Il commissario tecnico della Nazionale Italiana, Roberto Mancini, è stato intervistato dalla Gazzetta dello Sport in modalità Instagram. La tendenza del momento di interpellare personalità dello sport attraverso i social network ha coinvolto anche Mancini che, come tanti altri protagonisti di questa nuova forma di interviste e di comunicazione, si è trovato a suo agio ed è apparso meno “imbalsamato” rispetto al solito approccio tendenzialmente politicamente corretto che imperversa in televisione. Ecco un sunto dell’intervista:
“Mi sono rotto di stare a casa, lo ammetto. È una cosa che sta diventando insopportabile, diciamolo francamente. Dopo 60 giorni chiuso c’è da impazzire. Cosa faccio? Cerco di allenarmi la mattina e il pomeriggio godermi il terrazzo, se c’è bel tempo”. Niente sport all’aria aperta, si sa che non si può. Paddle? Non ci gioco da due mesi, ma ovviamente la cosa che mi manca di più sono i miei genitori. La vera preoccupazione che ho è solo per loro, visto che hanno una certa età. Il lato peggiore di questo virus sono ovviamente le vittime. E soprattutto non aver potuto dare un ultimo abbraccio a chi stava morendo. Credo sia davvero terribile. Il campionato? So bene che i miei giocatori vogliono tornare in campo e quindi spero per loro che si torni a giocare presto. Per quanto riguarda l’Italia, abbiamo un buon gruppo e il merito va ai ragazzi. A settembre ci saranno tantissime partite, tra Nations League e qualificazione al Mondiale 2022: non sarà così semplice, avremo bisogno di tanti giocatori, convocando magari qualcuno in più dei soliti 23-24. Avremo di sicuro qualche problema in più, ma io mi auguro che la squadra continui a giocare come stava facendo, con quella qualità che piace alla gente e ovviamente continuando a vincere”.