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L’incredibile Febbraio ’95 di Hakeem Olajuwon, 30 punti di media durante il Ramadan

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“Ci sono tantissimi, grandissimi atleti nel mondo di fede islamica. E come ben sapete c’è un mese all’anno in cui sono tenuti al digiuno completo però. Durante le ore del giorno non si mangia e non si beve. Essendo legato ad un calendario lunare, non esiste un mese fisso: dipende dai movimenti della luna.Tra i più grandi atleti della storia dell’Islam c’è Hakeem Olajuwon“.

Comincia così uno splendido “Characters” di Federico Buffa, su uno dei più grandi giocatori della storia NBA e sul suo pazzesco, altro modo non c’è per descriverlo, Febbraio ’95.

L’Avvocato ha spiegato che il Ramadan non è fisso, è legato ai movimenti lunari e il mese di Febbraio del 1995 coincideva con uno dei pilastri della fede islamica. Cominciamo con lo spiegare cosa è il Ramadan di preciso: è il terzo dei cinque pilastri della fede, le due testimonianze di fede (الشهادتين Al Shahadatein), le preghiere rituali (الصلاة Salah o, in lingua persiana, Namāz), l’elemosina (الزكاة Zakat), il digiuno durante il mese di Ramadan (الصوم Ṣawm o Siyam), il pellegrinaggio alla Mecca almeno una volta nella vita per tutti quelli che siano in grado di affrontarlo (الحج Hajj). Il Ramadan è il mese nel quale i musulmani si purificano con il digiuno e quindi durante le ore del giorno non possono né bere, né mangiare, né copulare.

Non sono esclusi gli atleti da questa regola ferrea della religione islamica, anche se soprattutto negli ultimi anni molti sportivi di fede musulmana hanno evitato di seguire il ramadan per motivi medici se questo cadeva durante la stagione sportiva perché non poter mangiare, ma soprattutto non poter bere, in allenamento ed in partita, per un atleta professionista, è davvero pericoloso.

Hakeem Olajuwon è però The Dream, un uomo rigido, meticoloso e con una forza di volontà unica. Lui ancora oggi torna in America durante il mese sacro per mettersi alla prova come musulmano e anche quando giocava nella lega più competitiva del mondo ossequiosamente si piegava alle regole islamiche.

Nel periodo in cui Michael Jordan si da’ al Baseball (sigh) è il centro nigeriano a dominare l’NBA senza possibilità di risposta e nel Febbraio ’95, mese del Ramadan, viene premiato come miglior giocatore del mese. In 14 gare segna 29.5 punti di media con 10 rimbalzi, 3.4 stoppate, 1.5 rubate e 3.8 assist. Tutto questo senza poter bere né mangiare nelle ore diurne. Senza toccare un goccio d’acqua durante tutta la durata dell’incontro.

D’altro canto, a Spike Lee nel ’94 già annunciò obiettivi simili: “La mia vita è molto semplice. Mi piace la semplicità e che il mio tempo sia mio, in modo da avere la libertà di dedicare la maggior parte di esso all’Islam. Questo è il fondamento a cui tengo di più. Voglio anche far conoscere l’Islam, come l’Islam può essere un modo di vivere. Voglio che far capire davvero la sua ricchezza e la sua bellezza e far vedere che l’Islam è per tutti. Per me, questa è la cosa più importante. Da questo, ogni altra cosa viene dopo“.

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