Un mare azzurro luccicante che sbatte su verdi montagne dove domina la macchia mediterranea, un monumento famoso in tutto il mondo che si staglia fino a 22 metri, un borghetto tra i più belli della penisola italiana. Questa è Maratea, l’unico comune della Basilicata che si affaccia sul mare, nel golfo di Policastro, in provincia di Potenza. Qui rocciose scogliere si affacciano su amene spiagge come Acquafredda, Cersuta, Fiumicello, la Spiaggia Nera, le Secche, Castrocucco. Il litorale, lungo circa 32 km, è intervallato da falesie ripidissime e calette deliziose. Il porticciolo diventa una tappa gradevole e offre un riparo sicuro per i naviganti che attraversano il Mediterraneo. Maratea è denominata “la perla del Tirreno” e anche “la città delle 44 chiese” per la presenza di numerosi luoghi di culto.
Il centro storico di Maratea
Il simbolo per eccellenza di Maratea è sicuramente la Statua del Redentore, nota anche come “Cristo di Maratea”. Si erge dal Monte San Biagio ed è alta 22 metri, seconda per dimensioni soltanto a quella di Rio de Janeiro. E’ opera dello scultore fiorentino Bruno Innocenti ed è stata istallata nel 1965. Sotto la monumentale statua sono aggrappati, ad un fianco del monte, i ruderi dell’antico borgo denominato “castello”, mentre al lato opposto del Cristo si può visitare la Basilica di San Biagio (VI – VII sec. d.C.). Nella Regia Cappella (XVII sec.) si trovano le Sacre Reliquie di San Biagio. Qui sono custodite altre opere come l’Affresco della Madonna del Melograno (XV sec.), preziosi bassorilievi in marmo raffiguranti l’Annunciazione (XVII sec.) e la Madonna della Sapienza (XVIII). Il simulacro del santo viene portato in processione il giovedì precedente e la seconda domenica di maggio.
Maratea affonda le sue radici in età preistorica e il suo nome significa “Dea del Mare” o “Città dei grandi Etei”. Nelle località di Massa e Brefaro, non a caso, sono emerse tracce di insediamenti umani risalenti ad oltre 40.000 anni fa, mentre reperti rinvenuti in Località Timpa, nei pressi del porto, rimandano al 1500 a. C. circa. Si accennava a Maratea come fosse la città delle 44 chiese, luoghi di culto che prendono forma nel borgo storico. La più antica è la chiesa di San Vito (XI-XII sec.) al cui interno sono conservati affreschi databili tra XIV e XVII secolo. Merita una visita anche la Chiesa dell’Annunziata, con il suo particolare campanile e la cupola decorata da maioliche verdi e gialle, nonché il portale d’ingresso con due leoni stilofori in pietra di epoca medioevale.
La Chiesa Madre di Santa Maria Maggiore è nota anche come chiesa dell’Assunta e la sua costruzione originaria risale ai secoli XII-XIV. Spicca il grande campanile a base rettangolare con sopraelevazione ottagonale, in stile romanico. Angeli in atto di preghiera scolpiti nel XVI secolo accolgono fedeli e visitatori all’ingresso che all’interno potranno ammirare anche alcune opere. La seicentesca chiesa dell’Addolorata e quella settecentesca dell’Immacolata sono altri due luoghi di culto meritevoli di una visita. Nei sotterranei della Chiesa dell’Immacolata sono presenti i resti della trecentesca chiesa di San Pietro.