Nestor “Nenè” Gomez, il Professore, eternamente ragazzo, della stecca: Amarcord di un ultimo brindisi in Coppa (Parte Undici)
Siamo sinceri, tornata alla sua versione itinerante e sanate le pecche dell’edizione precedente, la WORLD CUP 97 non è stata affatto male. Anzi, il giudizio può essere più che lusinghiero, perché non capita facilmente che una manifestazione così complessa possa FLUIRE in maniera tanto regolare, restando bene nel piano economico fissato in partenza. Però c’è qualcosa che non va e lo si capisce dal fatto che il mercato del biliardo resta IN SOFFERENZA e non ci sono segni di ripresa. La grande VETRINA che doveva essere la WORLD CUP non assolve la sua funzione di VOLANO, ovvero di motore di sviluppo del biliardo. La crescita delle SALE è stata pompata a dismisura e, adesso, siamo fatalmente in fase di riflusso. L’avvento delle SLOT ha finito, poi, col distogliere l’attenzione di giocatori CHIAVE – quelli più BRILLANTI, diciamo così – che si sono intestarditi a combattere una GUERRA persa in partenza con le MACCHINE, togliendo LIQUIDITA’ al giro delle «partitine» al CLUB che sono, pur sempre, il SALE e il PEPE della quotidianità del PANNO VERDE. Poi si sa, una volta piazzati in campo i cosiddetti «pro», gli AMATORI seguono a frotte per IMITAZIONE. C’è da chiedersi, adesso, quanto INTERESSE possano suscitare quel paio d’ore al mese di biliardo D’AUTORE, che TMC2 riesce a proporre. Non più di tanto, in realtà, ma VOLARE o VOLARE questi sono gli spazi disponibili su una rete generalista pur aperta da sempre al mondo dello SPORT, come Telemontecarlo. Da non trascurare un problema di grande importanza per gli SPONSOR, che è quello della misurazione dell’AUDIENCE, visto che TMC non ha un rilevamento AUDITEL e, dunque, i DATI vengono ricavati solo da CONTATTI TELEFONICI. Viene da pensare, per inciso, che non debba essere facile per gli organizzatori, interagire correttamente con gli SPONSOR su basi così ALEATORIE, anche perché è risaputo che in varie parti d’Italia il SEGNALE di TMC 2 risulta debole, o disturbato. E’ per questa ragione che diventano importanti i dati di ascolto RAI (per le proprie trasmissioni, ovviamente) che risultano fra l’altro ancora buoni all’epoca, anche se riferiti a tornei di caratura inferiore, visto che la WORLD CUP resta pur sempre IL TOP DI GAMMA del settore. Dunque più QUALITA’ per TMC2, ma con un SEGNALE qualitativamente inferiore rispetto alla RAI. Se tanto mi dà tanto, magari siamo lì come resa, ma purtroppo non è ancora abbastanza, in questo momento, per il travagliato MONDO DEL BILIARDO .
Dal Cin e il suo braccio destro, De Bellis, non si sentono tranquilli e decidono di tirar fuori l’asso dalla manica. Hanno fatto tanto per dare visibilità e immagine INTERNAZIONALE ai 5 birilli, che adesso non è più un problema cercare la conclusione AD EFFETTO, andando in CRESCENDO ROSSINIANO fino al termine. Per il MASTER ci sarà un cambio di rete con la promozione dell’evento su ITALIA 1, il terzo canale per importanza in Italia, dopo la RAI e CANALE 5. Tutto avviene così di fretta, però, che il lancio PUBBLICITARIO lascia alquanto a desiderare e, anche a livello di PERCEZIONE, sembra che nell’ambiente non si sia accorto quasi nessuno che il MASTER dei professionisti sta per andare su MEDIASET. Ci fosse stato il supporto di INTERNET, il problema in qualche modo lo si sarebbe potuto risolvere. Va ricordato che, all’epoca, INTERNET era praticamente sconosciuto nel mondo del biliardo ed è per questo che le trasmissioni di WORLD CUP potevano essere tranquillamente registrare il pomeriggio, per poi andare in differita, in SECONDA SERATA, come se fossero delle DIRETTE vere e proprie. Questo perché «nessuno», da casa, poteva conoscere il risultato, anche se era evidente, alla fine, che si trattava di una SINTESI. D’altro canto non c’era verso di poter SFORARE oltre l’ora concessa per le due semifinali, il venerdì, come per la finale, il sabato. Devo ammettere di aver avuto i primi contatti con INTERNET solo con il mio arrivo a EUROSPORT, nel 1998. Ma questo ancora in maniera molto, ma molto sfumata, anche perché chi lo sapeva usare il computer allora nel ristretto mondo del biliardo?
