respirare, finalmente, aria di un vero e proprio MONDIALE.

La ROUTINE del torneo dopo torneo, sempre nelle medesime condizioni, è stata dura da reggere per i giocatori  che si sono sentiti progressivamente declassati da ARTISTI della stecca, a semplici IMPIEGATI del panno verde. Ad «accusare» di più sono personaggi particolarmente ADRENALINICI come Cifalà,  Mannone e Belluta, che non risultano mai in corsa per un posto al MASTER. Il grande Gomez, con tutta l’acqua che ha visto passare sotto i ponti, ormai è diventato filosofo:“Non capisco di cosa abbiano da lamentarsi certi giocatori. Dicono di non riuscire più a trovare stimoli … Mah, sarà così, però per me non hanno capito niente, perché noi siamo ancora indietro e questa è la verità. Adesso che c’è la televisione, siamo più conosciuti. Dobbiamo ringraziare TELE+2, però rimaniamo quello che siamo. Io ho sempre tenuto i piedi per terra e il biliardo, purtroppo, non smuove ancora grossi interessi come succede in altri sport che vanno per la maggiore. Dobbiamo darci tutti da fare per migliorare la situazione. Non possiamo aspettare la manna dal cielo.” Questo, nella sostanza, IL CREDO di un veterano come Gomez che sente di essere entrato ormai nella fase calante nella carriera e non sembra più così legato al risultato agonistico. Nella WORLD CUP Nenè è partito col freno a mano tirato, per  sciogliersi nella seconda parte della stagione e centrare, al meglio, due semifinali. La prima, persa di misura con Caria, per 4-3, mentre la seconda lo vede soccombere, con un netto 4-0, contro uno scatenato Martinelli che andrà poi a vincere la prova, l’ultima della stagione regolare, battendo in finale Triunfo .

Per Gomez, tutto sommato, un finale di stagione in crescendo, che lo colloca in un’accettabile 17° posizione in classifica generale. Arrivati a 55 anni, in fondo, ci si può anche accontentare, tanto più quando si vede un Belluta che chiude al numero 23, Cifalà al 27, Rosanna 31, Mannone 35 e Sessa 46. Fa specie, sicuramente, vedere un Mannone in caduta libera dopo due stagioni  al TOP nel MONDIALE PRO, concluse con un primo e un terzo posto al MASTER. «Non cerco scuse – chiarisce l’ex campione del mondo – ho giocato ben al di sotto del mio standard abituale. Si è sentito dire in giro che il matrimonio e l’arrivo del primo figlio possono avermi distratto dai miei impegni di gioco. In realtà non è così, anzi posso dire che per me la famiglia è una forza e una motivazione in più. Purtroppo è stato lo scadente livello organizzativo della WORLD CUP a togliermi stimolo. Non parliamo poi dell’idea di accoppiare le prove, a due a due, nel finale di stagione giusto per arrivare in qualche modo ad una conclusione. Una situazione davvero deprimente.» Questa, almeno, l’opinione di un campione abituato ad andare a mille fino a quel momento e, dunque, poco propenso ad adeguarsi ad una situazione in progressivo deterioramento. In giro, però, c’è ancora tanta gente “affamata”,  giocatori disposti a dare l’anima per andare a premio nei vari tornei, anche se è chiaro che tutto, ormai, si sta riducendo ALL’OSSO. Facile ironizzare in merito, ma se c’è una battuta che sembra fotografare al meglio la situazione, potrebbe essere la seguente, non a caso gettonatissima all’epoca: «Siamo venuti ad alloggiare al Billia (nda. il Grand Hotel del Casino) e siamo finiti al Bed and Breakfast» . Come dire che, comunque, si andrà avanti lo stesso, perchè il biliardo è un gioco che si pratica più per passione che per denaro, anche tra i professionisti! Di «Felliniani» autentici ne sono rimasti in giro pochi.  Zito sicuramente tra questi, lui che è un personaggio decisamente «money oriented» e deve fare i conti, dunque, con il calo di motivazione che potrebbe venirgli  dalla stretta economica che ha colpito il settore. Così, se in precedenza poteva pensare di incamerare almeno 200 milioni a stagione di soli premi, adesso deve fare i salti mortali per portarne a casa 70, andando a pieno regime su tutti i fronti: tornei vinti, classifica generale e un risultato di livello al MASTER. Poi, naturalmente, entrano in gioco anche  le sponsorizzazioni, le ROYALTY legate alle vendite di stecche e tavoli da gioco, nonché le lezioni e i corsi di biliardo, molto seguiti all’epoca. Però tutto resta sempre legato all’IMMAGINE e questa, per un professionista, dipende dai risultati che si possano  mettere IN VETRINA nei grandi tornei televisivi. Sotto questo profilo non ci può essere di meglio della WORLD CUP e allora bisogna DARE DI PIU’, come è abituato a fare Zito che, non a caso, va a siglare un record di ben 4 vittorie nelle 10 prove della stagione regolare, conquistando a mani basse il primato in classifica generale. Fin qui è quello che ci si poteva aspettare dal fuoriclasse italo-argentino, ma sarà possibile, è lecito chiedersi, mantenere questa condizione di forma – un autentico STATO DI GRAZIA – fino al Master? Qualcuno dice di aver visto Gustavo un po’ in calo negli ultimi due tornei,  in cui è stato eliminato  prima dei quarti di finale …

