Nestor “Nenè” Gomez, il Professore, eternamente Ragazzo, della stecca (Decima Parte): I 5 birilli volano a Las Vegas
Dopo Pulsano il CIRCO VERDE va a piazzare le sue tende nella splendida Arzachena, in Costa Smeralda, dove circa 500 giocatori – molti con famiglia al seguito – risultano impegnati in una complessa manifestazione con gare a tutti i livelli, in cui figurano al TOP la prova OPEN, vinta dal calabrese Valerio Reale su Zito, per 3-2, quindi la selezione MASTER dominata dal solito Diomajuta e, “dulcis in fundo”, la terza prova di WORLD CUP. Tra i PRO subito in bella evidenza Torregiani, che si fa largo nella parte alta del tabellone ai danni di Paoloni, Venerando, Martinelli e il 32enne danese Hendriksen, battuto in semifinale. Tutti successi limpidi i suoi, eccetto con Venerando (3-2), con un episodio particolare raccontato dalla collega Enrica Arcangeli, nella rivista IL BILIARDO. «L’atleta argentino, evidentemente molto stanco, ha rischiato di bruciare il match preparando il tiro sulla bilia avversaria. Prontamente Venerando l’ha avvertito, evitando così le dannose conseguenze della svista. Gustavo Torregiani poco dopo ha chiuso l’incontro, ma senza esultare, anzi. Torregiani sembrava dispiaciuto, quasi, come avesse mal risposto alla correttezza dell’avversario. Per fortuna ci ha pensato Paolo, che ha immediatamente commentato: E COME POTEVO andar via da Arzachena con il magone d’aver visto che stava sbagliando bilia e aver taciuto? » Un plauso a Venerando per il BEAU GESTE e buoni auspici per l’argentino, che sembra ben allineato con gli astri per tornare a vincere qualcosa di importante, visto che è da Sarnano 94 che non fa centro, tra i PRO. Intanto nella parte bassa del tabellone avanza con bella sicurezza il solito Triunfo, che mette in fila Sala, Zito (per 3-0 !) e Borroni, con un sofferto 3-2. In semifinale affronta l’esperto Papini, 57enne, di Prato, allievo del grande Biagini, ma SOTTO, SOTTO un giocatore che si è ispirato più a Coppo e alla scuola torinese che non a Lotti e Cappelli, i portabandiera della scuola fiorentina, ovviamente assieme al mitico Biagini che è stato IL MAESTRO DEI MAESTRI in Toscana.
Cosa significhi SCUOLA TORINESE, lo capirà presto il giovane pugliese di Orta Nova (Foggia), il quale nelle prime due partite rimane imbrigliato dal gioco di misura e dalle difese asfissianti dell’avversario, che lo limita a 42 punti e 38, rispettivamente, in partita ai 60. Un match che seguo, personalmente, a bordo tavolo e commento per TMC2 a fianco della voce storica del biliardo e di tanti altri sport per l’emittente monegasca, che risponde al nome di Massimo Benedetti. Per me una vecchia conoscenza il giornalista romano, 51 anni, che mi è stato punto di riferimento sotto il profilo professionale sin dalla metà degli anni ottanta, quando abbiamo costituito la prima COPPIA FISSA nel biliardo, sui NETWORK NAZIONALI, commentando la COPPA DEL MONDO 86 di carambola 3 sponde. Adesso, per noi, la soddisfazione di portare avanti la coppia anche nei 5 BIRILLI, la specialità di TRADIZIONE nel nostro paese e, anche per questo, il gioco di maggior visibilità sul piccolo schermo. A proposito di Papini, l’esperto giocatore di Prato, classe 1939, sta vivendo una sorta di SECONDA GIOVINEZZA , come dimostrato dalla semifinale raggiunta al Gran Premio di Goriziana di St.Vincent 94 (n.d.a .risultato bissato nel 2000). Adesso, ad Arzachena, ha la possibilità di ottenere il miglior risultato in carriera, se solo gli riesce di vincere ancor una partita con Triunfo. Sul 2-0 in suo favore e con il predominio dimostrato fin qui al tavolo, il successo è davvero a portata di mano. Tra l’altro, la sera prima, mentre con mio cognato e rispettive famiglie eravamo a cena in albergo, ricordo che Paolo si era espresso in termini più che lusinghieri nei confronti del giocatore toscano, proveniente dalle dure selezioni del CIRCUITO MASTER: «Dei giocatori della vecchia scuola, nati sui tavoli con le buche, Papini è uno dei pochi a non aver avuto problemi di adattamento con il passaggio ai tavoli internazionali senza buche. Anzi, vorrei dire che col suo tocco morbido e la sbracciata leggera, probabilmente ne ha anche guadagnato». Ah sì, Il TOCCO, proprio quello, e magari anche un po’ la voglia di strafare in un match televisivo di ottimo livello, ed ecco che basta UN NIENTE per cambiare drammaticamente il corso del match .