Il cambio di rete comporta automaticamente anche un cambio nel TEAM dei commentatori, mentre il SERVICE TELEVISIVO, ben diretto dal mio conterraneo, il regista Alberto Ballarin, rimane invariato. Questo per far capire che a DEFINIRE una rete televisiva sono soprattutto i COMMENTATORI e, in particolare, il CONDUTTORE. Purtroppo esce di scena Benedetti che, vincolato da un contratto in esclusiva con TMC2, dovrà cedere il microfono ad un giornalista di ITALIA 1. La mia posizione di FREE-LANCE mi consente, fortunatamente, di rimanere in gioco, ma senza sapere fino all’ultimo momento chi mi affiancherà a Montecarlo. Alla fine sarà un sollievo ritrovarsi sul posto con un vecchio amico come «Lo Scuro», compagno di ventura nel biliardo, e SOCIO di quasi mille ore di commento sui NETWORK nazionali. Altra buona notizia è che a fare da CONDUTTORE in campo ci sarà un grande uomo di sport come FRANCO LIGAS, anche lui un commentatore eclettico come Benedetti, pure lui un gran signore – più IRONICO l’uno, più MISURATO l’altro – ed entrambi guarda caso, del 1946. Ecco dunque un’altra annata DOC che si profila, questa volta per COMMENTATORI SPORTIVI. Vedremo di cominciare a tener conto anche di questo. Mi sovviene che Lotti, all’epoca gestore della storica sala IL GAMBRINUS , mi diceva che Ligas, originario di Oristano ma residente a Firenze, veniva di tanto in tanto a fargli visita per qualche partitina ai birilli, in compagnia del figlio. Adesso il quadro della situazione comincia a delinearsi meglio, ma mi tranquillizzo ancora di più quando ho modo di scambiare quattro chiacchiere con lo stesso Ligas, per rendermi conto di quale splendido ANFITRIONE avremo al nostro fianco nelle prossime giornate.
Commento a tre, dunque (non così facile da portare avanti, perché poco agile) con un CONDUTTORE, un TUTTOLOGO e naturalmente LO SCURO a distribuire, come sempre, PILLOLE DI SAGGEZZA in campo. Un grande spiegamento di forze, alla fine, che risulterà persino eccessivo per una trasmissione destinata ad ANDAR VIA VELOCE COME LA LUCE, come si potrà ben vedere. Ma adesso, forse è meglio procedere con ordine facendo un riepilogo della fase iniziale del torneo, caratterizzata secondo TRADIZIONE dai gironi all’italiana (in numero di due, con 4 giocatori ciascuno) per l’ accesso alle semifinali. Non che ci sia molto da dire, perché alla fase decisiva arrivano, come da pronostico, i primi 4 della classifica generale al termine delle 10 prove della stagione regolare. In semifinale ci sarà il derby argentino Zito – Torregiani, con due bicampioni del mondo a contendersi la possibilità di andare in finale, per provare a stabilire un record assoluto di 3 TITOLI IRIDATI. Come contraltare c’è il derby italiano Belluta – Nocerino, per stabilire chi avrà la CHANCE di puntare al primo titolo iridato. Nella parte alta del tabellone si profila la sorpresa, quando Torregiani sembra poterla spuntare con la sua bestia nera, quel Gustavo Zito che l’ha tenuto in scacco anche in questa stagione. Il 35enne di Leones va con decisione sul 2-0, a uno dal match, quando il VENTO cambia improvvisamente direzione ed è l’italo-argentino a cavalcare l’onda lunga della rimonta, per imporsi alla quinta, decisiva partita Torregiani, notoriamente il giocatore più ben pettinato del circuito, – capirai, con la moglie parrucchiera che si ritrova – ne è uscito stordito e per la prima volta in carriera, col ciuffo tutto PER ARIA!
