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Mushuc Runa, la squadra di indigeni che lotta per i diritti in Ecuador

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Mushuc Runa, la squadra di indigeni che lotta per i diritti in Ecuador

L’Ecuador è un piccolo stato della costa occidentale dell’America del Sud racchiuso tra Colombia e Perù. E’ un paese in cui vi è ancora una forte minoranza indigena che rappresenta i discendenti delle antiche popolazioni che abitavano quelle zone e che furono sterminate dall’arrivo dei colonizzatori europei.

Negli ultimi giorni questo piccolo paese è stato al centro delle cronache mondiali per i violenti scontri che si sono verificati. A far accendere la miccia della rivolta è stato un decreto voluto dall’attuale presidente, Lenin Moreno, messo sotto pressione dal FMI (Fondo Monetario Internazionale).

Tale decreto prevedeva, tra le altre misure di austerity, l’eliminazione dei sussidi statali per il carburante di cui godevano la maggior parte dei cittadini, soprattutto quelli di origine indigena. Visto che in Ecuador circa il 90% dei trasporti avviene su gomma, questa è stata una decisione abbastanza impopolare che ha scatenato violente manifestazioni di protesta per le strade della capitale Quito e non solo. La riforma sovra-citata, facente parte del cosiddetto pacchetto nominato “paquetazo”, è stata annullata dopo ben 12 giorni di guerriglia che ha provocato la morte di una decina di persone.

Non è la prima volta che gli indigeni ecuadoregni si mettono in mostra in un qualche ambito della vita nazionale del piccolo paese sud-americano. Tra questi non poteva non esserci quello sportivo. La nostra storia comincia il 2 gennaio 2003 nella cittadina di Ambato, nel centro dell’Ecuador. Proprio qui infatti è stata fondata la squadra di calcio del Mushuc Runa, il cui nome in lingua quichua (il dialetto ufficiale della popolazione andina) significa letteralmente “uomo nuovo”.

Il team calcistico dell’ “Equipo del Pueblo” è passato agli onori della cronaca lo scorso gennaio quando è riuscito ad ottenere una prima storica qualificazione alla Copa Sudamericana (il corrispondente latino-americano della nostra Europa League). Tale traguardo, per l’esattezza, è arrivato dopo lo spareggio decisivo contro i rivali storici dell’Aucas di Quito: un fatto che ha reso ancora più emblematica la qualificazione.

La cavalcata calcistica del Mushuc Runa era iniziata dal campionato cadetto ecuadoregno che la squadra indigena era riuscita a vincere ottenendo, in questo modo, un posto nella massima serie calcistica nazionale. Le affermazioni rilasciate dai dirigenti del club rendono bene l’orgoglio che provano per una qualificazione del genere:Siamo molto orgogliosi di essere diventati la prima squadra indigena della storia a giocare la Copa sudamericana. Abbiamo dimostrato di saperci fare anche col pallone, non solo a coltivare la terra o allevare animali”.

Il Mushuc Runa rappresenta la squadra di tutti gli indigeni ecuadoregni. Questo perchè, nonostante la fama raggiunta, ci sono determinate tradizioni locali che prova a tenere intatte.

La prima è probabilmente la più importante e riguarda il secondo nome con cui è conosciuto il team: “Ponchito”. Questo deriva dal tradizionale abbigliamento indigeno delle popolazioni andine, il poncho, molto usato nella zona della cordigliera delle Ande.

Inoltre tale team, dopo la storica qualificazione raggiunta, è riuscito ad ingaggiare importanti calciatori, provenienti da ben più famigerati campionati sudamericani, che hanno dato nuova linfa alla squadra. Al contempo, il Ponchito, è stato un trampolino di lancio per alcuni giocatori di origine indigena.

Tra questi possiamo citare Serafìn Pandi simbolo in carne ed ossa del messaggio portato dal club, essendo stato il secondo calciatore indigeno a giocare nel massimo campionato ecuadoriano dopo Luis Isama, anche lui arancio-bianco-verde per un breve periodo. Lo stesso presidente a vita del club, Luis Chango, ha voluto dire la sua sull’argomento: “Il nostro obiettivo è aiutare i calciatori indigeni a diventare professionisti. oggi è toccato a Serafìn, domani ad altri”.

Il cammino in Copa Sudamericana purtroppo è durato poco per il Mushuc. E’ stato infatti eliminato dai cileni della Unión Española durante il primo turno della competizione. Non è bastata la forte altezza, 3200 m, in cui sorge il suo stadio: Estadio Cooperativa de Ahorro y Crédito Mushuc Runa, inaugurato nello scorso novembre e con una capacità di 6.000 spettatori, che lo rende il più alto dell’intero Ecuador.

Anche l’impianto come il team, che trova i mezzi economici di sostentamento grazie ad una cooperativa di microcredito locale, è stato costruito senza alcun finanziamento dal governo centrale.

Esso, a parere di chi scrive, rappresenta un altro simbolo di quella indipendenza che gli indigeni ecuadoregni sentono ancora molto forte e che, anche nelle proteste degli ultimi giorni, non hanno mai smesso di mettere ben in luce.

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