“Mamma Zaniolo”: perché in Italia siamo Iene tutto l’anno
Poche ore fa è andato in onda, durante la puntata del programma “Le Iene” di domenica 17 febbraio 2019, una intervista alla giovane promessa della AS Roma Nicolò Zaniolo. L’intervistatore, Nicolò De Devitiis, si è però soffermato molto anche sulla figura della madre del giovane calciatore, Francesca Costa, facendole molte domande che, a parere di chi scrive, sono risultate piuttosto ambigue e scomode. Lo stesso pensiero ce l’ha avuto anche il gioiellino giallorosso che ha concluso l’intervista in modo brusco e contrariato.
Subito si è sollevato un polverone che ha visto numerosi tifosi della squadra giallorossa furiosi e che hanno chiesto, a gran voce, di lasciar stare il giocatore della loro squadra. Noi di Io Gioco Pulito, invece, vogliamo mettere in risalto il siparietto tra l’inviato del programma di Italia Uno e la stessa madre del giovane talento.
Ancora una volta, per entrare nello specifico, si è messo in risalto la forte impronta sessista del mondo del pallone nostrano che usa le donne per soli scopi di audience. Alla signora Costa è stato infatti ripetutamente richiesto della sua vita social, visto che nel giro di pochi giorni è diventata una delle star più seguite su Instagram, e della sua presa di posizione riguardo la situazione sentimentale del figlio. Lo stesso De Devitiis, però, si è lasciato andare anche a qualche battuta poco felice che poteva essere interpretata in vari modi oltre a un paio di domande che davanti ad un figlio andrebbero proprio evitate.
Tutto questo non fa che aprire nuovamente una vicenda, quella del sessismo, che a giorno d’oggi purtroppo non risparmia nessun ambito del mondo attuale. Quello del pallone, naturalmente, è uno dei settori più contagiati da questa “moda”.
D’altronde ci sono vari indizi che ci fanno capire come il sessismo sia un germe che infetta sempre di più il pallone nostrano.
Di che cosa ci meravigliamo se, in queste ultime settimane, uno dei trends google più ricercati era “mamma Zaniolo”. Difatti, anche quando il centrocampista d’attacco della Roma si faceva notare per un gol o una bella azione sul campo, il suo nome e le ricerche sul web venivano inequivocabilmente accostate a quelle di sua madre che, come detto prima, stava facendo carriera soprattutto dal punto di vista social. Purtroppo, questo, è solo l’ultimo caso in Italia che collega due ambiti, quello calcistico e quello legato al gossip, che non hanno molti collegamenti tra loro. Quante volte è successo che mettendo un nome di un giocatore qualsiasi, Mauro Icardi o Radja Nainggolan giusto per citarne due casi famosi, tra le voci più cercate appaiono anche quelle delle loro mogli o fidanzate? Contemporaneamente facciamo notare che alcuni importanti giornali sportivi del Belpaese hanno, sulle homepage dei loro siti internet, intere sezioni dedicate alle consorti degli sportivi, in particolar modo a quelle dei calciatori. Anche qui i casi da citare sono, ahimè, più di uno: dalla sorella dell’attaccante della Roma Patrick Schick giusto per citarne uno dei più recenti alla fidanzata di Karsdorp per rimanere sempre in casa giallorossa. In pratica ogni volta che arriva un nuovo calciatore in Italia si dà più attenzione alle “qualità” della consorte che a quelle del giocatore.
Tali fatti ci fanno capire come, anche in ambiti molto distanti da esso, il gossip stia diventando sempre più popolare. Tutto questo perchè, pur di aumentare le visualizzazioni, si è disposti a tutto, anche a mettere online tematiche di chiaro stampo sessista.
A dare ulteriore conferma di tutto ci si è messo anche il giornalista Rai Fulvio Collovati. L’ex campione del mondo italiano nel 1982, durante un suo intervento alla trasmissione “Quelli Che Calcio”, soffermandosi sulla cultura calcistica, in particolare sul mondo della tattica, ha affermato: “Quando sento una donna, anche le mogli dei calciatori, parlare di tattica mi si rivolta lo stomaco. Non ce la faccio! Se tu parli della partita, di come è andata e cose così, bene. Ma non puoi parlare di tattica perché la donna non capisce come un uomo, non c’è niente da fare”.
Chissenefrega, caro Collovati, che ci siano intere squadre femminili che giocano in regolari campionati che, negli ultimi tempi, ottengono risultati migliori dei loro colleghi maschi e che molte trasmissioni sportive siano condotte da giornaliste preparate e competenti. D’altronde, si sa, il calcio rimarrà sempre “un gioco per duri” e tra questi non possono rientrare certo, nella mentalità calcistica italiana, le donne che vengono relegate solamente al semplice ruolo di oggetti da sfruttare e mettere in mostra solamente per dar visibilità alla propria scadente pagina internet.