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Giornata contro la violenza sulle donne: Lina Khalifeh, la combattente giordana e la sua palestra in difesa delle donne
Domani 25 Novembre si celebra come ogni anno la Giornata Mondiale contro la violenza sulle Donne. Un tema, purtroppo sempre attuale, che quotidianamente ci fa conoscere storie di tragedie familiari e non solo. Per l’occasione vi parliamo dell’iniziativa di una grande donna, una guerriera che si è messa al servizio per aiutare il mondo femminile a difendersi dalla violenza. Lina Khalifeh, fondatrice di “SheFighter”, tecnica di autodifesa per le donne, in Giordania ha formato più di 12.000 donne.
La missione di Lina
Lina Khalifeh ha una missione nella vita: quella di combattere la violenza di genere in Medio Oriente, insegnando alle donne vittime di bullismo e abusi le tecniche di base dell’autodifesa. Lina, 30enne giordana, ex campionessa e cintura nera di Taekwondo, dal 2010 diffonde il metodo di autodifesa “SheFighter”. I primi passi mossi nella cantina di casa con 4-5 ragazze al seguito. Nel 2012 riesce finalmente a realizzare il suo sogno e ad aprire una palestra ad Amman, Giordania, dove insegna il metodo da lei sperimentato, che mira a rafforzare le donne da un punto di vista fisico e mentale, per garantirne la dignità sociale.
Nel suo centro è vietato l’ingresso agli uomini, per far sentire le donne al sicuro e libere di indossare ciò che le fa sentire più a loro agio durante gli allenamenti, ma da poco la palestra è stata aperta anche ai bambini maschi vittime di bullismo nelle scuole.
La passione per l’autodifesa
Lina da piccola era una vera e propria combina guai. Subiva spesso atti di bullismo dai suoi coetanei maschi perché cercava di competere con loro per sfatare il mito delle bambine ‘sesso debole che vestono di rosa’. A 5 anni si iscrive ai corsi di arti marziali in una palestra vicino casa e a 14 anni sale per la prima volta sul ring, senza scendere più. “Sin da piccola, ogni volta che sento di abusi o atti di violenza sulle donne rimango scioccata. Penso che queste non dovrebbero essere colpite per nessun motivo e che non è vero che sono il sesso debole. Sono in grado di cambiare il mondo e invertire questa tendenza che le vede subordinate agli uomini, solo che non lo sanno”. “Così, conoscendo bene le arti marziali, ho deciso di fare qualcosa, per dar loro una voce e una linea guida per uscire dal pantano di una società ancora troppo a guida patriarcale”.
Riconoscimenti
I suoi sforzi e la sua passione l’hanno portata a ricevere riconoscimenti in tutto il mondo: nel 2015 viene invitata alla Casa Bianca, dove nel corso del Global Enterpreneur Event, Barack Obama elogia i suoi sforzi per rendere la sua società un posto migliore per donne e bambine; nel 2016 a Dubai vince il premio Naseba come miglior imprenditrice dell’anno; alle Nazioni Unite a Ginevra riceve il premio Women in Business Global Award 2016, nello stesso anno partecipa in Canada alla One Young World Forum dove allena, tra le altre, l’attrice Emma Watson. Altri riconoscimenti, workshop e presentazioni la portano in Brasile, Svezia, Repubblica Ceca, Turchia, Libano, Pakistan, Malesia, Arabia Saudita.
In questi anni la lottatrice giordana ha formato più di 12mila donne di tutte le età tra Giordania e Medio Oriente, collaborando anche con le scuole e le università locali. In particolare si dedica alle rifugiate siriane e palestinesi. Dal 2016 collabora con “Un ponte per…”, l’Ong attiva da anni nel nord della Giordania.