Succede che, nella terza partita, Papini si avventuri in un giro rischioso, di tocco, con bilie in posizione ravvicinata tra loro e in stretta prossimità della sponda lunga di sinistra. L’obiettivo è ambizioso, perchè qui si va alla ricerca di una soluzione di SUPER MISURA dietro il castello, suggerita dalla posizione del pallino che è lì, in zona. Va a finire che, sotto pressione, il toscano resta leggermente corto … APRITI CIELO! Da quel momento Triunfo gioca la perfezione sul biliardo e centra sempre realizzazioni piene. Dove uno è contento di fare 8, lui realizza 12. Dove 10, lui fa 14! Il match gira completamente e Triunfo – un nome che sa di predestinazione – va a prendere di prepotenza le ultime tre partite e vola in finale con Torregiani. Certo, il bicampione del mondo, argentino, resta il favorito per la vittoria, ma l’exploit siglato dal pugliese lascia intendere che questa volta può succedere davvero di tutto. Raramente si è visto un giocatore mettere in campo tanta POSITIVITA’ e CONTINUITA’ in fase di realizzazione. Ma chi è QUESTO, il nuovo LOTTI? Al dunque, Triunfo conferma quanto di buono ha fatto vedere fin qui, riprendendo da dove aveva lasciato con Papini per fornire un’altra prestazione SUPER e mettere alle corde pure Torregiani. L’argentino fa appello alla volontà e alla classe per restare in scia e forzare, in qualche modo, il DECIDER. Però gli resta poco da spendere e finisce per cedere nettamente, per 60-16, ad un avversario che continua ad andare a mille e chiude PARTITA in poche battute. Una vittoria ancora più eclatante per Triunfo, perché lo porta addirittura al vertice della classifica generale dopo tre prove, davanti a Belluta, Torregiani, Bellocchio e Nocerino. Deludenti fin qui i due protagonisti più attesi, Zito e Martinelli, ma ci sono pur sempre 7 prove da disputare e tutto può ancora succedere.
Ad Arzachena si è visto di sfuggita anche Gomez, iscritto alla GARA OPEN. Per lui niente di particolare, visto che dopo aver superato la fase di qualifica, non ha trovato gloria nel girone finale a 32, battuto subito dal toscano Raffaelli, per 3-2. Gli andrà meglio, pochi mesi dopo, in una gara interregionale, in centro Italia, quando andrà a vincere il terzo trofeo Città di Isernia mettendo in riga molte delle migliori stecche nazionali. Tra queste un Paolo Diomajuta quasi imbattibile in quel periodo, quindi Damiano Zero e poi in finale, il sorprendente De Crescenzo. Soddisfazione relativa per il fuoriclasse argentino, costretto a restare fuori dalla grande vetrina televisiva della World Cup, fino al termine della stagione. Gli resta la soddisfazione di veder crescere sempre di più il numero degli iscritti ai suoi CORSI DI BILIARDO. Non c’è dubbio, è lui il MAESTRO da cui tutti vorrebbero imparare e non è, certo, una soddisfazione da poco. Però Gomez, da grande agonista qual è, morde il freno e non vede l’ora di rientrare alle grandi competizioni internazionali. Purtroppo dovrà attendere ben otto mesi, fino al Mondiale di Ferrara 98, per tornare a farsi ammirare dai tifosi e dal grande pubblico televisivo. Per il momento può solo aspettare. Intanto nella World Cup LA CREMA sta venendo puntualmente a galla. Nocerino riscatta il passo falso della finale di Todi e va ad imporsi a San Bartolomeo (Reggio