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Mobbing, Molestie e Misoginia: la Nba alle prese con il caso Mavericks

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Per i Dallas Mavericks certo non è un periodo felice. Il record stagionale al momento recita poco più di 20 vittorie, il che li posiziona nei bassifondi della Western Conference, malgrado la presenza in panchina di un genio tattico come Rick Carlisle. Il progetto di ricostruzione è ancora in alto mare, vista l’assenza in roster di giovani veramente talentuosi che possano garantire un futuro roseo alla franchigia. Una prospettiva tanto grigia quanto impensabile fino a pochi anni fa, tenendo conto dell’incredibile conquista del titolo nel 2011 e della presenza in spogliatoio di un mostro sacro del Gioco come Dirk Nowitzki.

Eppure al momento non sono questi i problemi più seri da affrontare in casa Mavs. Perché è emerso un nuovo, catastrofico scenario, che può essere riassunto con una frase  lapidaria tratta da un articolo di Sports Illustrated:  “ Nell’ambiente Mavs vi è una cultura aziendale ricca di misoginia e atteggiamento sessuale di tipo predatorio”. Ma andiamo con ordine: cosa ha scaturito queste accuse tanto gravi quanto sconcertanti?

Tutto prende vita per l’appunto da un’inchiesta condotta da Jon Wertheim e Jessica Luther per Sports Illustrated e pubblicata a fine febbraio. Un’inchiesta che analizza a fondo certe dinamiche nell’organizzazione dei Mavericks, tramite interviste e dichiarazioni di alcuni membri dello staff e ex-dipendenti. Il quadro che se ne ricava è a dir poco spaventoso: un ambiente lavorativo ostile e soffocante, continui casi di mobbing, persino comportamenti molto vicini alle molestie sessuali.

Al centro dello scandalo è Terdema Ussery, ex presidente della franchigia texana dimessosi nel 2015, accusato in prima persona di presunti abusi sessuali. A puntare il dito su di lui sono state diverse donne, che in forma anonima hanno raccontato le angherie subìte: volgari e ripetuti tentativi d’approccio, molestie perpetrate più e più volte, pressioni psicologiche, di questo si sarebbe macchiato Ussery, forte del suo ruolo da dirigente che lo rendeva intoccabile agli occhi dei dipendenti. Lo stesso ha però immediatamente rigettato il tutto: “Sono accuse false e denigratorie. Durante la mia presidenza ho sempre cercato di lavorare con empatia e dignità”. E al momento va detto non che c’è nessun riscontro che avvalori le testimonianze raccolte, ma va anche sottolineato come Ussery sia stato già coinvolto nel ’98 in una vicenda simile.

Nell’occhio del ciclone si trova anche Buddy Pittman, responsabile delle risorse umane, che avrebbe coperto per anni quanto accadeva e che per questo è stato licenziato in tronco da Mark Cuban, il vulcanico proprietario dei Mavs. Ma Cuban stesso quanto è coinvolto in tutta la vicenda? Nell’articolo di Sports Illustrated non viene minimamente nominato e lui stesso si è detto disgustato per quanto emerso dall’inchiesta, dichiarandosi ignaro di tutto ma pronto a prendere seri provvedimenti verso chiunque si sarebbe macchiato di abusi. Però in questi giorni si è appreso un retroscena piuttosto spiacevole: anche l’owner dei Mavs nel 2011 è stato indagato per presunte molestie ai danni di una donna a Portland. Va specificato che le indagini all’epoca portarono ad un nulla di fatto, per mancanza di prove, anche se la donna dopo tutti questi anni non ha smesso di chiedere giustizia. A chi credere dei due? Scelta fin troppo ardua.

Nel mentre la NBA ha ufficialmente avviato un’indagine sulla vicenda, ricevendo pieno sostegno da parte di Cuban stesso. Del resto la Lega ha sempre mostrato tolleranza zero in questi casi, affermando la reale volontà di eliminare tutte le mele marce del sistema.

L’unica nota positiva che traspare dalle pagine di Sports Illustrated è l’assoluta estraneità ai fatti per quanto riguarda i giocatori. Spesso protagonisti di episodi poco felici, in questo caso gli atleti non sono stati minimamente coinvolti nello scandalo. Anzi, alcuni tra gli intervistati hanno evidenziato quanto il clima animalesco nelle stanze dirigenziali fosse lontano anni luce dall’ambiente amichevole che si viveva stando a contatto coi giocatori.

La vicenda è ancora lungi dall’essere compresa a fondo. Certo è che, se venissero confermate le accuse riportate, emergerebbe una situazione raccapricciante: per anni una delle franchigie più influenti in America sarebbe stata amministrata da molestatori seriali. E in caso la domanda sorgerebbe spontanea: è possibile che nessuno si sia mai accorto di nulla?

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