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Festa d’Europa: perché alle Olimpiadi non vedremo mai il Team Europe
Il 9 Maggio si celebra la Festa d’Europa (Giorno Europeo) per ricordare il giorno, nel 1950, in cui il politico francese Robert Schuman presentò un piano economico che segnò l’inizio del processo d’integrazione europea con l’obiettivo di una futura unione federale. A tanti anni di distanza, però, quell’unione auspicata tanti anni fa sembra essere solo su carta, mancando di fatto un visione identitaria unitaria. Anche nello Sport sono state proposte varie ipotesi per raggruppare gli atleti continentali dei singoli stati sotto la bandiera del Team Europe. Ma è inverosimile. Ecco perché.
Nel 2017 un membro del Comitato Esecutivo dell‘Istituto Affari Internazionali, Carlo Musso, lanciò l’idea, per poter far appassionare gli europei alla bandiera e allo spirito dell’UE di competere almeno a livello olimpico con un unica squadra in rappresentanza dell’Unione. Lo stesso Musso specificò che bisognerebbe farlo solo in alcune discipline, escludendo a priori tutti gli sport di squadra, in primo luogo il calcio, e dichiarò che sarebbe stato l’ideale iniziare dall’atletica leggera.
Gli esempi emblematici
La questione apre a varie perplessità: innanzitutto non è per nulla detto che avere gli atleti più forti raggruppati sotto un’unica bandiera calamiti intorno ad essa tutti gli appassionati dei 27 paesi, la maggior parte dei quali avrebbero ben pochi se non nessun rappresentate. Emblematico è quello che succede quando si fondono due squadre di calcio, o di rugby come stava per avvenire in Francia tra Racing e Stade Francais: proteste, tifosi inviperiti, e polemiche a non finire. E la fusione non si fece.
C’è anche l’esempio britannico, che storicamente ha sempre problemi enormi a schierare nel calcio una squadra unica tra Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda al punto da non presentarsi mai alle Olimpiadi, facendo a fatica un’eccezione per i Giochi londinesi del 2012 dove una selezione messa insieme tra le polemiche non è andata oltre i quarti di finale eliminata dalla Corea del Sud.
Team Europa, problema di scelte
Per alcuni sport il team unico europeo sarebbe la morte della gara olimpica da un punto di vista tecnico, escludiamo pure gli sport di squadra, ma quale sarebbe il livello del tennis con quattro giocatori e quattro giocatrici in tutto in rappresentanza di Spagna, Germania, Italia, Francia, Paesi Bassi, Slovacchia, Repubblica Ceca e quant’altro? E andrebbe ancora bene perché Federer e Wawrinka sono svizzeri e che la Gran Bretagna se ne è uscita togliendo Murray dal conto. Ma a quel punto chi scegliere tra Re Roger, Nadal o Djokovic?
E lo sci alpino con quattro rappresentanti per disciplina tra Italia, Francia, Germania, Austria, Slovenia? Già ora col limite dei quattro atleti per nazione negli sport invernali le gare di Olimpiadi e Mondiali sono tecnicamente inferiori a quelle di Coppa del Mondo dove i paesi più forti possono schierare molti più rappresentanti, con una rappresentativa europea diverrebbero contese dove alle spalle dei primissimi al mondo ci sarebbe il vuoto assoluto.
I problemi anche nell’atletica
Anche limitandoci alla sola atletica leggera introdurre una formula del genere sarebbe anche un duro colpo per il movimento nei paesi più piccoli dell’UE: non bisogna infatti dimenticare che in molte realtà si gareggia non per vincere una medaglia olimpica, o anche solo centrare la finale, ma per esserci, e a questo punto moltissimi atleti e atlete che essendo i migliori della loro nazione e in grado di ottenere il minimo di partecipazione saprebbero in partenza che non varrebbe nemmeno la pena provarci in quanto mai e poi mai sarebbero selezionati tra i primi tre europei, non solo, ma superstar a parte, si finirebbe col fare delle convocazioni politiche per non scontentare nessuna nazione e dar e a tutti almeno un paio di rappresentanti.
Immaginiamo anche la gioia delle federazioni, che spesso si vedono attribuire fondi dai governi in base al numero dei praticanti e a quanti riescono a portarne ai Giochi, vetrina fondamentale per una nazione non solo a livello sportivo.
Un esperimento poi è già stato tentato, con la Coppa del Mondo di atletica, che vedeva al via gli USA, le prime due nazioni della Coppa Europa e cinque selezioni continentali. Fu disputata dal 1977 al 2006 per un totale di dieci edizioni che non riscaldarono gli animi di nessuno e poi fu soppressa. Quindi suvvia, almeno nello sport lasciateci le nostre vecchie bandiere.
“in molte realtà si gareggia non per vincere una medaglia olimpica, o anche solo centrare la finale, ma per esserci”
Quali realtà?
“si finirebbe col fare delle convocazioni politiche”
Per quale motivo? Negli USA esistono i Trials ad esempio.
Articolo fazioso.
Gentile Beltrami, sono Carlo Musso e prima di tutto la ringrazio per aver letto a suo tempo e ricordato la mia proposta. Molte delle obiezioni che lei fa le condivido (alcune le avevo già sollevate io stesso e avevo in parte risposto). Ovviamente la cosa è complessa e andrebbe studiata con attenzione. Quello di cui resto convinto è che, finché l’Unione Europea non sarà rappresentata in qualche modo nello sport, la gente non si sentirà mai davvero “europea”. Carlo
Un’ottima soluzione potrebbe essere abolire direttamente le olimpiadi, visto che sono un business in cui le multinazionali guadagnano a spese dei contribuenti dello stato in cui vengono organizzate!