Tecnologia e disabilità. Lo sport che incontra il marketing e aiuta a non mollare mai.
Fin da piccoli ci hanno insegnato a non farci fermare dalle avversità del mondo. Ci hanno insegnato – mentre ancora bambini ci prendevamo il nostro tempo per osservare gli adulti – che mollare equivale a “perdere”: non una gara ma la sfida per la vita. Quando si arriva al punto X, più o meno nei pressi del “baratro” come lo chiamano molti, si dovrà necessariamente decidere se fermarsi, interrompere o alzare la testa per andare avanti.
“Insegui Il Tuo Sogno, Non Fermarti Mai”. È un credo, un incitamento a superare gli ostacoli e, perché no, uno stile di vita. Questa frase potrebbe essere il motto di molti ma soprattutto quello di alcuni atleti nostrani (professionisti e non), che nel corso della loro carriera sportiva, o anche all’inizio di essa, hanno dovuto affrontare molti momenti difficili.
E’ il caso di Salim, marocchino cresciuto in Italia,15 anni e una protesi alla gamba per una malformazione. Ma nel cuore e nelle gambe ha l’amore infinito per il basket e non molla, si allena e viene notato dai referenti della Santa Lucia Basket, una società sportiva romana di basket in carrozzina. Un sogno diventato realtà: ora la sua vita si divide fra scuola, allenamenti, partite.
Poi c’è Anna Barbaro, campionessa paralimpica di nuoto e triathlon che insieme al fondatore di vEyes Massimiliano Salfi, ha ideato un sistema di allenamento per i nuotatori non vedenti che, basandosi sulla trasmissione digitale del segnale, avvisa gli atleti dell’avvicinamento al bordo vasca, cosa che di fatto li farebbe uscire dalla traiettoria di gara. Questo sistema di allenamento evita la presenza del cosiddetto “bacchettatore”, colui che avvisa gli atleti in gara – tramite un tocco di bastone sulla schiena – che stanno per toccare il bordo vasca. Quelli di Anna e Salim sono solo due tra gli esempi finanziati dal progetto “Oso – Ogni sport oltre”, promosso da Fondazione Vodafone Italia e finalizzato a promuovere un’idea di sport che sia inclusiva e partecipativa. Nato nel 2016, eroga finanziamenti alle aziende del terziario o associazioni, federazioni ed impianti sportivi che nel nostro paese si impegnano a dare spazio ai diversamente abili. Oso ha anche una piattaforma di crowdfunding (www.ognisportoltre.it) per permettere a tutti di donare, avvicinando le persone con disabilità allo sport. Per chi volesse inoltre, il sito offre la possibilità di cercare l’associazione, l’impianto sportivo o la federazione più vicina a all’utente (e che ovviamente offre servizi sportivi per disabili) oppure di segnalarne una nuova, magari aperta da poco.
Infine c’è Valeria Straneo, atleta affetta da una malattia genetica fin dalla nascita, la sferocitosi, che la costringe nel 2010 a sottoporsi all’esportazione della milza, cosa che le impedisce quasi del tutto di stare in piedi. Ma il suo sogno è la corsa, e non ci rinuncia: grazie ad un costante allenamento, dopo soli due anni dall’operazione, riesce a partecipare all’Olimpiade di Londra 2012 e poi ai giochi di Rio 2016. Nel mezzo ha conquistato due argenti ai Mondiali di Mosca nel 2013 e agli Europei di Zurigo nel 2014. L’importante per lei è sempre stato inseguire il proprio sogno, senza fermarsi mai. Ecco perché Valeria ha sostenuto la Fondazione Grade ONLUS – Progetto Prima di Tutto, che si occupa di aiutare le persone che hanno deciso di affidarsi allo sport per fini riabilitativi in seguito a problemi di salute. Attraverso una serie di eventi e maratone, si è riusciti a finanziare la creazione di un Percorso Vita all’interno del Parco Spallanzani, adiacente l’Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia, sostenendo al contempo l’attività fisica con esercizi adatti a tutti, anche ai pazienti e agli ex pazienti coinvolti nei laboratori di sport terapia.
Si può dire quindi che il concetto di benessere e il suo collegamento tra salute psicofisica e attività motoria rende evidente quanto l’attività motoria sia sinonimo di benefici fisici, mentali e relazionali. Il lavoro che fondazioni e aziende private svolgono oggi nel nostro paese, insieme alla collaborazione con gli atleti che per primi hanno vissuto sulla loro pelle certe difficoltà, permette dunque di offrire alle persone con disabilità maggiori opportunità di inclusione e la possibilità di mettersi in gioco attraverso i propri talenti. “Lo sport è una metafora della vita, ti spinge a dare sempre qualcosa di più” dice spesso Alex Zanardi, atleta e campione paralimpico, esempio per tanti. E la passione, l’energia, la forza nelle sfide, così come la determinazione, sono spesso punto di partenza per grandi risultati, anche fuori dal campo di gara.