Emilia), a casa di Dal Cin, in un torneo disputato nell’ elegante cornice della CLUB HOUSE di un rinomato CIRCOLO DI GOLF. Battuto in finale un certo Gustavo Zito, col quale «Terminator» darà vita ad una rivalità destinata a protrarsi fino al MASTER di Montecarlo. Nel finale di stagione Nocerino concederà IL BIS, a Bibione, superando nel match-clou il danese Erling Sjorup. Intanto Zito, senza strafare, diventa il secondo a siglare una doppietta in stagione, imponendosi nella quarta e nell’ottava prova, rispettivamente su Triunfo e Torregiani . Doppietta pure per Belluta che, dopo aver trionfato nella seconda prova, a Pulsano, conferma di aver ritrovato la miglior condizione incamerando anche la decima tappa, in finale col 20enne Riccardo Masini, allievo di Gomez e grande speranza del biliardo italiano. Menzione D’ONORE, infine, per Paolo Diomajuta che, dopo aver dominato in lungo e in largo il CIRCUITO MASTER, assicurandosi il ritorno tra i PRO, ora va a vincere, non certo a sorpresa, anche il TITOLO ITALIANO di categoria. Ma non è tutto perché, ciliegina sulla torta, arriva anche l’agognata vittoria in una prova di COPPA, la penultima in stagione, battendo con autorità il 20enne Nicolas Fillia, grande promessa del biliardo biancoceleste, col punteggio di 3-0. Fillia e Masini, classe 1977, un’altra annata DOC nel mondo dei 5 BIRILLI di cui bisogna cominciare a tener conto .
La prova più importante della STAGIONE REGOLARE la vince Torregiani, nientepopodimenoche a LAS VEGAS, negli Stati Uniti, nel corso di una grossa fiera internazionale del biliardo. Lodevole iniziativa di Dal Cin & Co. di offrire un’immagine sempre più GLOBALE dei 5 BIRILLI, in un momento in cui, grazie alla vasta eco suscitata dal MONDIALE PRO, i due nomi più famosi del biliardo americano in ambito storico e tecnico – Robert Byrne e Mike Shamos – stanno dimostrando vivo interesse per le vicende del biliardo italiano. Del primo abbiamo già detto (qualcuno se ne ricorderà, in una PRECEDENTE PUNTATA ), mentre Shamos, è venuto in Italia, a Rimini, nel 1996, a presentare il suo libro, «Pool», che mi sono interessato di tradurre in italiano per la parte tecnica, assieme a Elisabetta Bezzon. Libro splendido che, nella versione italiana, è stato pubblicato da Facto Edizioni col titolo «Pool, Biliardo e Carambola». Il grande storico americano, con il quale ero da tempo in contatto epistolare per il comune interesse per il COLLEZIONISMO, ha potuto visitare la grande fiera dell’ENADA, dedicata a biliardo e videogiochi, ed è rimasto affascinato da una esibizione a TUTTI DOPPI di Mannone e Lotti. Dopo essersi vivamente complimentato con i protagonisti, Shamos non ha esitato a prendere in mano la stecca cimentandosi in alcuni tiri ai 9 BIRILLI, specialità che aveva già cominciato ad apprezzare in un viaggio in Giappone, dove quel gioco è conosciuto come LA GORISHANA! E’ stato proprio Shamos, titolare tra l’altro di una delle più importanti COLLEZIONI DI BILIARDO al mondo, che mi ha voluto ricordare come, verso la fine del 1800, il gioco dei BIRILLI abbia goduto di una certa POPOLARITA’ negli Stati Uniti, con relativa disputa di alcuni INCONTRI UFFICIALI, prima di cadere nel dimenticatoio a seguito della crescita esponenziale del POOL e della CARAMBOLA al di là dell’Atlantico.
