La morte di Raffaele “Ciccio” Bucci, suicidatosi lo scorso luglio lungo la Torino-Savona si tinge di giallo: dalle carte in possesso dei PM che conducono l’indagine sulle infiltrazioni della malavita organizzata calabrese in Piemonte, emergono alcune novità. In primis, Bucci appare vicino, sebbene non legato, a personaggi accusati di associazione a delinquere di stampo mafioso e bagarinaggio. Uno è Rocco Dominello, in custodia cautelare. L’altro è Fabio Germani ai domiciliari con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. E La Juventus? Accetterebbe compromessi con gli ultras in nome della pace: le trattative sono condotte da alcuni (oggi ex) dirigenti.
Nell’interrogatorio che precede la sua morte, Bucci parla ai PM di ‘Ndrangheta e bagarinaggio. Si parla del 2014. Bucci regge le fila e le quote dei biglietti, “tollerato” dalla Juventus che si garantisce, attraverso la cessione dei tagliandi ai gruppi organizzati, l’ordine allo stadio. Bucci appartiene ai Drughi ma è anche il capo della curva. Secondo quanto emerso dall’inchiesta, gestisce sino a 300 biglietti (ricordiamo che la regolamentazione, salvo restrizioni dettate dall’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive, prevede che un soggetto possa acquistare un massimo di quattro tagliandi acquistabili a persona presentando i documenti d’identità degli acquirenti).
I tagliandi sarebbero acquistati a “credito”. Sulla fiducia. Il saldo avveniva successivamente. A guadagni evidentemente realizzati. Sistema illegale, quanto redditizio. Non a caso, la ‘Ndrangheta si affaccia al business tramite Rocco Dominello, incensurato. È il figlio di Saverio, boss vicino alla famiglia Pesce/Bellocco, una delle “’ndrine” più potenti della organizzazione criminale calabrese.
Ogni gruppo della curva ha a disposizione una dotazione fissa di biglietti da gestire. Destinatari: Drughi, Viking, Bravi Ragazzi, Tradizione. Migliaia di biglietti, in cambio della pax: niente violenza, né cori razzisti. La curva è gestita da Dino Mocciola, storico capo che non può entrare allo stadio (daspo e condanna per omicidio). Il “delfino” è Raffaele Bucci che gestisce il bagarinaggio.
“Ciccio”, poi, è promosso a ruolo di consulente della società, con tanto di ruolo ufficiale. “Supporter liaison officer”, braccio destro di Alberto Pairetto nella gestione dei rapporti con gli ultras. Una nomina che non sta bene alla curva. Bucci litiga ed è preso a schiaffi da Mocciola. Malvisto dalla Scirea, Raffaele si allontana dalla curva. Dino resta leader in pectore, ma comunque allo Stadium non ci può entrare. Vuoto di potere? Di sicuro è il momento chiave. Secondo il gip Stefano Vitelli, Dominello trae il dado: fissa le condizioni di pace e trova la forza per mantenerle grazie alla sua appartenenza e vicinanza al clan Pesce Bellocco. Arriva ad acquistare, dallo stesso Bucci, 300 o 400 biglietti come esponente della sottosezione Canavese dei Drughi. Bucci ora “esterno” alla Curva, è consapevole dell’ascesa dei Dominello e dei suoi rapporti con la società?
A rafforzare questa tesi, le dichiarazioni di Francesco Calvo, rilasciate al PM Paolo Toso. L’ex direttore commerciale della Juventus, oggi al Barcellona, spiega il compromesso fra società e ultras: il fine è garantire partite tranquille. Il mezzo per riuscirci è cedere agli intermediari dei gruppi centinaia di biglietti, chiudendo un occhio (anche due) sul sospetto di alimentare business illecito. Calvo ritiene il suo agire un atto di mediazione per evitare contatti con un ambiente noto anche per la “difficoltà” nel trattare “de visu”. Non a caso il dirigente parla di “Soluzione buona per tutti. Serviva uno stadio sicuro”. E poco importa se priva altri centinaia di tifosi dalla possibilità di acquistare un biglietto. Il coraggio di dire no se uno non ce l’ha non se lo può dare. “Mi è mancato”, ammette Calvo davanti ai giudici. Perchè? Il dirigente non voleva rapporti con persone capaci di minacciare verbalmente e aggredire fisicamente i propri interlocutori.
E Dominello? Che ruolo aveva? Calvo lo ritiene un paciere. E lo tiene in considerazione. Sa bene cosa e che avrebbero potuto creare i gruppi su cui lo stesso Dominello aveva enorme influenza. Perciò ritiene produttivo utilizzare Rocco come “mediatore” senza chiedersi come mai quel ragazzo fosse così rispettato. Del resto a Calvo importava la pax, senza porsi troppe domande. Ai PM, invece, interessa approfondire. E la sensazione è che possano emergere nuove verità.