Il nostro viaggio tra gli appassionati di calcio estero in Italia arriva questa settimana in Scozia, grazie a Marco Parmigiani, grande tifoso del calcio britannico, soprattutto scozzese, e noto anche per la sua attività di “cacciatore di stadi”.
Marco come nasce il tuo interesse per il calcio scozzese?
Amo il calcio estero da sempre, ho gestito diversi blog e siti, tra cui calcioscozzese.it, che è noto per essere stato tra gli sponsor del Gretna 2008, squadra scozzese che rinacque appunto nel 2008 dopo un fallimento grazie a un trust fra tifosi. La scintilla scoppio nel 1997 quando vidi su calcio 2000, la presentazione della Scottish Premier e mi colpirono questa squadre poco conosciute, le maglie e i loghi. Da li inizia ad approfondire il movimento, a me piace seguire avendo qualcosa d’aggiornare e grazie ad internet questo è possibile.
Invece come sei diventato “cacciatore di stadi” quanti ne hai visti, dove, progetti futuri…
Lo sono diventato grazie ai racconti di viaggi di amici genovesi, vorrei citare Aurelio, Davidone e Andrea. Narrando le loro trasferte in UK, facendo foto, ti trasmettevano le loro sensazioni e ho deciso di provare anch’io. Ne ho visti un centinaio ormai, e ora mi piacerebbe visitare qualche stadio tedesco, hanno un atmosfera davvero magica. Avrei tanti racconti, da quella volta che mi misi sopra una lapide di un cimitero per far delle foto (lo stadio dell’Ilford) oppure quelle volte che entrai ma vennero inservienti a cacciarmi.
Io non chiedevo di vedere gli impianti, io entravo! Era quella la cosa che mi piaceva: entrare di “rapina” fotografare e scappare. Molti stadi li ho visti assistendo alle partite: mi piace sedermi nello stadio vuoto e aspettare che si riempia”….
Sul calcio inglese devo ringraziare molto Massimo Corsini (il maestro) e Alfonso Russo (durante il mio periodo a Londra, facevo dei video per lui e se non fosse stato per lui non mi avrebbero mai chiamato per intervistarmi a Sky). Ora sono padre di due gemelle, dunque mi muovo molto meno. La vita da cacciatore di stadi però un po’ mi manca, a differenza di molti, io cerco stadi ovunque anche qui da noi, per me lo stadio rappresenta un monumento bello o brutto che sia.
Raccontaci qualche partita che hai visto dal vivo.
Quella che porto nel mio cuore fu la prima col Wealdstone, in Inghilterra, fin da subito mi fecero entrare nella loro famiglia. Questo è il bello della Non League, tutti si conoscono, prima durante e dopo si beve birra, c’è una specie di terzo tempo con tifosi mischiati insieme ai giocatori a bere. La cosa che adoravo era il cambio campo che i tifosi facevano, si scambiavano di tribuna tra un tempo e l’altro per vedere la loro squadra in attacco più da vicino.. In Non League c’è un motto che dice “Non sei un numero a sedere, ma sei una faccia” per far capire che prima di tutto è una grande famiglia. Il Weldstone lo conobbi grazie a Matteo Tonna, tifoso storico, che raccontava di questo quartiere a nord di Londra, con un seguito pazzesco di pubblico.
Facci una fotografia del movimento calcistico scozzese oggi.
In Scozia si sta attraversando un momento davvero buio, la nazionale non rende e il fallimento dei Rangers, ha creato un abbassamento del livello. In Europa le formazioni scozzesi fanno veramente fatica a competere. Bisogna uscire da questo tunnel, tornare a puntare sui giovani e magari modificare il calcio scozzese in diversi aspetti. Se volete veniteci a trovare sulla nostra pagina Facebook: Scottish Football Station, dove potete leggere non solo dell’attualità del calcio scozzese, ma moltissimo della sua storia, quella di un calcio che ormai non c’è più…
Un grazie a Marco per averci raccontato la sua passione e riprendiamo il viaggio. La prossima settimana saremo in Repubblica Ceca!