Tra i benemeriti della trasferta a Las Vegas per la WORLD CUP 97, figura anche il biliardiere romano Mariano Maggio, sponsor tecnico della manifestazione, il quale dopo aver già portato con successo i suoi prodotti in Russia, adesso cerca il colpo grosso puntando a far conoscere negli Stati Uniti il MADE IN ITALY dei biliardi tecnologici da BIRILLI e da POOL, che escono quotidianamente dal suo avveniristico stabilimento di Paliano, situato in bella vista proprio a fianco dell’autostrada Milano-Napoli, tra i caselli di Colleferro e Anagni. In proposito il Cav. Maggio, INAFFONDABILE come la Bismarck, ha qualcosa da dire: “Il prossimo traguardo è quello di riuscire a vendere tavoli da pool proprio negli Stati Uniti, nella tana del leone. Con lo stabilimento di Paliano, supertecnologico nonchè il più grande del mondo, ho voluto anche chiudere LA BOCCA a quanti, tra la concorrenza, hanno insinuato per anni che la MBM non produceva biliardi, ma li commercializzava soltanto col proprio marchio, facendoli costruire da TERZI, magari all’estero». Tutto questo senza dimenticare che Mariano Maggio è uno dei personaggi del panorama italiano con la MAGGIOR VISIBILITA’ sul piccolo schermo. E ‘entrato e uscito con la massima disinvoltura dagli studi dei più importanti NETWORK NAZIONALI, con una preferenza per TELEMONTECARLO dove è stato lo sponsor tecnico di varie trasmissioni, come BILIARDO SHOW, con Massimo Benedetti. Tra l’altro, sempre con Benedetti, ha commentato i primi tornei di snooker, visti in Italia, nel 1988 / 89 e tra questi il famoso torneo di esibizione disputato dal grande Steve Davis e dai suoi compagni della MATCHROOM ( del BOSS Barry Hearn ) all’ Hotel Gallia di Milano, nel dicembre 1988 .

Alla fine una tappa, quella di LAS VEGAS 97, così importante dal punto di vista politico, da mettere un po’ in ombra, fatalmente, gli aspetti AGONISTICI di un torneo che è stato una sorta di passerella conclusiva, a 4 giocatori soltanto, di una MANIFESTAZIONE che ha avuto inizio in Italia, a Lignano Sabbiadoro, a ruota della QUINTA PROVA vinta, per la cronaca, da Zito in finale con Triunfo. L’indomani però, nella SESTA PROVA, ecco che Zito perde subito con Madia, mentre Triunfo deve cedere il passo a Venerando, che va ad imporsi alla quinta, decisiva partita. Venerando batte poi il temibile Consagno, che nel 1996 è stato vice-campione mondiale PRO, nonchè vincitore del Gran Premio di St.Vincent. Il veneto si guadagna così il PASS per Las Vegas, unitamente a Torregiani, Martinelli e Berrutti che vanno a completare il POKER degli eletti che proveranno a piazzare l’ALL IN decisivo, nella capitale mondiale del GIOCO D’AZZARDO. Qui sarà il due volte campione del mondo argentino, abituato ai grandi eventi internazionali, a raggiungere per primo la finale, superando al DECISIVO un buon Martinelli. Intanto Venerando regola il simpatico uruguayano dai baffi spioventi, Eliomar Berrutti, che deve dire addio al SOGNO AMERICANO di diventare ricco si fa per dire e famoso, dall’oggi al domani. La finale, dunque, vede di fronte due giocatori e due amici che hanno grande rispetto reciproco e tendono a dare il meglio quando si trovano di fronte. Già era stata grande battaglia ad Arzachena, ma come allora il campione padovano sembra avere astri contrari con l’amico-rivale. Questa volta sotto forma di un PICCOLO TERREMOTO provocato dal passaggio di un TIR, che in un momento chiave della quarta partita, quando incombe il DECIDER, trasforma una MESSA di castello in una BILIA A VISTA seppur di un niente a favore dello SPIETATO campione argentino. Torregiani non se ne CRUCCIA, ma proprio per niente, e piazza la stoccata che lo lancia DRITTO verso il gradino più alto del podio. Con questo successo il 35enne di Leones, provincia di Cordoba, rompe un lungo digiuno che dura da Sarnano 94 e ottiene la seconda affermazione di COPPA. Un risultato che comincia ad allinearsi meglio con la grande quantità di prestazioni di rilievo che Torregiani ha siglato da PRO. Non a caso, scorrendo le classifiche generali di 4 stagioni di COPPA, solo Zito può dire di aver fatto meglio, complessivamente. Certo non in questa stagione, al momento, visto che Torregiani balza in testa alla classifica generale a punti, davanti a Triunfo, Zito e Nocerino. Adesso si inizia a fare davvero sul serio. Il MASTER di Montecarlo si profila all’orizzonte e Torregiani comincia ad accarezzare il sogno di mettere finalmente le mani sulla World Cup.