Decisamente più regolare l’andamento dell’altra semifinale, Nocerino-Belluta, con il mancino napoletano, (già leader del girone A, come Zito lo è stato del B) che va subito all’offensiva e mette sotto pressione il campione meneghino, per portare a casa un convincente successo, col punteggio di 3-1. Peccato che fin qui non ci sia stato UN MINIMO di copertura televisiva. Veniamo informati che si passerà direttamente alla finale, da registrare nel pomeriggio e mandare in onda in prima serata, a STUDIO SPORT, a partire dalle ore 20. Sarà una sintesi, a quanto pare, e allora non resta che incrociare le dita sperando di non incappare in qualche TAGLIO SELVAGGIO, perché Zito Nocerino promette di essere un match da sogno per quanto visto fin qui, a Montecarlo, ma anche per la condizione palesata dai due nella STAGIONE REGOLARE. L’italo-argentino e l’italiano arrivano al MATCH-CLOU con un bilancio di 4-4 nei testa a testa, da professionisti, ma TERMINATOR si fa preferire con un PARZIALE di 3-0 in stagione e con un 3-1 costante come risultato match. Non solo, ma Nocerino vanta un 2-0 nelle finali, essendosi imposto per 3-2 (set) a MILANOFIORI 92 e, in stagione, a San Bartolomeo per 3-1, ponendo fine alla storica serie di 11 (undici) vittorie in altrettante finali, siglata da Zito in un arco di tempo che va dalla prova di PRATOLINO 2, nel 1994, a Saint-Vincent 8, nel 1996. Appare chiaro che se c’è uno, in questo momento, che può reggere bene il confronto con il fenomeno italo-argentino, questo è proprio Terminator. Per l’ex-scugnizzo di San Giorgio a Cremano (Napoli) sembra arrivato il momento di dare una grossa soddisfazione ai suoi tanti ammiratori – tra questi anche NENE’ e LO SCURO – che non vedono l’ora di poterlo applaudire sul gradino più alto del podio in una competizione con titolo in palio. Papà Giorgio, classe 1933, già campione italiano, ha in tasca UNA DOZZINA di potenti amuleti per esorcizzare la MALA SUERTE che sembra prendere di mira il talentuoso figliolo. Non si può dire, certo, che il suo Vitale sia stato fortunato a perdere, appena 21enne, la finale del campionato italiano individuale di prima categoria, specialità 5 birilli, a Morciano di Romagna 83, contro il tenace Spadano. Una finale persa alla BELLA, per 100-98, come mi ha raccontato a suo tempo lo stesso Nocerino. Un episodio anche marginale, a quell’età, perché fa parte della normale curva di apprendimento per un aspirante campione. Chissà, magari Nocerino, corpulento e un po’ truce all’aspetto, ma persona riservata e sensibile d’animo, potrebbe esserne rimasto toccato in qualche modo. Il cruccio maggiore, però, gli è venuto dalla sconfitta con un 57enne Attilio Sessa, fuoriclasse senza tempo, nella finale dell’Europeo di Verona 90.
Nella città degli Scaligeri, il 27enne mancino partenopeo era il favorito per la conquista del titolo, ma ha finito per accusare un vistoso calo alla distanza, cedendo alla fine per 3-1. Una DEBACLE, la sua, che potrebbe averlo segnato, ma adesso a Montecarlo è arrivato il momento del possibile riscatto. Un bel COLPO DI SPUGNA e via, in un match che può determinare non solo una svolta nella carriera del 4 volte vincitore di prove di World Cup, ma anche lasciare il segno nella storia della specialità. Sono le 20 in punto, quando si va in onda a STUDIO SPORT. Breve presentazione con lo STAND UP dei tre telecronisti e si parte. Purtroppo non è esattamente quello che il pubblico da casa si aspetta, perchè viene TAGLIATA completamente la prima parte del match. Il RACCONTO inizia solo dal finale della terza partita, che Nocerino va a chiudere in scioltezza per portarsi in vantaggio 2-1. Dunque ad una partita dall’agognato titolo e dal ricco assegno di CENTO MILIONI, destinato a restare, purtroppo, l’ultimo premio di rilievo, dal punto di vista economico, nel mondo dei BIRILLI.
