Tra Diego Armando Maradona e il fisco italiano è in corso una partita che va avanti da quasi 30 anni. Da quando le Fiamme Gialle nel 1989 in un’operazione per una verifica fiscale del Napoli, controllano anche i conti di alcuni giocatori partenopei tra i quali Alemao, Careca e, appunto, Maradona. Dagli accertamenti emerse la mancata dichiarazione di introiti provenienti dai diritti di immagine del giocatore emessi da società estere. Da quel momento inizia la rincorsa del fisco per riprendersi i soldi non dichiarati con un’evasione fiscale che all’epoca era di 3 miliardi di lire. Nel corso degli anni gli interessi sul debito sono cresciuti vertiginosamente e, in ogni occasione in cui el Pibe metteva piede in Italia, dopo la sua “fuga” nel 1991, la Guardia di Finanza era pronta a sequestragli qualcosa.
Diego ha sempre rifiutato la tesi accusatoria e spesso si è scagliato contro l’Italia per un torto, a suo dire, subìto. Proprio le sue ultime dichiarazioni, rilasciate in Tv nel suo più recente soggiorno italiano, hanno scatenato l’ira di Equitalia che, secondo quanto riporta il Mattino, adesso vorrebbe portare a processo l’ex Napoli dopo la querela per diffamazione inviata anche al suo legale Angelo Pisani.
Nell’intervista sotto accusa, el Pibe partendo dagli episodi di suicidio di alcuni contribuenti, usa parole forti e inequivocabili:” Nessuno più di me può sapere quello che si prova quando si è perseguitati per 25 anni da istituzioni che dovrebbero tutelare i cittadini onesti. Sono stato trattato come un criminale, violentando la mia dignità umana e la mia immagine sportiva. Io ho resistito ma posso capire chi non ce la fa. Voglio vincere questa battaglia per le vittime di Equitalia, perché l’ho pagata cara sulla mia pelle. Dal 1994 non esiste alcuna violazione fiscale a me addebitabile, questa è una brutta pagina per la democrazia italiana. Befera (rappresentante legale pro-tempore di Equitalia) non ha il coraggio di guardarmi in faccia perché porta sulla coscienza le mie sofferenze e le mie umiliazioni”. Il sostituto procuratore del Tribunale di Cassino, Alfredo Mattei ha avvisato gli interessati della conclusione delle indagini preliminari e adesso è il turno di Maradona e Pisani per presentare documentazione che possa escludere la diffamazione.
Una storia infinita dunque quella di Maradona con il fisco italiano. Dove Equitalia assume il ruolo di mastino che deve marcare il giocatore più forte della storia che, in quanto tale, saprà dribblarsi per l’ennesima volta.