Tra i personaggi che hanno brillato IN STAGIONE, meritevole di una menzione d’onore è certamente Paolo Diomajuta, che dopo essere stato SUPERVINCENTE nel circuito Master con relativa riammissione tra i PRO piazza un’altra stoccata andando a conquistare il titolo nazionale di categoria, a St.Vincent, in finale col sempre valido Leo De Feudis. Ma non è tutto, perchè dopo aver smosso mari e monti ecco che, finalmente, arriva anche la soddisfazione di un successo pieno in WORLD CUP, nella nona prova, a Todi. Purtroppo non è abbastanza per entrare al MASTER e partecipare alla GRANDE ABBUFFATA in Costa Azzurra, riservata di prassi ai MAGNIFICI OTTO della stagione regolare. Intanto al vertice della classifica tutto procede in linea con quelli che potevano essere i pronostici della vigilia. Tutto, tranne l’assenza di Martinelli, il CAMPIONE USCENTE, finito contro ogni previsione al 15°posto. Ragazzo limpido, onesto, il mancino di Latignano non è tipo da accampare scuse. “Devo ammettere di aver sentito il peso del titolo vinto l’anno scorso a St.Vincent e questa edizione di WORLD CUP ho finito per giocarla piuttosto sotto tono. Ho avuto solo un momento buono, a Las Vegas, ma ho perso al DECISIVO contro Torregiani, in semifinale.” A questo punto i grandi favoriti per il titolo sono Zito e Torregiani che, non a caso, occupano rispettivamente il primo e secondo posto della classifica generale. Proprio come nel 94, quando fu poi Zito a portare a casa il titolo iridato. Tra l’altro i due sono i soli ad aver centrato l’accesso al MASTER in tutte e quattro LE EDIZIONI del MONDIALE PROFESSIONISTI. A contendere loro il titolo ci saranno, a Montecarlo, in ordine di classifica, giocatori del calibro di Nocerino, Triunfo e Belluta, a seguire l’uruguayano Berrutti e il sorprendente danese Hendriksen, entrambi sicuramente avvantaggiati dall’aver giocato in FASCIA PROTETTA. Da ultimo, tra i MAGNIFICI 8 c’è anche un ex-campione del mondo come Fabio Cavazzana. Il fuoriclasse padovano non ha brillato in stagione, figurando al meglio in due semifinali, ma è sempre giocatore in grado di piazzare il grande EXPLOIT. Nell’aria cominciano a volare SCINTILLE.
Per la STAGIONE REGOLARE i diritti televisivi sono di Telemontecarlo. Conosciuta con l’acronimo TMC, l’emittente televisiva di lingua italiana del Principato di Monaco è diventata negli anni settanta e ottanta la principale concorrente della RAI. In Italia la TV monegasca ha sede a Roma, all’HOTEL CLODIO e, in redazione, il giornalista di riferimento per il biliardo è Massimo Benedetti, classe 1946, romano, che possiamo considerare figlio d’arte, in qualche modo, visto che il papà è stato regista nel campo dei CINEGIORNALI. Massimo è approdato dopo varie esperienze a TMC, nel 1986, con l’incarico di occuparsi della REDAZIONE SPORTIVA, praticamente a 360 gradi. E’ lui a leggere le NEWS in video e questo l’ha reso personaggio facilmente riconoscibile nel panorama televisivo. Benedetti, di base, è UN ECLETTICO capace di disimpegnarsi egregiamente su tutti i fronti, lasciando volutamente fuori CALCIO e MOTORI. Le sue preferenze vanno al PATTINAGGIO, che commenta spesso in coppia con Marina D’Agata, e all’EQUITAZIONE, che ama seguire LIVE soprattutto dal magico scenario di Piazza di Siena. Ma forse, nel tempo, lo sport cui si è affezionato di più è stato il biliardo, anche perché gli ha dato modo di CREARE, in studio, vari FORMAT fortunati in collaborazione con il suo amico, nonché sponsor tecnico di varie trasmissioni, Mariano Maggio, della MBM biliardi di Roma. Tra questi, in particolare, un torneo A TEMPO, con lo SHOT CLOCK, una novità per l’Italia. «Ci pensavo da molto – ricorda Benedetti – e alla fine