Il 2016 per gli amanti del basket passerà alla storia per il ritiro, tutti insieme, dei quattro simboli del basket post-Michael Jordan, ovvero Ray Allen (anche se non giocava da un po’), Kevin Garnett, Kobe Bryant e Tim Duncan.
Il 2017 si è aperto con un altro ritiro eccellente, più o meno. Ad appendere le scarpe al chiodo è stato infatti il Red Mamba, soprannominato così per i capelli color carota: Matt Bonner.
Il video di addio di Bonner è un’antologia di come lo sport andrebbe preso poco sul serio, ma la carriera di questo lungo (che ha vinto 2 titoli NBA) è un’antologia di come lo sport andrebbe preso seriamente.
Matt non entrerà nella Hall of Fame a differenza dei 4 sopracitati, non è in nessuna classifica di punti, assist, rimbalzi, recuperi, stoppate, nulla, perché Matt non era pensato per questo. Era però “Il compagno di squadra ideale, l’uomo su cui potevi sempre contare, il professionista esemplare che avrebbe insegnato ai più piccoli senza che io gli dicessi nulla”, parole e musica di Greg Popovich, ̶i̶l̶ ̶d̶i̶t̶t̶a̶t̶o̶r̶e̶ l’allenatore dei San Antonio Spurs.
A Matt è sempre importato solo del basket, pochi sorrisi, tanto lavoro e ghiaccio nelle vene ed infatti dopo essere stato messo da parte dai Raptors viene a giocare in Italia, a Messina, dove a metà stagione smettono di pagare gli stipendi, ma non gli importa, anziché tornarsene in America e cercarsi un contratto, resta in Sicilia fino alla fine dell’anno, concludendo la stagione con 20 punti di media e senza prendere un soldo.
In Sicilia ci arriva dopo un percorso spettacolare alla high school ed un ottimo percorso collegiale dove tutt’oggi è ricordato come uno dei migliori giocatori di sempre per i Florida Gators, che ispirò il nome della famosa bevanda energetica e noti soprattutto per il programma di football attivo dal 1906 ed essendo una delle squadre più vincenti della nazione. Ha conquistato tre titoli nazionali (1996, 2006, 2008), 8 titoli della prestigiosa SEC Conference ed è la squadra che ha vinto più incontri di football universitario in tutti gli Stati Uniti dal 1990.
Tornando al basket e a Matt, entra dunque in NBA in quel meraviglioso Draft 2003 che ha dato al mondo LeBron James e Dwyane Wade, Carmelo Anthony e Chris Bosh, sarà la steal of draft non tanto per i numeri, quanto per il peso specifico del giocatore.
Dopo 3 anni a girovagare, approda a San Antonio dove trova Pop che si innamora di lui, facendo diventare un onesto mestierante della palla a spicchi, uno dei leader morali della squadra più morale e misteriosa dell’intera lega.
Al Players Tribune Matt Bonner affida le sue ultime emozioni: “Oggi annuncio il mio ritiro dall’NBA. Grazie a tutti coloro che hanno sostenuto un giocatore umile, dai capelli rossi, per tutti questi anni. Ho amato ogni squadra in cui ho giocato ed ogni città in cui ho vissuto. Restando fedele a me stesso ho fatto questo video leggermente scherzoso e spero che mi supportiate nella vita, anche dopo il basket”.
Non ci resta che vedere il video: