Da Playboy alla fibromialgia: Ludovica Di Rito porta sul web la sua battaglia
Oggi raccontiamo la storia di Ludovica Di Rito, sul web anche Veronica Sofia, modella e scrittrice che ha tra le sue pubblicazioni riviste come Playboy, Gq e Volo. È in uscita anche con un libro e scrive recensioni di libri e serie TV per Sky. Da qualche tempo Ludovica Di Rito sta portando avanti in rete una battaglia contro la fibromialgia, la cosiddetta ‘malattia invisibile’ ma invalidante, dalla quale è affetta da diversi anni.
Ad oggi la fibromialgia non è ancora riconosciuta dal Sistema Sanitario Nazionale, è considerata una sindrome reumatica non tipica, e non compare nelle linee guida dell’Inps in merito al riconoscimento dell’invalidità. Di seguito, la testimonianza di Ludovica.
Ciao Ludovica e benvenuta. Hai quasi 100.000 followers su Instagram e sei stata pubblicata da Playboy Italia. Come mai hai iniziato a parlare di fibromialgia?
“Ciao a tutti. Sono una modella di nudo, ma prima di ogni cosa un essere umano. Parlo di fibromialgia sui social, in particolare sul mio profilo Instagram (https://www.instagram.com/ludovica.dirito/), perché ne sono affetta. Ho iniziato a parlarne tardi rispetto alla diagnosi, avevo troppa paura di mostrarmi vulnerabile, debole, avevo paura che parlarne non mi avrebbe fatto più lavorare o mi avrebbe resa meno sexy agli occhi del pubblico. Insomma avevo mille paure, ma poi la malattia è diventata talmente invadente che ho deciso di rischiare e mi sono aperta e sono molto felice di averlo fatto.”
Un percorso complesso quindi. Hai detto che hai iniziato a parlarne tardi rispetto a quando ti è stata diagnosticata. Da quanto tempo sei malata?
“Mi è stata diagnosticata nove anni fa, dopo un anno trascorso tra ortopedici che non ne capivano nulla una neurologa mi consigliò di andare da un reumatologo. Così feci. Ricordo che quando il medico me la diagnosticò io risposi ‘io ho cosa?’. Non sapevo quanto mi avrebbe cambiato la vita. Purtroppo fu lo stesso primo reumatologo a spiegarmi nel dettaglio di cosa si trattasse e di quanto fosse grave. Io e mia madre uscimmo da lì stravolte, ci andammo a sedere al bar dell’ospedale e scoppiammo a piangere assieme.”
Come ti sei accorta che qualcosa non andava? Quale fu il primo sintomo?
“Lavoravo come barista in un pub del centro di Bologna. Spinavo le birre e mentre ne stavo appunto preparando una il polso destro fece un sinistro click, poi avvertii un dolore acutissimo e senza senso alcuno. Da quel preciso giorno il mio polso non ha mai smesso di peggiorare. Quel polso è poi diventato un’intera mano dolente, un altro polso, un’altra mano, la caviglia destra, la caviglia sinistra e così via fino ad interessare l’intero organismo.”
Che terapie fai per combattere i sintomi? Funzionano?
“Potrei stare ore ad elencare tutte le terapie che ho fatto e che tuttora faccio. La verità è che nulla funziona. Il dolore a volte è talmente forte da farmi fare pensieri orribili. Ho addirittura l’istinto di tagliarmi in modo tale da provare a spostare il dolore. Ultimamente prendo farmaci molto pesanti con tutti gli effetti collaterali del caso.”
Il nostro è un giornale con un forte focus su sport e salute. L’attività fisica ti aiuta? Riesci a praticarla?
“L’attività fisica può aiutare molto i fibromialgici, ma attività morbida come pilates, ginnastica dolce, yoga.”
Tu li pratichi quindi?
“Ci provo, ma spesso mi è impossibile a causa del dolore, comunque mi ci impegno parecchio.”
Cosa vorresti ottenere con questa tua battaglia?
“Che la fibromialgia venisse riconosciuta dal sistema sanitario, che venissero quindi passate a noi fibromialgici visite ed esami e che la ricerca progredisca nella speranza di una cura che migliori sensibilmente le nostre vite.”