sono riuscito a realizzare, nel 95, un programma cucito apposta per il piccolo schermo. Mezz’ora di trasmissione per una partita di 20 minuti, con 2 tempi da 10. Due le novità: il COUNT DOWN con orologio sempre visibile e il limite di 15 secondi per effettuare il tiro». Un vulcano di idee, il giornalista romano è stato fra l’altro il primo commentatore dello SNOOKER in Italia, nella stagione DI GRAZIA 88/89. Personalmente avevo fatto coppia con lui per la CARAMBOLA 3 SPONDE, nella prima edizione della Coppa del Mondo, lanciata dal magnate tedesco Werner Bayer, a Parigi, nella stagione 86 / 87. Ricordo ancora con grande piacere le volate Padova-Roma che facevo in treno, nei fine settimana, per andare a commentare sfide leggendarie come Ceulemans-Kobayashi, o Blomdahl-Zanetti. Il tutto con ancora maggior piacere, visto l’affiatamento che si era venuto a creare con Massimo sotto il profilo professionale e personale. Oltretutto TMC, seppur rete generalista, veniva considerata innovativa per lo sport, in particolare per il commento di coppia, che godeva di attenzioni particolari. Chi non ricorda, ad esempio, il famoso duo Bulgarelli-Caputi, coppia storica del calcio? State tranquilli che ce ne ricordiamo bene in famiglia Cavalli, perchè il maggiore dei miei tre figli, Andrea che poteva avere sui 5 anni, al solo sentirli si buttava a pancia in giù sul tavolo della sala da pranzo e cominciava a fare il verso ai due, entrando in scena come terzo telecronista. E che cori ne venivano fuori, da tapparsi le orecchie, credetemi.
Alla RAI ho avuto pure delle esperienze significative a fianco di Franco Trandafilo, che mi ha educato al COMMENTO IN GIACCA E CRAVATTA molto composto, moderato nei toni di stampo prettamente giornalistico, secondo lo STANDARD classico della rete di stato . Mai dire ATTENZIONE, per esempio, perché l’attenzione del pubblico televisivo va richiamata non con FORZA, ma con la capacità di coinvolgerlo nell’AZIONE. Poi altri piccoli dettagli che devono necessariamente entrare a far parte del BAGAGLIO di un buon telecronista, se vuole cercare di rimanere a lungo sulla scena. Resta il fatto che allora, in rai, l’inserimento per una SECONDA VOCE era difficile, visto che nello sport la rete di stato preferiva mantenere il microfono UNICO. In tal modo ci si poteva sentire, al meglio, un ospite PRIVILEGIATO del conduttore, il quale di tanto in tanto ti avvicinava il microfono per invitarti ad ESPRIMERE UN PARERE MOTIVATO, in modo chiaro e conciso. Più semplice a dirsi che a farsi, in realtà, perché già non è facile ESSERE SCIOLTI al microfono e, ancor di più, se si va fuori ritmo per il fatto di non sentirsi mai pienamente COINVOLTI nel commento. Ma, voglio dire, quella per la RAI era UNA SCELTA EDITORIALE bella e buona, con le dovute MOTIVAZIONI, sicuramente, tant’è che ne è passata di acqua sotto i ponti prima che la RETE DI STATO cominciasse ad avviare un processo di rinnovamento del COMMENTO DI COPPIA, ma sempre con grande ritardo rispetto alla concorrenza. Se non altro si può dire che, mentre nei network commerciali vige IL FAI DA TE e il COPIA e INCOLLA, nella rete di stato c’è più SCUOLA DI COMMENTO nello sport, a partire dai PRIMI INSEGNAMENTI che datano dai tempi formativi della RAI ( primi anni 50 ) per opera, in particolare, di quella figura di dirigente e giornalista di spicco che è stato Vittorio Veltroni – scomparso giovane purtroppo – che viene ricordato soprattutto per essere stato il padre dello statista, Walter, già leader del PARTITO DEMOCRATICO. Comunque sia, SCUOLA o NON SCUOLA, nei NETWORK COMMERCIALI c’era più INNOVAZIONE. A Tmc, in particolare, dove già da metà anni 80 è arrivata la novità del DOPPIO