Estelle Balet amava vivere le montagne con avventura, tanto che si era proposta per le riprese di un film. Snowboarder provetta, campionessa nella sezione più estrema della disciplina – il free-ride – stava performando sulle Alpi Svizzere quando è stata travolta da una valanga alle 8 del mattino, sul Portalet, vicino a Osieres, nella catena montuosa che fa riferimento al Monte Bianco. Estelle se ne è andata mentre faceva lo sport che amava, all’età di 21 anni.
Aveva vinto l’anno scorso il Freeride World Tour 2015, il suo talento cristallino aveva attirato l’attenzione anche della troupe cinematografica di Exploring the known, entusiaste davanti ad un grande talento dello sci fuori pista. La polizia ha già avviato un’indagine per determinare le cause dell’incidente e la dinamica del distacco della massa di neve. L’atleta era provvista di casco, zaino airbag e localizzatore, dispositivo utilizzato durante gli sport estremi per individuare le persone disperse sotto le valanghe. Inutili gli sforzi, Estelle è morta sul posto, sulla neve che amava nella maniera più estrema e con la tavola ai piedi che sino a quel momento le stava regalando diverse soddisfazioni. Una passione percepibile anche solo dall’entusiasmo che traspare nell’ultima intervista rilasciata al canale Youtube di Verbier 4Vallès (qui il video), il suo habitat naturale.
Per lei, il passaggio dallo sci allo snowboard era stato tempestivo, alla tenera età di dieci anni, entrando poi nel Freeride World Tour appena maggiorenne, sino a diventare la più giovane snowbordista a vincere la competizione (qui una sua performance durante a gennaio 2016).
La sezione free-ride dello snowboard è uno degli sport più estremi, e di conseguenza pericoloso. La discesa avviene lungo montagne particolarmente ripide, non attrezzate alla sciata di tipo turistico, specializzandosi invece nel cosiddetto fuoripista. I rischi che si possono correre obbligano gli snowboarder ad indossare una serie di strumenti di sicurezza di cui Estelle era fornita durante le riprese del film.
Lo snowboard, disciplina affascinante e giovanile, entrata nel quadro olimpico delle Olimpiadi invernali da Torino 2006, presenta un grado di pericolosità ben più alto del classico sci. Gli incidenti in snowboard sono il doppio di quelli con gli sci, e la disciplina del free-ride registra un alto numero d’incidenti mortali, dovuti soprattutto alle condizioni avverse, soprattutto orografiche, in cui gli snowboarder si ritrovano a performare. Il rischio di incorrere in valanghe, come quella che ha travolto Estelle Balet, è spesso dietro l’angolo, così come il rischio di precipitare in dirupi o di ferirsi con rocce nascoste dalla neve fresca.
Il cantone vallese, i familiari e gli amanti dello snowboard piangono la prematura scomparsa di un grande talento che non ha mai saputo spaventarsi di fronte alle condizioni estreme in cui praticava lo sport che amava. Estelle giocava pulito, la sua passione per lo snowboard la faceva vivere sulla neve, la stessa neve che ora se l’è portata via, per un’unica e fatale volta, ignara del talento che spesso la contemplava, tra un free-ride e l’altro.
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