Gli Internazionali di Roma sono appena finiti, decretando Rafa Nadal come Campione maschile ed Elina Svitolina, che abbiamo avuto la fortuna di intervistare, per il torneo femminile. Ma come in ogni partita di Tennis, oltre ai giocatori, un ruolo fondamentale lo svolge il giudice di sedia, l’Umpire nella terminologia internazionale. Per sapere come si diventa e cosa è importante per ricoprire questo ruolo, abbiamo intervistato Claudio Di Mauro, 32 anni di carriera alle spalle e tanto da raccontare.
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Buonasera Claudio, la prima domanda che volevamo porle riguardava l’allenamento di un umpire. Quali sono le metodologie per essere sempre al Top? Quale è la componente che deve essere allenata maggiormente?
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Le cose più importanti da allenare sono sicuramente la concentrazione per lungo tempo e la capacita’ di gestire le proprie emozioni.
Credo sia molto importante essere sempre aggiornati sul regolamento e di conoscere alla perfezione la casistica degli altri incontri per sapere gestire situazioni difficili, senza dimenticare la cosa più difficile che è la parte “grigia” del regolamento ovvero usarlo nel modo appropriato a seconda della situazione del momento.
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Nel tempo il gioco del tennis si è evoluto molto così come la velocità degli scambi, quanto è importante la componente tecnologica per il corretto svolgimento della partita? Come vede l’introduzione di essa anche in altri sport come il Calcio, con il sistema VAR?
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Penso che la componente tecnologica sia sempre più importante a fine di avere sempre meno errori durante le partite, sono pero’ completamente in disaccordo con l’esperimento di abolire completamente la presenza dei giudici di linea, la componente umana rimarrà sempre un fatto importante, come nel calcio dove le decisioni sono sempre prese dagli arbitri siano in campo o davanti al computer.
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Sul campo di gioco, oltre al giudice di sedia, a controllare la regolarità della partita ci sono anche i giudici di linea. Quanto è importante il rapporto di fiducia tra le parti?
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Come dicevo prima, ritengo fondamentale l’apporto dei Giudici di linea. In campo si lavora in Team e nessuna delle due parti lo deve dimenticare.
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Il ruolo dell’arbitro in ogni sport, soprattutto nel calcio, è sempre bersaglio di critiche e controversie durante e dopo la partita. Anche nella storia più o meno recente del tennis ci sono stati scambi molto accesi tra giocatori e giudici. Quali differenze nota con il calcio? Come si gestiscono queste situazioni? Esistono anche nel Tennis i famosi “complottisti”?
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Le controversie Arbitro – Giocatore ci sono e ci saranno sempre in qualsiasi sport, per fortuna, la differenza sta nell’approccio. Ricordo che all’inizio della mia carriera chiesi a Richard Hinks, arbitro australiano tra i più bravi che abbia mai conosciuto, come riusciva a far in modo che i giocatori quando andava sotto la sua sedia infuriati dopo poco tornavano a giocare quasi con il sorriso, e lui mi rispose: “gli parlo con molta calma e tranquillità e gli dico sempre la verità”
Nel Tennis può esistere un rapporto che va’ al di la’ di Giocatore – Arbitro ma è durissima ottenerlo. Io personalmente mi ritengo uno fortunato perchè con molti dei giocatori che arbitravo 20 anni fa è rimasto un buon rapporto di amicizia .
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Per arrivare in alto nel tennis il solo talento non basta, c’è bisogno di sponsor o mecenati in grado di coprire le spese. Ha mai visto un grande talento, che per lei aveva la stoffa del campione, non arrivare per mancanza di tutto questo?
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Il problema denaro esiste come in tutti gli sport fatta forse eccezione del calcio quindi ho potuto vedere tanti talenti non arrivare per la mancanza dei fondi per allenarsi o per girare nei tornei.
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L’ITF ha chiuso l’accordo con SportRadar per 70 milioni di sterline consentendo i risultati in diretta di tutti i tornei sul pianeta. Questo ha altresì aperto la possibilità di scommettere su qualsiasi partita allargando il pericolo Match Fixing. Da giudice esperto, ha mai avuto il sospetto di partite combinate o ritiri per infortuni simulati per scopi fraudolenti?
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Mi rifiuto di credere che un giocatore possa andare in campo con la volontà di perdere per favorire le scommesse illecite.
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Quale è la partita più bella che ha arbitrato durante tutta la sua carriera?
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Partite belle ho avuto la fortuna di arbitrarne tante ma quella che mi è rimasta nel cuore è la finale dei campionati assoluti del 1989 a bologna tra Canè e Camporese, la mia città era la capitale del tennis Italiano. Oltre a questa le molte esibizione che grazie a Sergio Palmieri ho potuto arbitrare con McEnroe, Connors Edberg, Noah, Ivanisevich e tanti altri ancora.
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Infine, cosa ha spinto Claudio Di Mauro a diventare un umpire e come ci si diventa?
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Sono diventato arbitro nel 1985 grazie alla sollecitazione di due cari amici e grandi arbitri italiani, Giuseppe Magli e Gabriele Maldini. Poi una volta entrato nel “giro” mi sono innamorato di questo sport e solo dopo 32 anni nel 2017 ho deciso di non andare più sulla sedia.
Farò solo una unica eccezione il 15 settembre in una esibizione organizzata a Bologna da Mirco Bonetti e Laura Tommasini per ricordare il mio miglior amico Fabio Bonetti che ci ha lasciato poco prima di Natale.
Diventare oggi un arbitro di sedia lo consiglio solo alle persone che lo vogliono fare a scopo di divertimento e posso rivolgersi a qualsiasi Comitato Provinciale della FIT se invece vogliono farne una carriera…lasciate perdere troppa “politica”.
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Claudio Di Mauro è nato a Bologna 11/05/1962 arbitro nazionale dal 1985. Dal 1993, è in possesso della certificazione ITF White Badge come Umpire Referee Chief of Officials. Dal 1994 ottiene la certificazione ATP Black Badge come Chief of Officials. Durante la sua carriera ha arbitrato a qualsiasi livello ITF ATP WTA DAVIS and FED CUP.
E’ stato Chief of Officials per 15 anni nei tornei Atp e Wta di San Marino Bologna, Palermo e Milano.
Dal 2011 fa parte della federazione inglese e ha partecipato a 6 Wimbledon, 2 dei quali anche come arbitro di sedia nel torneo Junior e assistent chief nel torneo WTA e ATP di Eastborne.
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Parole sante.