Maurizio Compagnoni (SKY): “Grande fiducia in Conte. All’Europeo può accadere di tutto”

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Abbiamo intervistato Maurizio compagnoni, giornalista e telecronista sportivo per SKY. Con lui abbiamo affrontato il temi caldi dell’Europeo e della Còpa America.

Avvio molto positivo dell’Italia, se lo aspettava?

Iniziamo col dire che il livello presentato dalla nostra nazionale in questa circostanza è probabilmente il più basso degli ultimi trent’anni però avevo grande fiducia in Conte, sia come maestro di tattica che come preparatore atletico. L’ex Juve poi è uno che sa fare gruppo ed è in grado di tirare fuori sempre il meglio dai suoi giocatori. Non era facile prevedere un avvio così ma stiamo parlando di un Europeo e, così come avviene per i Mondiali, in certe manifestazioni si può fare bene pur non essendo i più forti perché non stiamo parlando di un campionato con 38 giornate da disputare. In un torneo di un mese può accadere di tutto. Basti pensare alla Grecia nel 2004 e questa Italia è notevolmente più forte di quella selezione. Inoltre, c’è da dire che l’Italia non prende gol, corre, è compatta, messa bene in campo e con certe caratteristiche puoi anche sopperire alle tue mancanze.

Parere tecnico sulle ‘grandi’?

Fino ad ora non ho visto una squadra nettamente migliore delle altre però è anche normale che ciò accada visto che siamo ancora all’interno della fase a gironi ed i valori veri, a mio parere, emergono quando si inizia a disputare partite ad eliminazione diretta. Partendo dalla Spagna, malgrado il secondo posto dopo la sconfitta con la Croazia, devo dire che la seconda partita degli iberici è stata impressionante, anche se la Turchia mi sembrava in grossa difficoltà. Io ero uno di quelli che la Spagna l’ha sempre messa tra le favorite perché se leggi la formazione non capisci come non possa pensare di poter puntare ad arrivare fino in fondo. Intorno, invece, leggevo grosso scetticismo. Nell’undici titolare, il dubbio poteva sorgere sulla figura di Nolito, che a certi livelli effettivamente non aveva mai giocato prima, però poi vedendolo all’opera ha dimostrato tutta la propria forza. La Spagna mi sembra veramente completa. Agli ottavi sarà una grande gara contro l’Italia. La Germania è campione del mondo e, pur avendo il problema del centravanti, ha tanta qualità sui trequartisti. Il Belgio ha un allenatore che non è esattamente l’ideale per poter assemblare i campioni che ha a disposizione però credo che gli schiaffi presi contro l’Italia siano serviti e infatti nella seconda partita si è visto. Il potenziale dei belgi è notevole. L’Inghilterra, poi, non mi dispiace. E’ una squadra giovane e per questo ha entusiasmo. Si tratta, secondo me, di una delle migliori selezioni inglesi degli ultimi anni. Non so se riuscirà ad arrivare in fondo, però, proprio perché forse è fin troppo giovane. La Francia ha una squadra molto forte anche se per puntare al titolo giocatori come Griezmann devono dare di più. Loro, tuttavia, possono puntare sul tabellone veramente ottimale.


Si attende sorprese all’Europeo?

Il livello medio mi sembra ottimo in questo Europeo quindi non vedo squadre impronosticabili che possano venire fuori in modo clamoroso. Ci sono, infatti, 5-7 squadre che vedo troppo più forti delle altre. Devo dire che la Polonia però, nonostante non venga considerata tra le grandi, non è affatto male: è solida in difesa, a centrocampo ha un calciatore importante come Krychowiak e davanti una coppia di tutto rispetto. Tra le ‘sorprese’, mi è piaciuta molto l’Albania, che ha fatto un grande Europeo e potrebbe addirittura essere ripescata.

Qual è la stella dell’Europeo?