Dopo aver vinto la partita chiave, la terza, con un eloquente 60-31, l’esplosivo VESUVIANO torna alla carica e prende un discreto vantaggio nella frazione potenzialmente decisiva. Poi, a sorpresa, manca una conclusione comoda di prima intenzione. A ruota, un’incertezza e subito dopo un ERRORE GRATUITO. Cosa sta succedendo? Gli errori cominciano a pesare come macigni sulle spalle di Terminator diventato, di colpo, un gigante dai piedi d’argilla. Zito, sia chiaro, da grande campione qual è non si dà mai per vinto, però ci si può scommettere che ormai cominciava a intravvedere il «solito» 3-1 conclusivo. Certo mai e poi mai si sarebbe aspettato che l’avversario gli lanciasse la ciambella di salvataggio, ma se Terminator voleva proprio cercare guai, allora è chiaro che stava trovando il soggetto giusto per lui. Zito comincia a sentire l’odore del sangue e affonda la lama centrando PIENI da tutte le parti. Va a vincere partita a mani basse, sul 60-26, forzando la conclusione al DECIDER. Ma la domanda che sorge spontanea, adesso, è cosa potrà essere successo a Nocerino, per restare intrappolato a tal punto nel VORTICE DELLA NEGATIVITA’. Si potrebbe provare, prima, a cercare una spiegazione «scientifica» per un problema con il quale dobbiamo confrontarci tutti, da un momento all’altro. Gli studiosi tendono ad identificarlo con una sorta di cambio repentino delle frequenze cerebrali. Per dirla semplicemente, siamo in ALFA quando svolgiamo un compito in perfetto automatismo, come può essere scendere al piccolo trotto una rampa di scale, ancor meglio se lo facciamo canticchiando un motivo che ci aiuti a restare sintonizzati con il nostro ritmo interiore, che è quello che risulta naturale per noi. Ma se per caso, ci viene in mente di provare ad esercitare, per qualsiasi motivo, un controllo maggiore sui nostri gesti, azioni, pensieri, o parole, allora è certo che finiremo per perdere sicurezza, controllo, coordinazione, lucidità e saremo soggetti a dei bei CAPITOMBOLI, in tutti i sensi. E’ quel che succede, infatti, quando ci si muove nel flusso delle onde BETA, ma allora il segreto è sapere come rientrare il più velocemente possibile in ALFA, facendo ricorso a tecniche appropriate di DINAMICA MENTALE, da imparare sotto la guida di un bravo MENTAL COACH. Diversamente, si è in balia degli eventi e ci può salvare solo il CARATTERE. Quello, però, non te lo INSEGNA nessuno, VAI TRANQUILLO .
La paura di vincere attanaglia il fuoriclasse partenopeo e l’UOMO va in crisi. Sullo schermo della mente si affacciano le memorie negative dei precedenti insuccessi ed è chiaro che, a questo punto, il problema non è più Zito, bensì TERMINATOR 2, ovvero i MOSTRI dell’INCONSCIO, come quelli che si insinuano nella mente del Dott. Morbius, nell’inquietante film di fantascienza degli anni cinquanta, dal titolo “IL PIANETA PROIBITO”: un piccolo capolavoro nel suo genere. Sono quelle PRESENZE che ti bloccano il braccio quando stai per raggiungere un traguardo troppo agognato. E sì che Terminator di gare a tutti i livelli ne ha vinte a frotte, in carriera, ma questa ha un sapore diverso, perchè vale per un TITOLO UFFICIALE, oltretutto il più ambito, quello che si veste dei colori dell’IRIDE. E’ una storia vecchia come il mondo che quando VUOI TROPPO una cosa, ma temi di FALLIRE, allora sei destinato all’insuccesso. Un principio affermato con forza da Emile Couè (1857-1926), uno dei padri del PENSIERO POSITIVO, il quale sosteneva che la VOLONTA’ non può fare NULLA contro L’IMMAGINAZIONE VOLUTA, O NON VOLUTA . Come dire che se sullo schermo della mente si visualizza un possibile insuccesso, non ha effetto cercare, poi, di esorcizzare quell’idea facendo ricorso alla VOLONTA’, perchè questa soggiace INEVITABILMENTE all’immagine che si è già creata nella mente. Solo quando VOLONTA’ e IMMAGINAZIONE risultano ben allineate, allora i risultati positivi si moltiplicano. Relativamente a queste leggi occulte Marcello Lotti, anche senza aver mai letto tanti libri di psicologia, sapeva benissimo che SE TEMI CHE POSSA ACCADERE QUALCOSA DI SPIACEVOLE, ALLORA PUOI STARE TRANQUILLO CHE IL SEME DI QUELLA COSA TI STA GIA’ CRESCENDO NELL’ORTO. Diavolo di uno «Scuro», tutti i PROVERBI li sapeva lui !
