La protesta di Colin Kaepernick prosegue senza sosta ed il caso di Terence Crutcher, un 40enne nero ucciso dalla polizia in Oklahoma venerdì 16 Settembre non fa che inasprire il duello tra il QB dei 49ers e l’NFL. A scendere in campo a favore dell’italo-americano addirittura il Presidente Barack Obama che al G20 ha detto che “Colin ha esercitato il suo diritto costituzionale di mandare un messaggio. C’è una lunga serie di figure dello sport che l’hanno fatto. A volte la protesta è controversa o rende le persone frustrate o arrabbiate ma preferisco che ci siano giovani impegnati nel tentare una via per accedere al nostro processo democratico piuttosto che gente che rimane seduta in disparte senza prestare attenzione a nulla. Non dubito della sua sincerità, per quanto ho sentito”, prosegue Obama. “Sono convinto che abbia a cuore delle tematiche nobili di cui bisogna parlare. Se non altro, può aiutare ad interessarsi e a discutere di argomenti di cui bisogna occuparsi realmente. Forse i suoi detrattori inizieranno a vedere che lui sì ha a cuore la giustizia e l’uguaglianza. Può essere rumoroso ma è così che funziona la democrazia”.
Un messaggio chiaro da parte dell’uomo più potente del mondo che ha basato il suo doppio mandato all’espressione delle minoranze e che quindi non poteva esimersi dallo scendere in campo in questa battaglia.
Nel frattempo però, Kaepernick viene minacciato quotidianamente di morte, sia sui Social Network che nella vita vera dove si vedono casacche con il numero 7 di Colin bruciare su aste ma che nonostante tutto da agosto ad oggi la maglia dei 49ers di Kaepernick è la più venduta della lega. In tutto questo la polizia di Santa Clara minaccia gli scioperi per le partite interne a San Francisco.
La questione non finisce qui.