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Maria Noemi: se il Tar rischia di trasformare un calvario in dramma

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Non è ancora detto che lo sfratto alla fine avvenga. Ma nella casa di Maria Noemi, la bambina resa malata sin dalla nascita a causa di un errore medico, giorno dopo giorno sale la preoccupazione. Perché dal 1 luglio, anche sulla casa di Maria Noemi e della sua famiglia (e di altre 306) pende proprio come una spada di Damocle la decisione del TAR di confermare tutti i provvedimenti di sfratto. Che nel novembre scorso, il dipartimento Urbanistica del Comune di Roma aveva inviato a tutti gli assegnatari delle case popolari ricevute nel 2006, grazie al provvedimento firmato da due dirigenti comunali poi finiti sotto inchiesta. Ed è proprio la sentenza di condanna definitiva (arrivata nel 2016) dei due dirigenti a dare l’inizio a tutta questa storia. Nella quale, è finita suo malgrado anche la famiglia di Maria Noemi. La quale, come abbiamo già raccontato ai lettori di Io Gioco Pulito, a differenza di molti altri assegnatari, già nel 2006 i requisiti per poter ottenere l’alloggio popolare li aveva tutti. E proprio in base a una delibera del Comune (la 132 del 2003) che predisponeva una riserva di alloggi ERP (cioè di edilizia residenziale pubblica) al 25% dei casi che rientravano nella cosiddetta “emergenza abitativa” . Condizione nella quale, proprio il dipartimento delle Politiche Abitative aveva riscontrato che si trovasse la famiglia di Maria Noemi. Dovuta ad uno stato di sovraffollamento in cui viveva la famiglia che tra l’altro era stato riconosciuto come “incompatibile” con lo stato di salute della bambina.

Da qui la decisione delle Politiche Abitative di procedere con l’assegnazione dell’immobile. Fino al novembre scorso, quando lo stesso Dipartimento (cambiati i dirigenti) ha fatto recapitare anche alla famiglia di Maria Noemi il provvedimento di sfratto. Ed è iniziato un vero e proprio calvario fatto di carte bollate e ricorsi, tra richieste di incontri con la sindaca (mai avvenuti) e promesse dell’assessore al Bilancio Mazzillo che per adesso, non sono ancora state mantenute. Come ha scritto il Corriere della Sera il 1 luglio, lo stesso Mazzillo avrebbe chiesto all’avvocatura capitolina di “riconsiderare i provvedimenti di rilascio forzoso con una possibile sospensione degli sfratti”. Richiesta che però evidentemente, non sarebbe stata presa in considerazione. In mezzo l’intercessione dell’ex premier Silvio Berlusconi il quale, intervenuto con una telefonata in diretta tv nella quale era presente come ospite il padre di Maria Noemi Emmanuel, ha pubblicamente dichiarato di volersene fare carico. Promettendo al padre della bambina, anche in un incontro avvenuto nei giorni successivi a Palazzo Grazioli, che avrebbe sistemato la faccenda. Anche se per adesso, dopo due mesi da quella telefonata, la faccenda non è ancora stata sistemata. E nel frattempo è arrivata la decisione del TAR che ha confermato i provvedimenti di sfratto per le assegnazioni avvenute nel 2006. Tra le quali c’è anche appunto la famiglia di Maria Noemi. Che adesso rischia dopo mesi di calvario, di vivere un vero e proprio dramma.

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