MICROFONO, che ha finito per lanciare una nuova dimensione del COMMENTO DI COPPIA. Nell’emittente che, all’epoca, faceva parte della brasiliana RETE GLOBO e successivamente, a partire dal 1995, della CECCHI GORI COMMUNICATIONS, il giornalista doveva ILLUSTRARE, mentre alla spalla tecnica competeva SPIEGARE. Il tutto con toni già piuttosto brillanti, molto simili a quelli che caratterizzano una telecronaca moderna, in particolare se a condurre la trasmissione c’è un giornalista come Benedetti, dalla voce piacevole e dai ritmi narrativi sostenuti. Con lui al microfono non c’era modo di potersi annoiare. Allora si commentava in STUDIO, nella storica sede dell’HOTEL CLODIO, in Piazza Clodio a Roma. Adesso, invece, ad una decina d’anni di distanza ci ritroviamo a commentare la specialità dei 5 BIRILLI sul posto, in una versione piacevolmente ITINERANTE della WORLD CUP. Ricordo, in particolare, che noi giornalisti arrivavamo IN LOCO il giovedì, nel tardo pomeriggio. Le semifinali venivano registrate il venerdì pomeriggio, per essere trasmesse in leggera differita, in seconda serata più o meno dalle undici a mezzanotte proprio in quella FASCIA ORARIA ritenuta da sempre la migliore per il biliardo. Stessa procedura per la finale che andava, intelligentemente, il sabato sera e non serve spiegare il perché. Niente da dire, una programmazione AD HOC che non poteva essere più centrata per il BILIARDO, tanto più su una RETE GENERALISTA, ovvero una emittente che si rivolge A TUTTI, e proprio per questo è destinata a GRANDI NUMERI, giusto quelli che fanno tanto gola ad uno SPONSOR. Insieme con Benedetti avevamo stabilito un buon rapporto anche con la TROUPE TELEVISIVA e il compianto regista, Alberto Ballarin, di Chioggia, dall’immancabile berretto in testa. E’ il caso di dirlo, ci sentivamo proprio una bella FAMIGLIA.
La nostra era una situazione più che favorevole per confezionare un prodotto di qualità, pur nei limiti di una programmazione televisiva alquanto ridotta, cosa peraltro del tutto normale per qualsiasi trasmissione SPORTIVA all’interno di una RETE GENERALISTA. Per noi della TROUPE l’importante era star bene assieme e che non ci fossero tensioni particolari. Con Massimo, poi, forti anche delle esperienze passate, era come trovarsi ad OCCHI CHIUSI. Però quella volta, a Todi, c’è stato un momento di SUSPENCE in video…Ricordo che eravamo in uno STAND-UP di presentazione di una finale, forse quella tra Belluta e Masini, visto che ce n’era stata più d’una, di finale, nella splendida cittadina umbra, in quella stagione ricca di eventi. Avevo chiara in testa quella che doveva essere la mia parte , invece – chissà forse non c’eravamo accordati prima – lui mi esce con una domanda VAGA COME LE STELLE DELL’ORSA, che non ho ancora capito, a tanti anni di distanza, cosa volesse dire. Certo sono cose che possono capitare tra colleghi, però un conto è trovarsi comodamente seduti in postazione di commento, perché se ti cadono le ginocchia, almeno ti ritrovi col LATO B saldamente in posizione. Un altro conto, invece, trovarsi in piedi, tutti incravattati, davanti ad una telecamera. Giuro che se avessi potuto, gli avrei chiesto la DOMANDA DI RISERVA, ma non essendo fattibile mi sono ingegnato a GIRARGLIELA, in qualche modo, rispondendogli alla fine quello che VOLEVO IO! Credo di averlo lasciato, a sua volta, alquanto perplesso, tanto che mentre ci avviamo in postazione di commento, ecco che mi si avvicina e sempre con grande discrezione, tipica del vero GENTLEMAN, mi butta lì un: «Veramente mi era sembrato di averti chiesto UN’ALTRA COSA … » «Proprio così – replico asciutto – e io cosa ho fatto? Ti ho risposto esattamente … UN’ALTRA COSA ».