Pogba era la stella annunciata e, dopo la prima gara deludente, ha fornito un paio di prestazioni importanti. Nella prima mezz’ora della gara contro la Svizzera è stato devastante. Attualmente credo però che nessuno abbia raggiunto i livelli di Payet. L’altro nome che ha brillato, secondo me, è Iniesta.

 

Giudizio sul Brasile che sembra vivere crisi profonda

Sul Brasile c’è da fare un discorso abbastanza complesso. Sono usciti per un clamoroso errore dell’arbitro; tuttavia, chiamandosi Brasile uno si aspetta che possa passare ugualmente un girone non impossibile. La squadra non era scarsa, seppur non paragonabile ad altre selezioni verde-oro del passato. Lo stesso Jonas, a cui nessuno ha fornito grossa importanza, è un centravanti che ha buttato dentro tanti palloni in Portogallo. Non mancava fantasia e tecnica, poi, grazie a gente come Coutinho e Willian. Di certo, mancando anche Neymar, rispetto al passato c’era un tasso tecnico inferiore. La prima cosa che devono fare in Brasile, comunque, a mio parere è un bel bagno di umiltà. Bisogna capire che nonostante il nome che portano non sono più la potenza di qualche tempo fa, anche a livello di club. Una squadra brasiliana, ancora oggi, per qualunque calciatore interessante ti spara 20-25 milioni di euro. Richieste senza senso. Sono rimasti legati alla grandezza del passato. Entrando sull’aspetto tecnico; su certi ruoli, continuano a proporre molti calciatori di ottimo livello, ad esempio in difesa. Mi viene in mente Fabinho, che a me piace molto, o Felipe che è appena passato dal Corinthians al Porto. Di centrocampisti centrali anche ne tirano fuori diversi, magari nessuno fenomenale ma molti parecchio forti. Il problema è in attacco. Tolto Neymar, il quadro è un po’ desolante. Bisogna capire perché il Brasile non tira più fuori attaccanti di grandissimo livello. C’è poi un problema di ‘manico’. Il Brasile non era una squadra scarsa nonostante tutto quindi ci sono stati errori importanti da parte di Dunga.

La sorpresa della Copa America?

Si potrebbe dire gli Stati Uniti padroni di casa, anche dopo la batosta contro l’Argentina, ma è vero fino ad un certo punto. Da anni, infatti, gli USA nelle grandi manifestazioni hanno un comportamento più che dignitoso. In questo caso, poi, giocavano anche in casa e non avevano un tabellone impossibile. Ciò che mi ha stupito, piuttosto, è la portata con cui il Cile ha battuto il Messico. Il Messico mi sembrava in grado di poter arrivare tra le prime quattro mentre il Cile era partito non benissimo e non sembrava all’altezza di quello che aveva vinto l’ultima Copa America. Non dico che il Cile sia una sorpresa, visto che sono i campioni in carica, però addirittura 7-0 per me è stato veramente sorprendente.

Come finirà la competizione?

Da subito, io avevo pronosticato come finale Argentina-Colombia. Secondo me sono le squadre più forti. Devo dire che la Colombia non sempre ha brillato come mi attendevo ma è una squadra molto forte. E’ solida, ben messa in campo e ha una batteria di trequartisti veramente notevole. L’Argentina però ha una qualità davanti pazzesca. Difficile dire chi possa prevalere se questa fosse la finale. Attendiamo l’esito della semifinale tra Colombia e Cile.

Nato a Roma sul finire degli anni Ottanta, dopo aver conseguito il diploma classico tra gloria (poca) e
insuccessi (molti di più), mi sono iscritto e laureato in Lingue e Letterature Europee e Americane presso la
facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Tor Vergata. Appassionato, sin dall'età più tenera, di calcio,
adoro raccontare le storie di “pallone”: il processo che sta portando il ‘tifoso’ sempre più a diventare,
invece, ‘cliente’ proprio non fa per me. Nel 2016, ho coronato il sogno di scrivere un libro tutto mio ed è
uscito "Meteore Romaniste”, mentre nel 2019 sono diventato giornalista pubblicista presso l'Ordine del Lazio

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