Alle spalle di Zito, in classifica generale, figura David Martinelli che è riuscito a mettere due tornei nel carniere. Segue «Mr.Continuità» Torregiani, che centra la terza partecipazione al MASTER in altrettante edizioni della competizione iridata. In quarta posizione, la rivelazione della stagione, Giovanni Triunfo, di Orta Nova (Foggia), che risulta il primo rappresentante della scuola pugliese a ottenere risultati di valore (con due finali disputate) a livello professionistico. A completare la lista dei MAGNIFICI OTTO eletti al MASTER, troviamo, nell’ordine, Nocerino, Cavazzana, Consagno e l’emergente Borroni, vincitore della  seconda prova. Sarà proprio quest’ultimo a destabilizzare Zito nel gran finale di stagione, così come aveva fatto il suo maestro, Mannone, in quel di Cannes, nel 1993. Il 25enne milanese si impone per  4-2 al  primo turno del classico girone all’italiana, valido per l’accesso alla  fase finale  ad eliminazione diretta. Il fuoriclasse italo-argentino accusa vistosamente e finisce col perdere anche con Consagno e Cavazzana. Al termine della prima giornata il solo bilancio è disastroso: zero vittorie e tre sconfitte!  La classe non è acqua, però, e l’indomani il «Golden Boy» suona la carica e va a chiudere la giornata con un formidabile 4-0! Purtroppo non è abbastanza, perchè saranno in quattro a finire con lo stesso bilancio (4 vinte e 3 perse) alle spalle di Borroni (5 vinte e 2 perse) e  toccherà proprio a Zito  farne le spese per  il crudele GIOCO DELLE MEDIE .

In semifinale il primo accoppiamento vede di fronte Borroni e Consagno. Poi a ruota, quasi una finale anticipata, il match chiave Martinelli-Cavazzana. Il primo scontro vede il successo del 43enne Consagno, che impone il suo gioco brillante ed aggressivo ad un avversario dallo stile più classico, ma non sempre altrettanto efficace. Vince Consagno  4-2.  Dall’altra parte  è Martinelli ad imporsi con un convincente 4-1 su un Cavazzana non abbastanza centrato nei momenti che contano. La pressione, si può capire, è enorme  anche per un campione del mondo. Alla fine  il titolo se lo giocano Consagno e Martinelli. Ne nasce un match teso, sofferto in cui a venirne fuori decisamente meglio è il 25enne di Pontedera, che si afferma per 4-1 e si laurea campione del mondo PROFESSIONISTI, iscrivendo il suo nome nell’albo d’oro della competizione dopo Mannone e Zito. Come i suoi illustri predecessori, ,guarda caso, anche  Martinelli è andato a vincere il titolo dopo essersi imposto nell’ultima prova della stagione regolare. La LEGGE  del giocatore in fiducia e …LA CABALA hanno fatto centro ancora una volta al MONDIALE PROFESSIONISTI. Di certo sul capo del GRANDE TOSCANO splende la stella del PREDESTINATO e lo si capisce ancor meglio quando, l’anno seguente, va a vincere anche il CAMPIONATO  EUROPEO di Milano97. In semifinale batte Zito alla quinta decisiva partita, all’epilogo di un match incandescente. Poi va a conquistare il titolo superando in una drammatica finale, risolta ancora al DECIDER, proprio sul filo di lana,  il compianto Riccardo Masini, grande e sfortunato talento, allora appena ventenne. Adesso è chiaro che il gioco dei 5 birilli ha trovato un serio pretendente al trono di Zito. Se vogliamo dirla in versi: “ET VOILA’, L’ANTI-ZITO E’ SERVITO.”

LEGGI LE PUNTATE PRECEDENTI DELLA STORIA DI NENE’ GOMEZ

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