Povero «Scuro», lui per Nocerino aveva un’ammirazione particolare come giocatore e come persona. Sicuramente c’era pure dell’affetto, anche per il rapporto col papà, Giorgio, con il quale aveva perso una finale di campionato italiano di goriziana a Napoli, nel 1972. Deve essere stato duro per lui commentare in TV il crollo del suo pupillo, a MONTECARLO. Di quello si è trattato in fondo, piuttosto che di un recupero mirabolante da parte di Zito, anche se va dato merito al due volte campione del mondo di essere stato cinico e spietato a sfruttare la sua CHANCE al tavolo, non appena l’avversario gliene ha dato l’occasione. L’insicurezza di Nocerino scatena, dunque, la reazione di «Re» Gustavo che mette il turbo e va a vincere d’autorità la quarta partita, forzando il DECIDER, come si direbbe nello SNOOKER. Ormai è chiaro che il TREND è quello e il match può andare in una sola direzione, con Zito che accelera i tempi e va a concludere in bellezza, per 60-31, laureandosi per la terza volta campione del mondo. Per lui la soddisfazione di siglare la storica impresa proprio a Montecarlo, dove RISIEDE da qualche tempo e può vantare sostenitori DI RANGO come il PRINCIPE ALBERTO e il nostro grande ALBERTO TOMBA, di cui si dice sia un buon COLPITORE MANCINO. Chi l’avrebbe detto? Prima si BEVEVA letteralmente i paletti sulla neve, adesso è pure un bel MANGIBIRILLI sul panno verde. Magari ci capiterà di vederlo all’opera prossimamente, perché l’impressione è che IL PRINCIPATTO DI MONACO possa diventare una piazza importante per il biliardo, soprattutto dal punto di vista organizzativo. Questo grazie alla spinta interna, che viene da una nuova organizzazione denominata LE BILLARD EN PRINCIPAUTE, che ha come presidente onorario proprio il principe ALBERTO DI MONACO. Poi, ovviamente, a tirare le fila c’è l’immancabile Gustavo Zito, uomo-immagine e promotore IN LOCO dei 5 birilli, ancor di più, adesso, che è diventato il primo a vincere per tre volte il TITOLO MONDIALE della specialità.
Nel tirare le somme del Master non è facile capire quale può essere stato il vero impatto della manifestazione. Sicuramente se il biliardo avesse infranto il MURO DEL SUONO a Italia 1, il botto si sarebbe sentito, ECCOME. Invece le reazioni sono state, a quanto pare, abbastanza tiepide, forse perchè il cambio di rete ha trovato sostanzialmente impreparato persino il pubblico più vicino al biliardo. Poi si è trattato di una trasmissione che pur collocata in PRIMA SERATA, è durata poco più di mezz’ora. Sicuramente non abbastanza per coinvolgere a dovere il pubblico, cui è rimasta l’impressione che alla fine sia stato TERMINATOR a buttarlo alle ortiche quel titolo, piuttosto che Zito a vincerlo con una grande prestazione. Peccato perchè la prima parte del match era stata sicuramente pari alle attese, con un Nocerino IN GRANDE SPOLVERO a mettere in soggezione, come già in stagione regolare, il fuoriclasse italo-argentino. Il problema, dal punto di vista televisivo, è che quelle partite iniziali NON LE HA VISTE NESSUNO! Tutto sommato, non è una sorpresa che non si siano registrati indici di ascolto particolari perchè, altimenti, ci sarebbe stato QUALCUNO a sbandierarli. Invece non se n’è sentito parlare proprio e ciò fa capire che la trasmissione non deve essere stata, poi, questo grande successo. Se ne ha la riprova quando gli organizzatori della World Cup tornano alla carica con una nuova proposta contrattuale, che prevede un MILIARDO da spalmare su 4 anni. Un”offerta AL RIBASSO, dunque, che convince i giocatori più forti che è arrivato il momento di ANDARE AVANTI DA SOLI. La World Cup, come massima rassegna della specialità, è arrivata definitivamente al CAPOLINEA.
