Vi ricordate quando la Gialappa’s Band con il mitico “Mai dire..” ci propose la storia di Steven Bradbury, pattinatore su ghiaccio australiano di Short Track che, riuscì a vincere la medaglia d’oro alle Olimpiadi Invernali di Salt Lake City del 2002? In poche parole il tintissimo australiano conquistò gara dopo gara l’accesso alla finale grazie a cadute rocambolesche degli avversari, scivoloni e quant’altro fino a raccogliere la medaglia del metallo più pregiato, sopravanzando negli ultimi metri i suoi favoritissimi contendenti in pieno stile “tra i due litiganti il terzo gode”. Da quel giorno il nostro Steven, entrato nei cuori di tutti, è diventato un vero profeta in casa, meritandosi la medaglia dell’Ordine dell’Australia e anche il suo bel faccione sorridente sul francobollo da 45 cent. La sua prestazione ha fatto sì che nella terra dei canguri venisse coniato il termine slangato “doing a Bradbury” indicativo nei casi in cui si ottiene qualcosa di incredibile ed insperato.
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Oggi la storia si può ripetere con quello che sta accadendo agli Internazionali Bnl di Tennis di Roma 2016. E’ il caso di Lucas Pouille, francese 22 enne, che si ritrova in semifinale del torneo capitolino grazie al ritiro ( senza neanche giocare) di Juan Mònaco, argentino 32enne, che avrebbe incontrato il francese in virtù della vittoria contro Wawrinka. Quella di Pouille, è doveroso dirlo, è una storia molto meno clamorosa di quella di Bradbury ma, per certi versi, contiene delle similitudini con il simpatico australiano. Lucas è rientrato in tabellone, pur avendo perso l’ultimo turno di qualificazione con Mikhail Kukushkin, grazie al forfait di Tsonga per un infortunio agli adduttori.
Entrato quindi come lucky loser, ha saltato subito il primo turno, avendo sostituito la testa di serie Tsonga, per l’appunto, numero 7 del ranking mondiale. Ha continuato poi la sua striscia positiva, questa volta giocando, battendo in 3 set il lettone Gulbis e in 2 set (6-4 , 6-1) il favoritissimo, quanto acciaccato, Ferrer, accedendo così ai quarti di finale contro Mònaco. Il sudamericano, come accennato, si è ritirato dal torneo a causa di un problema all’anca e, in questo modo, ha permesso a Pouille, a partire da lunedì prossimo, di raggiungere almeno la posizione 31 del ranking (attualmente n. 55), e entrare in tabellone del Roland Garros come testa di serie.
Come andrà a finire lo sapremo nei prossimi giorni. Per adesso ci godiamo il momento di gloria di Lucas, semifinalista per caso (contro Murray), aiutato dalla fortuna ma anche dalla bravura, sperando, chissà, di vedere un giorno anche il suo sorriso su un francobollo, questa volta francese.
Steven Bradbury Docet.