Per me, personalmente, è stato un piacere trovarmi al TAVOLO del commento con Franco Ligas, che si è dimostrato un valido e simpatico conduttore, offrendo a Marcello e al sottoscritto la possibilità di inserirci bene in telecronaca, anche se per uno spazio di tempo molto limitato, come si è potuto vedere. Con LO SCURO abbiamo ripreso, poi, vecchie abitudini come quella di sfidarci a fare pronostici alla vigilia del torneo. Lui non è che ci PRENDESSE poi tanto in questo genere di ESERCITAZIONI, però questa volta l’ho visto deciso come non mai: «Te lo dico io chi lo vince il MASTER – tuona Lotti – e stai sicuro che questa volta non mi sbaglio. Il titolo, vai tranquillo, lo vince Zito e ti spiego subito perché. Primo, è più freddo di qualsiasi altro e più abituato a vincere tornei importanti. Poi è anche «Felliniano» e vista la faccia che fai, te lo spiego io cosa significa, caro il mio TUTTOLOGO. Non vorrei sembrare presuntuoso, ma grazie AL FILM ho bazzicato per un po’ nel mondo del cinema e certe cose te le posso dire di prima mano. Bene, devi sapere che il grande FELLINI aveva un’idea tutta sua di come cercare l’ispirazione. Altroché muse ispiratrici come la Ekberg, la Milo, o la Noel. Magari anche quelle, ma la vera ispirazione gli veniva da ben altra fonte: il dio denaro !». Qui sembra doveroso aprire una piccola parentesi, perchè di quanto Marcello andrà a dirmi, avrei avuto una PRECISA CONFERMA qualche anno dopo, in una trasmissione radiofonica, alla RAI, dedicata alla memoria del celebre regista romagnolo, autore di capolavori come LA DOLCE VITA e AMARCORD.
Marcello Lotti posso dire di averlo conosciuto bene come giocatore, come collega di lavoro e anche come persona. Quando voleva, sapeva essere un bel affabulatore, ma di natura era una persona concreta, uno che si guardava bene dal tirare fuori dalla sua MATTONELLA. Però, col tempo, anche per l’abitudine di avere a che fare sempre più spesso con i MEDIA, “l’andatura” dell’ATTORE l’aveva un po’ presa. Non gli costa fatica calarsi nel personaggio, anzi sembra decisamente a suo agio nei panni del GRANDE REGISTA, quando comincia a raccontarsi. «Viene da me un produttore cinematografico e mi offre di fare un film. Gli dico che l’idea non mi dispiace, ma gli faccio capire che per sentirmi più sicuro preferirei VEDERE QUALCOSA, perchè non esiste contratto senza un ANTICIPO. Lui non batte ciglio e tira fuori il libretto degli assegni, firmandomi un bel CHEQUE a più zeri. Così mi metto tranquillo e gli prometto che cercherò di farmi venire qualche buona idea in giornata, per contattarlo l’indomani al telefono. La sera, prima di coricarmi, tiro fuori l’assegno perchè voglio essere sicuro di non aver letto male. Per fortuna gli zeri ci sono tutti, ma è a questo punto che subentra la paura che, per un motivo o per l’altro, quel film io non riesca a realizzarlo, magari per problemi di salute, oppure perchè non mi viene nessuna idea buona per la testa. Però, strano che possa sembrare, ho già cominciato ad AFFEZIONARMI a quell’assegno e non ho proprio nessuna intenzione di restituirlo al PRODUTTORE. Non si sa come, ma è da questo momento che comincia a venirmi l’ISPIRAZIONE». Nel raccontare questa storiella è palese che Marcello arriva a calarsi a tal punto nella parte, da identificarsi completamente con Fellini e, di riflesso, anche con Zito. Per lui è un tornare indietro nel tempo, agli anni sessanta quando faceva il portalettere e di soldi in casa ne entravano ben pochi. Erano gli anni in cui doveva letteralmente inventarsi per ARROTONDARE, facendo il «professionista» da sala, al Gambrinus, nel pomeriggio, per poi completare la giornata come SASSOFONISTA in un locale notturno.
In famiglia di soldi non ce n’erano mai abbastanza e poteva succedere che, sotto pressione, la signora Anna, la brava moglie, lo chiamasse A DARE DI PIU’: «Marcello, guarda che il frigo L’E’ ORMAI VOTO e le bambine hanno fame.» MAMMA MIA! Quello era un tasto da non toccare MAI in casa Lotti, perchè agiva come una sorta di richiamo della giungla per il nostro EROE, che in versione TARZAN – lancia in mano – era pronto a calarsi nella CAVERNA del Gambrinus, per menare strage di VITTIME INNOCENTI. Nel sacrario del biliardo fiorentino si sarebbe visto un gran svolazzare di piume di pollo per tutto il pomeriggio e alla fine IL NOSTRO EROE ne sarebbe uscito trionfante e … con la SPORTA piena di spesa per sfamare la bella famigliola . «Te-Tu, donna, adesso datti da fare, perchè questa sera, in casa Lotti, si deve mangiare come in una reggia.» Lui, ovviamente, a fare la parte del leone, perchè se è vero come è vero che dietro un grande campione c’è quasi sempre anche un grande uomo, nel caso dello Scuro si poteva dire tranquillamente che c’era pure UNA FORMIDABILE FORCHETTA e, se vogliamo proprio dirla tutta, anche UN BEL BICCHIERE, ma solo a pasto. Credo proprio di averne visti pochi di mangiatori come lui, magari il suo MAESTRO, Emilio Biagini, con il quale c’era sempre grande rivalità sul tavolo da biliardo, come sulla TAVOLA IMBANDITA. Mi viene da pensare che la sfida più famosa tra i due, in COMBINATA, potrei averla vista a ORTONA, nel 1971, in occasione del campionato italiano di 5 BIRILLI. Una storia tutta da raccontare, pure questa. Anche Nenè, uomo dal fisico prestante, sapeva farsi rispettare a tavola, ma era uno che teneva alla forma, al LOOK, e sapeva contenersi. Di lui il suo rivale storico, Carlo Cifalà, diceva che la cosa che ammirava di più era l’equilibrio psicofisico, cioè l’essere atleta e campione dentro e fuori dal campo. Cifalà era il più arguto di tutti, ma non sapeva contenersi, in generale. «Fate come vi dico – era il suo motto – MA NON FATE COME ME». L’onestà intellettuale non gli ha mai mancata, bisogna dirlo. Però, a tavola, anche lui era una bella FORCHETTA. Quando, negli anni ottanta, i due figuravano AL TOP della specialità, ricordo che nell’ambiente si cercava di proiettare una nuova immagine, più professionale, rispetto a quello che era ancora lo STEREOTIPO del giocatore di biliardo.
In quest’ottica, ai tempi dell’ARMA DI RE, finisce che ci ritrova nello studio del Dott. Rosario Forestieri, medico di base a Cornuda, in provincia di Treviso. L’amico Rosario è un apprezzato cardiologo, nonchè ottimo giocatore di biliardo, lui stesso, con una bella serie di affermazione a livello triveneto e in campo nazionale. Gomez e Cifalà, in quel momento, venivano da una sorta di ritiro quasi monastico, di circa un mese, per prepararsi al meglio per la nuova stagione agonistica. Nonostante ciò, i risultati della visita medica non furono particolarmente incoraggianti e i due vennero giudicati dal Dott.Forestieri NON CERTO BRILLANTI PER QUALITA’ ATLETICHE. Ci fu anche un invito a ritornare per sottoporsi ad un nuovo test da sforzo, dopo un conveniente periodo di allenamento con bicicletta, vogatore e quant’altro. Pare che Carlo si sia chiamato SUBITO FUORI, mentre Nenè è sembrato più pronto a cogliere al volo l’occasione. « Diro’ alla radio argentina – sono sue testuali parole – che mai nessuno, nel mio paese, si è preoccupato di studiare le mie condizioni di salute. Ho dovuto venire in Italia perchè ciò accadesse.» Molto RICONOSCENTE, come sempre Gomez, però anche lui, alla fine, si è fatto UCCEL DI BOSCO. Il primo, vero ATLETA del biliardo, Gustavo Zito, doveva ancora arrivare.